Nella sua carriera di attore, Gabriel Garko vanta anche una scena di nudo integrale in un film di Tinto Brass, Senso '45, e la reazione di sua madre è rimasta impressa nella memoria di Garko. L'attore cercò di convincere sua madre di non vedere il film, ma invano, come ha spiegato in un'intervista.
Francesco Canino ha intervistato Gabriel Garko per FQMagazine ad un anno dalla sua "liberazione". L'attore, sfidando la sua enorme ritrosia ad affrontare l'argomento, ha fatto coming out al Grande Fratello Vip 5 "è scattato il click e ho pensato: i giochi sono finiti. Si continuavano a dire cose false su di me e io non volevo essere trascinato in situazioni che per anni mi hanno portato solo sofferenza", ha raccontato Gabriel al giornalista, spiegando il motivo di quella sua scelta.
Gabriel Garko è diventato un volto noto al pubblico italiano grazie al piccolo schermo, in particolare alle fiction targate Mediaset. Al cinema Gabriel ha avuto una carriera più altalenante: tra le sue pellicole di maggior successo ci sono Le Fate Ignoranti e Senso '45 di Tinto Brass. Per quest'ultimo film l'attore aveva firmato un contratto che prevedeva una scena di nudo: "Avevo un nudo integrale frontale da contratto. Non ho mai corso così veloce come quando lui dette il ciak. Poi però ha montato la scena al rallentatore e dunque si vede tutto", ha spiegato l'attore che poi ha rivelato che cercò di convincere la mamma a non vedere quel film, ma fu tutto inutile "Dissi a mia mamma: 'Non andare al cinema'. Lei ci andò e non mi parlò per tre mesi".
Molte delle fiction trasmesse da Mediaset e interpretate da Gabriel Garko erano prodotte dalla Ares Film, la casa di produzione di Alberto Tarallo e Teodosio Losito. Su quest'argomento Garko non dice nulla: "Preferisco non aprire questo fronte perché c'è un'indagine in corso e perché tutto ciò che direi verrebbe travisato". L'attore si riferisce all'indagine aperta dalla Procura di Roma sul suicidio di Losito, dopo che all'interno del Grande Fratello Vip 5, Rosalinda Cannavò e Massimiliano Morra, discutendo del suicidio del produttore, compagno di Alberto Tarallo, accennarono a un personaggio, "un Lucifero", che avrebbe spinto l'uomo a togliersi la vita.