Il 5 marzo approderà nei cinema italiani Foxcatcher - Una storia americana, pellicola presentata in anteprima al Festival di Cannes e acclamata dalla stampa internazionale. Il film diretto da Bennett Miller è un biopic che ricostruisce un fatto di cronaca nera che colpì profondamente l'America, l'omicidio del wrestler David Schultz per mano del miliardario schizofrenico John du Pont. Il fratello di Schultz, Mark, anche lui ex wrestler, che compare nel film interpretato da Channing Tatum, non ha gradito certe scelte narrative presenti nella pellicola e ha espresso pubblicamente la sua rabbia.
In Foxcatcher - Una storia americana la rappresentazione della relazione che si instaura tra Mark Schultz e John du Pont è quantomeno complicata. L'atleta viene raffigurato come un personaggio emotivamente fragile, in cerca di una figura paterna o di una guida e John sfrutta questa debolezza ponendosi in una posizione di superiorità, esercitando il proprio potere su un'altra persona e riscattando un'esistenza vissuta nell'ombra di una madre forte e autoritaria. Il vero Mark Schultz non ha, però, gradito i toni omosessuali che circondano questo controverso rapporto e ha deciso di far sentire la propria voce su Twitter con una serie di messaggi furiosi, poi in parte cancellati, in cui scrive: "Lasciare il pubblico con la sensazione che ci possa essere stata una relazione sessuale tra du Pont e me è una bugia vergognosa. Ho chiesto a Bennett Miller di tagliare alcune scene e lui mi ha risposto che voleva suggerire al pubblico l'invasione del mio spazio personale da parte di du Pont. Non ero stato esplicito sulla questione quindi per me non era un prolema. Dopo aver letto tre o quattro recensioni che interpretavano la scelta in chiave sessuale, ho sentito la necessità di fare chiarezza perciò vorrei rilasciare delle dichiarazioni in una conferenza stampa".
Non è chiaro quale sia stata la scena incriminata che ha infastidito Mark Schultz, ma dopo la sfuriata sui social network, il wrestler ha ripreso la parola su Facebook scusandosi per i toni, ma ribadendo le sue ragioni. "La mia storia e la mia vita sono reali. Sono un essere umano. Posso aver twittato preso dalla rabbia e mi scuso per la crudezza del mio linguaggio, ma non mi pento di essermi difeso né di aver accusato l'uomo colpevole di aver messo in cattiva luce la mia immagine esercitando il proprio potere dopo che aveva raccolto la mia eredità in quesi ultimi anni". La persona in questione è ovviamente Bennett Miller. Se Schultz apprezza il talento di tutti gli interpreti del film, non perdona al regista le scelte narrative sottolineando come "il mio ritratto nel film non potrebbe essere più sbagliato neanche volendo". Adesso resta da capire se il wrestler deciderà di agire per vie legali per difendere la propria immagine.