La figlia di Gisèle Pelicot, Caroline Darian, sarà la voce narrante di un documentario avvincente che racconterà il processo per lo stupro di massa che ha coinvolto i suoi genitori. Il docufilm, intitolato "Chemical Submission, May Shame Change Camp" esplorerà anche l'uso di droghe per commettere abusi sessuali.
Darian è diventata un'attivista dopo che, nel novembre 2020, la sua vita si è distrutta a causa della scoperta che il suo amato padre, con cui aveva un rapporto stretto, aveva drogato e violentato sua madre insieme a dozzine di estranei per oltre 10 anni.
Il caso è ancora in corso: i pubblici ministeri francesi hanno chiesto pene detentive che vanno dai 4 ai 20 anni per i 51 uomini accusati di aver partecipato ai ripetuti stupri di Pelicot nel corso di un decennio. L'accusa ha chiesto una condanna a 20 anni per l'ex marito, Dominique Pelicot, che ha ammesso di aver reclutato online degli sconosciuti per recarsi a casa loro e violentare la moglie mentre era sedata.
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La testimonianza della figlia
Darian ha testimoniato durante il processo di 10 settimane, e ha parlato del suo trauma quando ha scoperto che gli agenti avevano trovato una cartella sul computer del padre denominata "ma fille à poil" ("mia figlia nuda") contenente foto di lei addormentata senza coperte e con le luci accese.
"La polizia mi ha fatto vedere due foto in cui c'è una donna che dorme sdraiata su un fianco, con la luce accesa. Si vedono le sue natiche. Lì mi sono riconosciuta e ho capito che l'uomo che era mio padre e nel quale avevo completa fiducia, che credevo avesse integrità, che rispettava sua figlia, che era fiero di lei, che l'aveva sempre incoraggiata, mi aveva fotografata a mia insaputa, nuda", aveva raccontato la figlia dell'imputato.
Sebbene il padre non sia stato accusato di averla drogata o abusata sessualmente, la ragazza sospetta di esserlo stato. "Ho capito subito che in quella foto ero drogata", ha detto Darian al tribunale penale di Avignone, come riportato dal New York Times.
Il documentario è stato avviato nel 2023 e nasce dall'associazione "M'endors pas", creata da Darian per combattere la droga. Dà voce anche a cinque vittime dello stesso tipo di droghe usate per Pelicot, quattro donne e un uomo, che si schierano al fianco di Darian per "denunciare questo modus operandi sistemico che è rimasto sottotraccia per troppo tempo... Affinché la vergogna cambi faccia".
La regia è di Bendali, la produzione di Rawlins Gaston e Patrice Lorton. Rawlins Gaston ha diretto molte serie e documentari di impegno sociale che esplorano temi come l'incesto, lo stupro e le molestie, tra cui "Infrarouge" e "Inceste, Le dire et l'entendre".