Ci lascia una delle maschere più popolari del nostro cinema, quella di Tiberio Murgia, il caratterista sardo che fu lanciato da Mario Monicelli, con il ruolo del focoso Ferribotte ne I soliti ignoti.
Nato a Oristano 81 anni fa in una famiglia di condizioni modeste, Murgia iniziò a lavorare come muratore, quindi come giornalaio ambulante per L'Unità, e dopo un periodo di "formazione politica", divenne segretario dei Giovani Comunisti e si sposò. Subito dopo iniziò una relazione extraconiugale con una donna sposata, anche lei appartenente al PCI, e fu costretto a lasciare l'isola: prima si trasferì in Belgio e poi a Roma, dove fu assunto come lavapiatti in una trattoria della Capitale e fu scoperto da un collaboratore di Monicelli, che in lui vide immediatamente un personaggio da commedia.
Il personaggio di Ferribotte (storpiatura italianizzata di ferry boat), un siciliano perennemente accigliato, diffidente e cocciuto, gli resterà appiccicato per buona parte della sua carriera cinematografica, durante la quale sarà opportunamente doppiato per nascondere l'accento sardo. Molti anni dopo però, interpreterà un ruolo ne Il Pappagallo (del 1988) con la sua vera voce e il suo accento.
Nel corso della sua carriera Murgia ha lavorato con Totò, Vittorio De Sica, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, e più avanti con Adriano Celentano. Ha preso parte a diversi filoni comici, dalla classica commedia all'italiana alla commedia sexy degli anni '70/'80. La sua ultima interpretazione per il grande schermo risale al 2007 con Chi nasce tondo, mentre in tv è apparso nella seconda stagione di Tutti pazzi per amore, trasmessa di recente.