Dark Matter farà il suo debutto su Apple TV+ il prossimo 8 maggio e nel frattempo gli attori del cast sono in piena campagna promozionale. Tra di loro c'è anche il protagonista Joel Edgerton, che ha parlato del concetto di Multiverso esplorato dallo show.
La serie segue Jason Dessen, un professore universitario e padre di famiglia che vive a Chicago, la cui vita viene sconvolta quando viene rapito e spostato in una realtà alternativa. Alla disperata ricerca di un modo per tornare a casa, inizia il compito impossibile di viaggiare attraverso il multiverso alla ricerca della sua realtà. Tuttavia, mentre dovrà affrontare molte minacce, imparerà presto che il suo nemico più pericoloso è in realtà lui stesso.
Dark Matter è basato sull'acclamato romanzo omonimo di Blake Crouch, pubblicato nel 2016, anni prima del boom del multiverso al cinema e in tv. Crouch è produttore esecutivo e showrunner dell'adattamento. Dark Matter utilizza il concetto di multiverso per esplorare le domande con cui tutti si confrontano a un certo punto della loro vita: "E se avessi fatto una scelta diversa? Come sarebbe cambiato il corso della mia vita?".
Il concetto di Multiverso
Le storie sui multiversi hanno conquistato i botteghini e gli schermi televisivi, soprattutto nel genere cinecomic, ma progetti come Everything Everywhere All at Once e Dark Matter utilizzano la cornice fantascientifica del multiverso per concentrarsi sull'umanità dei personaggi. Per Edgerton, la serie propone un "multiverso per uomini di mezza età".
Dark Matter: Joel Edgerton è alla ricerca della verità nel trailer della serie sci-fi di Apple TV+
"Io lo chiamo il multiverso per uomini di mezza età. In tutta serietà, ho amato Everything Everywhere All At Once. Mi piace il concetto generale di poter esplorare realtà alternative. Spesso diventano queste enormi narrazioni che esplorano mondi folli grazie agli effetti visivi. Noi ne abbiamo un po', ma per la maggior parte usiamo questo concetto di realtà alternativa del multiverso come un modo per guardare dentro di noi, la strada che non abbiamo preso, i "se", tutte queste cose umane profonde a cui pensiamo".