Se da una parte l'uscita di Dahmer - Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer ha segnato un enorme e immediato successo per la serie tv firmata da Ryan Murphy, con oltre 56 milioni di famiglie in visione nel primo periodo di messa in onda, dall'altra, però, si è trascinata dietro una serie di critiche e risposte, sia fuori che dentro al web, che ancora oggi influisce sulla sua percezione generale.
Il fatto che al centro di Dahmer - Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer ci sia proprio la storia dell'omonimo serial killer ha ispirato, oltre a una certa fascinazione, anche delle aspre critiche da parte di coloro che oggi soffrono ancora per via di questa storia. Oltre alle dichiarazioni delle famiglie delle sue vittime contro la serie tv, di recente è stato anche rimosso da Netflix il tag LGBTQ+, inizialmente posto per via del fatto che il suo stesso protagonista è gay. A molti l'accostamento di un personaggio del genere a una comunità che è stata storicamente emarginata dai media non è piaciuto, reagendo di conseguenza.
In una recente intervista con il New York Times Ryan Murphy ha confessato il suo punto di vista in merito a questa decisione di Netflix, esprimendo tutta la sua delusione: "Non penso che tutte le storie gay debbano essere storie felici. A un certo punto, su Netflix, hanno rimosso il tag LGBTQ da Dahmer - Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer, e questa cosa non mi è piaciuta, chiedendo subito spiegazioni in merito. Hanno detto che le persone sono arrabbiate perché si tratta di una storia sconvolgente. ILa mia reazione è stata: 'Beh, sì'. Ma si tratta della storia di un uomo gay e, cosa più importante, delle sue vittime gay".
Questa dinamica, quindi, si aggiunge a tutte le critiche che la serie sta ricevendo in questi giorni, commentando non soltanto la sua scrittura, ma anche la percezione che gli eventi drammatici al suo centro stanno avendo, da parte del grande pubblico.