Connie Nielsen ha parlato della sua carriera da attrice, che l'ha portata a recitare in film pluriacclamati come Il Gladiatore e Wonder Woman, sottolineando come spesso sia stata inserita in un cast di soli uomini giusto perché così i produttori potevano dire di aver inserito una donna e prevenire eventuali critiche.
A partire dal 1 luglio, nelle sale italiane verrà distribuito Io sono nessuno, il nuovo film diretto da Il'ja Najšuller ed interpretato da Bob Odenkirk e Connie Nielsen. Proprio l'attrice e modella danese ha rilasciato una nuova intervista a Indipendent, durante la quale ha ricordato alcuni momenti della sua carriera ed ha parlato di come sia cambiata l'industria cinematografica rispetto a venti e trent'anni fa.
Nella maggior parte dei suoi film, Nielsen ha rappresentato l'unica donna in cast dominati dagli uomini, basti pensare a Mission to Mars, Basic o The Hunted. In questo senso, Wonder Woman, in cui Nielsen interpreta la madre dell'eroina protagonista, è stata una vera eccezione. "Mi chiedevo sempre, 'Come mai questo regista, a cui evidentemente non piacciono le donne, vuole scegliere qualcuno come me?'", ha detto Nielsen, aggiungendo: "A volte è stato davvero difficile. Sono stata una donna 'simbolica' in così tanti film e questa cosa mi infastidisce a morte".
L'attrice ha quindi ricordato la prima volta in cui ha visto Wonder Woman sul grande schermo: "L'esperienza di trovarmi sul set con 50 amazzoni è stata assolutamente potenziante. Ho visto il film al cinema con mio figlio di 10 anni ed i suoi amici, ed ho pensato 'Hanno appena ribaltato la situazione!' ed era come se si trattasse di Superman o Batman... tranne per il fatto che ho trovato Gal Gadot un po' più forte dei colleghi".
Per quanto riguarda il film con Bob Odenkirk, nel quale interpreta la moglie del protagonista, Connie Nielsen ha spiegato di aver accettato di recitarvi indipendentemente dalla parte. "Volevo avere l'opportunità di entrare in un franchise. Quando è uscito il primo John Wick, ho pensato 'Oh, è solo un altro film d'azione' ma poi sono stata rapita da questa fantasia molto stilizzata. Non avevo mai visto niente del genere. Quindi ho pensato 'Beh, se ci fosse la possibilità di creare altri franchise simili...'".
Nielsen si riferisce al fatto che il film in uscita a luglio sia stato scritto sempre da Derek Kolstad, sceneggiatore di John Wick. Nel corso dell'opera, un apparentemente innocuo Odenkirk si rivela abile con la violenza e Nielsen ricollega questo aspetto a quella che lei stessa definisce come una "fantasia maschile" e un "ammonimento" a cui prestare attenzione. "L'America è ancora un paese così macho. In realtà penso che sia terrificante", ha dichiarato l'attrice, suggerendo che l'esplosione della violenza maschile nei film è ciò che accade quando gli uomini vengono incoraggiati a sopprimere le proprie emozioni: "_Sto crescendo questi uomini meravigliosi, super sensibili e adorabili, e sto insegnando loro a connettersi con il loro sé emotivo. Può essere difficile, però, in una società che continua a dire agli uomini di alzare la testa ed ignorare i propri sentimenti".
Connie Nielsen ha anche ricordato la frustrazione provata quando veniva illusa di poter interpretare un ruolo più impegnativo, finendo invece per vedere ridotta al minimo la propria parte nei film: "C'è una linea sottile tra espressione e sfruttamento. In molti film, dipende da chi è al timone. Nei primi 10 film girati in America, ho firmato per essere la protagonista femminile. E poi, nel montaggio, indovina quale ruolo veniva puntualmente tagliato? Ho vissuto per anni situazioni come queste. Ho iniziato seriamente a considerare l'idea di abbandonare questo lavoro, perché era diventato straziante". L'attrice ha anche detto di aver lottato a lungo con la stretta che la mascolinità ha avuto per molto tempo su Hollywood: "La mascolinità ha dominato i film dai primi anni Cinquanta. Prima di allora, avevamo dei personaggi femminili davvero incredibili e storie che ruotavano attorno alle 'dame'. Erano anche psicologicamente complessi. Da allora abbiamo invece avuto a che fare con così tante storie patriarcali".
Nielsen ha sottolineato come il settore stia lentamente cambiando, anche perché "non è più accettabile, almeno a livello aziendale, sostenere la misoginia". Ricordiamo che nel 2017 Nielsen ha scritto un saggio per Variety in cui raccontava di essere stata molestata sessualmente da Harvey Weinstein dopo aver lavorato ad un film da lui prodotto, The Great Raid - Un pugno di eroi del 2005. "Oggi", dice l'attrice, "l'abilitazione di uomini come Weinstein è endemica nelle industrie creative".
Connie Nielsen ha infine affermato che c'è ancora del lavoro da fare, ma i set sembrano già leggermente diversi dopo il MeToo. L'anno scorso, ad esempio, ha filmato alcune scene di sesso per la nuova serie Close to Me, ed ha lavorato a fianco di un coordinatore dell'intimità per la prima volta nella sua carriera.