George R.R. Martin è corso al cinema a vedere Captain Marvel, come mezzo mondo a giudicare dagli incassi stellari, concedendosi così una pausa dalla stesura del sesto romanzo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. L'ultimo capitolo del MCU con Brie Larson gli è piaciuto parecchio, pur con una piccola riserva: la non completa aderenza al fumetto originario. E c'è già qualche malizioso che legge in questo una frecciatina al Trono di Spade.
Martin ha scritto, infatti, un paio di righe in merito a Captain Marvel attraverso la sua pagina ufficiale Not a Blog, esprimendo un giudizio generale positivo: "È davvero molto divertente. Sono impaziente di vedere come Marvel utilizzerà il Capitano nel prossimo film degli Avengers. Una volta che sviluppa completamente i suoi poteri, è di gran lunga il personaggio più potente del Marvel Cinematic Universe (MCU). Potrebbe mangiare Iron Man per pranzo e Thanos per dessert, con contorno di Doctor Strange. Adesso, Thanos è nei guai". Nel capoverso che da inizio al post ha però esposto una piccola critica, sottolineando come questo adattamento abbia escluso un personaggio a lui molto caro: "In qualità di vecchio (molto, molto vecchio) fan boy di Marvel, - così scrive George R.R. Martin - mi rattrista un po' il fatto che abbiano escluso dalla continuity il Captain Marvel originale, il guerriero Kree Mar-Vell. Per non parlare del Big Red Cheese di Fawcett Comics [ovvero, il primo Captain Marvel n.d.r.]. Ma magari è solo un problema mio. Sono un purista quando si tratta di adattamenti". In chiusura poi ammonisce gli spettatori di rimanere sino alla fine dei titoli di coda perché ci sono ben due scene extra: "Nel cinema dove ho visto io Captain Marvel, la gente si è alzata dopo la prima e ha perso la seconda".
C'è chi in rete ha sottolineato la frase "Sono un purista quando si tratta di adattamenti" e ha ipotizzato che dietro ci potesse essere una critica velata proprio alla versione televisiva de Il trono di spade, la quale si è presa delle licenze narrative che hanno creato non poche polemiche tra i lettori più fedeli della saga fantasy. Fino alla terza stagione, infatti, la serie HBO ha seguito in modo pedissequo le pagine dei libri, tanto che Martin ha anche sceneggiato un episodio per ciclo sino alla quarta stagione, preferendo poi non partecipare più alle stesure dei vari script. Dalla sesta sino a ora poi, essendo finito il materiale narrativo, la storia si è evoluta seguendo un canovaccio che ha mescolato spunti da Il banchetto dei corvi, La danza dei draghi e dalle bozze di The winds of Winter, il romanzo che sta cercando ormai di ultimare da ben sette anni. Questo fa sì che Il trono di spade non sia un adattamento in senso stretto, soprattutto per le ultime fasi, in quanto manca proprio il materiale da adattare.
È possibile anche che Martin non alludesse a nulla e che tutto sia riconducibile a una sterile discussione sui social di poco conto. D'altronde quando si ha a che fare con un personaggio come lui, il dibattito si infiamma. Quel che è certo è che, pause cinematografiche a parte, finirà il romanzo. Lo ha promesso, tanto da rinchiudersi in un remoto rifugio di montagna per concentrarsi meglio. Ma non solo, vedrà anche la luce anche A Dream of Spring che dovrebbe chiudere il ciclo di Westeros in maniera definitiva.