La morte di Bruce Lee a soli 32 anni, avvenuta il 20 luglio 1973, fu uno shock per il mondo di Hollywood e non solo. Sono passati quasi 50 anni dalla sua scomparsa, ma il ricordo della grande icona di arti marziali è più vivo che mai. All'epoca fu decretato che la sua morte fosse dovuta a un edema cerebrale, ma a quanto pare ci sarebbe di più.
Un recente studio condotto da un gruppo di specialisti renali in Spagna, e pubblicato nell'edizione di dicembre del Clinical Kidney Journal, ha spiegato che la morte di Bruce Lee fosse dovuta all'incapacità dei suoi reni di espellere l'acqua in eccesso. Nello specifico, gli autori dello studio affermano che l'attore avesse al momento della sua morte molteplici fattori di rischio per l'iponatriemia, ovvero una concentrazione di sodio anormalmente bassa nel sangue.
Tra le cause sono state citate il consumo cronico di liquidi, l'utilizzo si marijuana (che alimenta la sete) e fattori ben documentati che potrebbero aver interferito con la regolare funzione dei reni come i farmaci prescritti, l'assunzione di alcol e una storia di lesioni all'organo.
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La natura improvvisa della morte di Bruce Lee è stata oggetto di fervida speculazione per decenni, con alcuni fan che negli anni hanno persino ipotizzato che la star fosse stata assassinata. Un libro del 2018, Bruce Lee: A Life, ha ipotizzato che fosse morto per esaurimento da calore, ma lo studio attuale non ha rilevato che le temperature fossero anormalmente alte quel giorno.
Lo studio ha ipotizzato che, sebbene non avesse consumato un'enorme quantità di acqua, i suoi reni non fossero potenzialmente in grado di gestire anche quantità normali di liquidi. Inoltre, secondo quanto riferito, l'uomo seguiva una dieta quasi liquida, composta per lo più da succhi di frutta.