Quale attore rifiuterebbe mai una chiamata da parte del visionario Tim Burton? Non in molti, probabilmente, e tra questi pochi c'è il nome di Amy Adams. Sembrerebbe, infatti, che la Adams non fosse affatto sicura ed elettrizzata all'idea di interpretare Big Eyes e di vestire i panni della solo apparentemente quieta Margaret Keane. A confessarlo è proprio l'attrice in occasione della premiere mondiale del film. A destabilizzarla era la scelta, per lei incomprensibile, di continuare a vivere accanto all'uomo che per molti anni si è impossessato volontariamente della sua arte, prendendone tutti i meriti e la fama. I suoi ritratti di bambini dai grandi occhi di cerbiatto, infatti, sono diventati particolarmente noti in America durante gli anni Sessanta. Tutti, però, pensavano fossero opera del marito Walter, portato sullo schermo da Christoph Waltz, fino a quando una causa per divorzio non ha portato la verità alla luce.
"Fino a quel momento mi ero concentrata sulla rappresentazione di donne molto sicure di sè stesse. Poi ho riletto la sceneggiatura dopo aver avuto la mia bambina ed ho visto tutto da un punto di vista diverso. Ed ho capito che la tranquillità di Margaret in realtà nascondeva una grandissima forza. A quel punto, quando si è parlato nuovamente del film, ho scritto a Tim dicendogli "Posso Farlo?" Fondamentale per la Adams è stato proprio l'incontro con l'ormai anziana artista che vive nel nord della California. "Ci siamo osservate per circa un'ora - ricorda la Adams - alla fine mi sono fatta coraggio e le ho chiesto perché avesse scelto di rimanere con Walter nonostante tutto. Per lei si trattava dell'occasione di raccontare la verità, mentre per me era importante capire per essere onesta nella sua rappresentazione."