Nel raccontare le ultime fatiche sul set di Babylon, Brad Pitt ha confessato una certa vicinanza con il suo ultimo personaggio diretto da Damien Chazelle. Nelle sue parole sembra esserci la stessa stanchezza nei confronti di Hollywood e di tutto quello che ruota intorno a questo mondo.
In Babylon, l'ultimo film di Damien Chazelle, Brad Pitt interpreta il ruolo di un attore appartenente al cinema muto non più giovane. Nel corso di una recente intervista per la storia di copertina di W Magazine, Pitt ha raccontato della malinconia del suo Jack, questo il nome del personaggio, e del modo in cui l'ha toccato da vicino, in un certo senso: "Purtroppo quella malinconia potrebbe essere il mio modo naturale di essere, una malinconia congenita. Penso che ci sia una stanchezza che prende il sopravvento sul personaggio mentre va avanti. C'è una stanchezza del mondo con cui posso certamente relazionarmi un po'", ha detto. Pitt ha poi aggiunto: "In questo momento molti di noi stanno cercando di abbattersi a vicenda piuttosto che aiutarsi. È un po' stancante".
Nel descrivere le sensazioni della sua storia in Babylon, Brad Pitt ha anche raccontato dell'immediata connessione con la sceneggiatura di Chazelle: "Seguo Damien sin da Whiplash. La sceneggiatura è arrivata ed era di 180 pagine. Così ho detto: 'Questa cosa è un capolavoro. Ma cosa verrà tagliato? Perché è davvero difficile inserire anche solo 120 pagine. E lui ha detto: 'Niente'".
Babylon, Damien Chazelle ha un filmato di due ore girato sul suo iPhone
Durante una precedente intervista con IndieWire, inoltre, Pitt aveva confessato tutta la sua sorpresa nel comprendere quanto fosse "rimasto dentro al film". Secondo Chazelle è stato il suo potere da star e quello di Margot Robbie a portare avanti le riprese anche quando Babylon sembrava perduto causa pandemia.