James Cameron ha rivelato di aver imprecato contro uno degli executive di 20th Century Fox che gli aveva chiesto di diminuire la durata di Avatar prima del suo debutto nelle sale.
I 162 minuti del film non hanno comunque allontanato gli spettatori delle sale che, al contrario, lo hanno reso un vero e proprio dominatore dei box office.
In un'intervista rilasciata a GQ, James Cameron ha ora rivelato che una persona che lavorava ai vertici di Fox, dopo una proiezione in anteprima di Avatar, gli si era avvicinato con un'espressione "simile a chi aveva ricevuto la diagnosi di avere un cancro", chiedendogli di diminuire la durata del film.
Il regista ha ammesso: "Ho detto qualcosa che non ho mai detto a nessun altro nel settore: 'Penso che questo film incasserà tutti i fottuti soldi. E quando lo farà, sarà troppo tardi per te per amare il film. Il momento per farlo è ora. Quindi non chiedo di dire qualcosa che non provi, ma semplicemente sappi che lo saprò sempre, a prescindere da quanti complimenti farai sul film in futuro quando incasserà tutti i soldi'".
Avatar 2: James Cameron, un ritorno nel segno del rischio
James ha ribadito che aveva proprio detto che Avatar avrebbe incassato "tutti" i soldi, ribadendo che il manager non avrebbe potuto aggregarsi alle lodi in un secondo momento: "A quel punto quel produttore ha reagito male e ha iniziato a rispondermi. E gli ho detto di uscire dal mio ufficio. Ed è finita così".
Il regista, che è famoso per avere un carattere difficile, ha sottolineato: "Penso che ci sia stato un periodo all'inizio durante il quale quella reputazione ha funzionato a mio favore". Cameron ha però sottolineato: "E poi c'è stato un momento in cui mi sono reso conto 'Va bene, perché mi sto agitando così tanto e cosa risolverà?'. Non sto dicendo che non mi altero di tanto in tanto. Tutti penso che abbiano il diritto ad avere una brutta giornata. Ma in passato era una volta ogni due settimane, ora due volte durante un anno".