La regista Ava DuVernay ha dichiarato che gli Stati Uniti sono governati da criminali nel corso di una riflessione pubblica sulla rilevanza attuale del suo documentario candidato all'Oscar 13th, al Marrakech Film Festival.
Storicamente molto attiva politicamente, DuVernay ha denunciato il doppio standard nel sistema giudiziario statunitense, sostenendo che quel tipo di criminalità viene vista in maniera totalmente differente rispetto ad un ragazzo nero all'angolo di una strada che potrebbe vendere marijuana.
L'attacco
"Il ragazzo nero finisce in prigione per anni" sostiene la regista "mentre i criminali vengono rieletti, guadagnano milioni di dollari e vendono auto elettriche". Il suo documentario 13th è stato pensato proprio per affrontare l'idea di chi sia criminale, di cosa sia giusto o sbagliato e di chi decide queste cose.
Il suo film ha scalato ben presto le classifiche streaming e Ava DuVernay è convinta che sia la dimostrazione di come Paesi e culture differenti possano in realtà rivelare molte cose in comune quando si tratta di pregiudizi e gerarchie.
Gli esordi
Ava DuVernay ha raccontato di aver capito di voler diventare una regista mentre lavorava sul set di Collateral di Michael Mann come publicist, ruolo che ha mantenuto anche nel periodo dei suoi primi tre lungometraggi.
Persino dopo aver vinto un premio al Sundance Film Festival per Selma - La strada per la libertà, il giorno dopo Ava DuVernay si è recata in ufficio per svolgere il proprio lavoro. L'ultimo suo film da regista è Origin, basato sul libro Caste: The Origins of Our Discontents di Isabel Wilkerson.