Le rivelazioni degli ex editor di Dragon Ball offrono uno scorcio impressionante sulla vita lavorativa di Akira Toriyama, il celebre autore il cui impegno incessante ha plasmato un'epopea culturale. Durante un episodio del podcast giapponese KosoKoso, si è svelato come l'autore, pur lavorando per la rivista Weekly Shonen Jump, sacrificasse il riposo per rispettare le scadenze.
Toriyama: solo sei ore di sonno a settimana per il maestro
Un accordo stipulato tra lui e il suo editore prevedeva infatti che, in caso di mancata consegna, Toriyama avrebbe dovuto trasferirsi immediatamente da Kiyosu a Tokyo. Tuttavia, il solitario e appassionato mangaka ha rifiutato questa opzione, decretando a se stesso di non deludere mai un termine. Anche con l'avvento dei fax, impiegati solo due anni dopo per facilitare l'invio di storyboard e manoscritti, Toriyama continuava a mantenere ritmi disumani, tanto da costringere Torishima a recarsi ad Haneda due volte alla settimana per ritirare il materiale.

Questo impegno estremo aveva un prezzo elevato: si narra che il maestro dormisse solo sei o sette ore alla settimana, una scelta che lo portava talvolta a lottare persino per distinguere i colori dei semafori durante la guida.
Le testimonianze degli ex collaboratori di Toriyama, tra cui Kazuhiko Torishima, Yu Kondo e Fuyuto Takeda, offrono uno sguardo intimo su una routine forgiata dalla necessità e dalla passione per l'arte. Il mito di Dragon Ball non è solo il risultato di disegni eccezionali, ma anche di un rigore maniacale nel rispettare scadenze stringenti, che lasciò un'impronta indelebile sulla salute e sulla vita personale del creatore.
Nonostante le critiche per aver minimizzato i rischi per la salute dell'autore, Toriyama rimase fedele alla sua città natale, impostando un calendario di lavoro con scadenze pianificate con mesi di anticipo, per evitare il trasferimento in "un posto senza un orizzonte visibile". Oggi, queste testimonianze pongono una domanda preziosa: dietro ogni grande opera c'è una dedizione che va ben oltre il semplice atto creativo, un impegno totale che richiede di sacrificare anche il sonno per il bene di un sogno che diventa leggenda. Ne vale la pena?