Si è spento la scorsa notte, nella sua casa di Roma, il direttore della fotografia Tonino Delli Colli: nato nella Capitale nel 1923, dopo il liceo e grazie a suo padre, riuscì a trovare un lavoro a Cinecittà come assistente operatore di Ubaldo Arata ed Anchise Brizzi. Il suo esordio come direttore della fotografia, fu per un film del regista ungherese Laslo Kish nel film Finalmente sì!, del '43. Negli anni '50 lavora per decine di produzioni commerciali, tra cui il primo film italiano a colori, Totò a colori, ma anche produzioni italo-americane.
Considerato che altri suoi colleghi lavoravano però con autori del calibro di Antonioni e Germi, Delli Colli si rese conto che stava perdendo grandi opportunità professionali, lavorando esclusivamente nel cinema commerciale. Fu così che iniziò a lavorare per Pier Paolo Pasolini nel suo Il vangelo secondo Matteo che gli valse anche un Nastro d'Argento. Vinse altrettanti riconoscimenti per La Cina è vicina di Marco Bellocchio, Storie di ordinaria follia di di Marco Ferreri, C'era una volta in America di Sergio Leone, Il nome della rosa di Jean Jacques Annaud Marianna Ucria di Roberto Faenza e La vita è bella di Roberto Benigni.