Ci lascia una delle attrici più affascinanti e sensuali del cinema italiano: Laura Antonelli, interprete di pellicole come Malizia, La venexiana, Casta e pura, si è spenta nella sua casa di Ladispoli dove viveva da tempo. L'ultima a vederla viva, venerdì scorso, è stata la sua badante. Da diversi anni infatti, l'attrice aveva abbandonato il mondo del cinema per ritirarsi a vita privata.
Nata nel 1941 a Pola, Laura Antonaz (questo il vero nome dell'attrice) trascorse gli anni della prima giovinezza tra Napoli e Roma, e iniziò a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo partecipando a caroselli pubblicitari e fotoromanzi. Nei primi anni Sessanta arrivano i primi ruoli cinematografici e un ruolo di spicco nello "scabroso" Venere in pelliccia di Massimo Dallamano (per il quale la censura del tempo bloccò l'uscita) e la commedia Il merlo maschio, nel quale affiancava Lando Buzzanca. Nel 1973 arriva il ruolo che la consacra a sex symbol del cinema italiano, quello della sensualissima Angela in Malizia, il film di Salvatore Samperi che la vede nei panni di una governante assunta in una famiglia siciliana che fa girare la testa al padre e al figlio adolescente, interpretati da Turi Ferro e Alessandro Momo. Con un ruolo così iconico e forte, arrivarono altri ingaggi, sempre in film erotici o scollacciati: Sessomatto - nel quale addirittura appare vestita da suora, con autoreggenti - Peccato veniale e Casta e pura, per citarne alcuni. Negli anni Ottanta alterna ruoli sexy a qualche commedia, tra cui Grandi magazzini, Rimini Rimini, Roba da ricchi.
Nei primi anni Novanta, tra problemi di tossicodipendenza e guai con la giustizia, per l'attrice inizia una parabola discendente dalla quale non si riprenderà mai più. Gira un sequel di Malizia ma si ritrova parzialmente sfigurata a causa di un intervento estetico. Le lunghe ed estenuanti vicissitudini legali che ne conseguono, incideranno definitivamente sulla salute mentale dell'attrice, ormai lontana dalle scene. In più di un'occasione infatti, la Antonelli ha ribadito di non voler essere più intervistata nè cercata, perché ormai la sua vita di attrice, con i suoi eccessi, era una cosa che apparteneva al suo passato.