Il regista di Don't Look Up, Adam McKay, non le manda a dire sul nuovo documentario sui Beatles prodotto da Martin Scorsese, disponibile ora in streaming su Disney+.
McKay, che si è visto cancellare da Netflix quello che doveva essere il suo prossimo film (una satira politica da 150 milioni di dollari), non è un fan dei Beatles, e lo ha palesato recentemente sui social in modo piuttosto vivace. Il regista ha descritto il Fab Four come un fascino "liberale bianco" sopravvalutato.
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Le aspre parole di McKay
Ecco cosa ha scritto: "Ma davvero? È qualcosa di cui abbiamo bisogno a questo punto? Non c'è niente di più sfigato/divertente della fascinazione infinita dei liberali bianchi per i Beatles. È così neoliberale. "_Sono i migliori, giusto? Quindi non smettiamo mai di concentrarci su di loro'".
McKay ha poi continuato: "I liberali si basano sempre su una lista di cultura approvata che 'deve' essere uguale per tutti. È tutto così piatto e senza vita. Sì, Happiness is a Warm Gun e Day in the Life sono brani fantastici, ma andiamo oltre i 13 anni".
Il regista de La grande scommessa continua paragonando i Beatles ai cheeseburger e alla Coca Cola e descrivendo l'album fondamentale della band, "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", come "patetico".
Nonostante il parere di McKay, la storia dei Beatles verrà nuovamente riadattata per il grande schermo molto presto. Sam Mendes dirigerà quattro diversi biopic per i membri del gruppo, al momento però solo Barry Keoghan è stato confermato nei panni di Ringo Starr.
Nel frattempo, McKay sta producendo un film sul "cambiamento climatico" con squali e uragani. E pare che abbia finanziato il progetto versando 4 milioni di dollari a un'organizzazione che ha spruzzato zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh alla National Gallery di Londra.