L'occhio di vetro di Duccio Chiarini, prodotto da Asmara Films e Istituto Luce Cinecittà, si aggiudica il Premio al Miglior Documentario Italiano (3.000 euro) del Concorso Italiano del 61° Festival dei Popoli, equamente divisi tra regista e produzione, assegnato dalla giuria composta da Marta Donzelli, Maria Letizia Gatti e Alessandro Raja. "Un film coraggioso - si legge nella motivazione - che scava una storia familiare scomoda e sommersa, intrecciando con umanità memoria personale e memoria collettiva. Un diario intimo e commovente alla ricerca di una comprensione forse impossibile di una delle pagine più buie della storia d'Italia".
Il documentario di Duccio Chiarini, inoltre, si aggiudica il Premio distribuzione in sala "Il Cinemino" assegnato dal team de Il Cinemino all'opera che meglio incarna lo spirito "cinemino": impegno, valore sociale e linguisticamente innovativo che offre la possibilità di includere il film vincitore nella programmazione nell'omonima sala milanese. "Per noi de Il Cinemino - si legge nella motivazione - la visione collettiva di un'opera è fondamentale e L'occhio di vetro è fatto per essere visto collettivamente. Il documentario di Duccio Chiarini, partendo da una storia personale, racconta la storia di tutta Italia, della nostra vergogna e di ciò che abbiamo cercato di nascondere".
Ne L'occhio di vetro il regista porta lo spettatore a ripercorrere la storia d'Italia, a partire dalla Prima guerra mondiale così come è stata vissuta dai suoi nonni e lontani parenti. Al centro del documentario il diario del pisano Ferruccio Razzini che ha combattuto in difesa della Repubblica Sociale Italiana senza sapere che Mussolini era già morto e che l'Italia era stata appena liberata. Nel suo diario racconta la storia del padre Giuseppe, eroe della Prima guerra mondiale e fervente fascista, e quella delle sorelle Liliana e Maria Grazia, rispettivamente sposate con un fascista e un partigiano comunista, attive sui fronti opposti della guerra civile. Chiarini indaga lo spaccato storico della sua famiglia a partire dalle pagine scritte dal prozio: materiali d'archivio, fotografie e lettere contribuiscono a comporre un mosaico nel quale un momento cruciale della Storia d'Italia prende forma attraverso la lente di complesse dinamiche familiari.
This Rain Will Never Stop della regista ucraina Alina Gorlova, il racconto personale del giovane curdo Andriy e dei suoi viaggi tra la natale Siria e l'Ucraina, segnati da guerre sanguinose che hanno "spaccato" intere famiglie, si aggiudica il Premio al Miglior Lungometraggio del Concorso Internazionale al 61/mo Festival dei Popoli la cui cerimonia di premiazione si tiene il 22 novembre, alle 20.30, su Più Compagnia, la sala virtuale del cinema La Compagnia di Firenze in collaborazione con Mymovies.it.
Il premio (8.000 euro) è stato assegnato dalla giuria internazionale, composta da Joëlle Bertossa (Svizzera), Maria Bonsanti (Italia) e Andrei Ujica (Romania) con la seguente motivazione: "l'Ucraina è stata teatro di alcune delle più orribili tragedie del XX secolo: l'Holodomor, l'Olocausto, Chernobyl. L'Ucraina, porta d'ingresso per l'Europa, è diventata oggi un territorio di transito per i migranti in cerca del loro rifugio, vittime delle guerre che si dispiegano dal Donbass alla Siria. This Rain Will Never Stop descrive l'aura oscura di questo luogo torturato dalla storia, usando forti immagini in bianco e nero che ricordano la grande scuola del cinema sovietico non fiction".