Quest'anno Zerocalcare è intervenuto a Lucca Comics & Games in duplice veste. Oltre a lanciare la sua nuova graphic novel, Macerie prime, che uscirà il 14 novembre, l'autore è presente alla kermesse come co-sceneggiatore de La profezia dell'armadillo, adattamento della sua opera più amata le cui riprese, durate sei settimane, stanno per concludersi. A Lucca abbiamo avuto l'opportunità di vedere in anteprima due clip del film, un momento comico in cui Zerocalcare (Simone Liberati) tenta di spiegare alla madre (Laura Morante) cos'è un browser e un confronto con gli amici su questioni politiche. Il film ha avuto una genesi piuttosto travagliata. In un primo tempo Valerio Mastandrea avrebbe dovuto dirigere il progetto finito poi nelle mani di Emanuele Scaringi, già sceneggiatore di Diaz.
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"Mastandrea ha letto il mio libro e mi ha proposto di farne un film" racconta Zerocalcare. "Un paio di mesi dopo anche Domenico Procacci ha avuto la stessa idea, così l'ho avvertito che ero già in parola con Valerio. Loro due sono buoni amici e hanno lanciato il progetto che ho sceneggiato con Oscar Glioti, Mastandrea e Pietro Martinelli (alias Johnny Palomba). Abbiamo iniziato a scrivere e il primo anno ci siamo divertiti molto, facevamo tutto tranne che lavorare. La scrittura è stata lunga e faticosa, ma sempre divertente". Interviene Oscar Glioti a specificare che "il protagonista, interpretato da Simone Liberati, è liberamente ispirato all'eroe dei fumetti di Zerocalcare, ma non è lui. Il grado di separazione tra Michele Rech e il protagonista del film è enorme".
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Ombre a Rebibbia
Come ogni grande opera d'arte, quello che è già stato definito "l'otto e mezzo" di Zerocalcare nasce da un momento di crisi personale che ha visto il lavoro di Michele Rech collidere con il privato. "Il libro nasce dalla mia esigenza di esprimere un disagio. Il tema conduttore della storia è il senso di colpa. Negli ultimi tempi ho avuto difficoltà a conservare l'equilibrio che ho cercato di mantenere tra il mondo dei centri sociali da cui provengo e il lavoro. Questi mondi hanno cominciato a scontrarsi mettendomi in difficoltà. Di conseguenza ho sentito il bisogno di scrollarmi di dosso quell'immobilismo che la mia opera rifletteva colmando il gap temporale. Sentivo che i miei personaggi erano cristallizzati in un'eterna post-adolescenza, ormai erano degli stereotipi così volevo rimettere le lancette al posto giusto".
Col suo linguaggio colorito, Zerocalcare spiega che l'evento scatenante della crisi, presente anche nella graphic novel, è il matrimonio dell'amico Cinghiale. "Ho capito che dovevo raccontare l'evoluzione del personaggio o non aveva senso raccontarne il matrimonio. Quando ho realizzato che uno come lui si stava per sposare ero sotto shock. Mi sentivo in crisi perché non avevo mai visto la moglie di questo amico, mi sembrava che tutti fossero avanti a me. Lo conosco da tutta la vita e adesso avrebbe passato la sua vita con una persona che non conosco. Mi sembrava irrispettoso nei miei confronti". A questo smarrimento si è sovrapposto l'assedio quotidiano ai danni di Zerocalcare da parte di amici e conoscenti intenzionati a coinvolgerlo nelle loro iniziative. "La gente intorno a me mi diceva 'Fai solo quello che ti senti, pensa ai tuoi bisogni' e subito dopo mi chiedeva favori. Il mio lavoro ha cominciato a interferire con l'ambiente da cui provengo. So che il lavoro è importante, mi sento fortunato. Prima dei libri stavo per tornare da mia madre perché avevo finito lavoro e soldi, è evidente che quello che faccio ha un valore".
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Addio armadillo, benvenuto panda
Macerie prime sarà un volume in due parti. La prima uscirà il 14 novembre, la seconda a sei mesi di distanza. L'opera è pensata in questo modo perché "nel libro c'è una pausa narrativa di sei mesi e volevo che il lettore vivesse la stessa pausa. La mia paura, però, è che la gente si concentri solo sulla crisi". La principale differenza rispetto al passato sarà la scelta di sostituire l'armadillo - alter ego del protagonista - con un panda. "Il panda è una carogna, sembra caruccio, solitario, non si riproduce, mangia solo eucalipto. Incarnava quello che serviva a me". Assieme all'arrivo del panda, anche il protagonista dei fumetti muterà lievemente nell'aspetto. "Mi sono tolto un po' di capelli. Se continuassi a raccontare un personaggio post-adolescente mi sentirei in imbarazzo. So che il pubblico giovane potrebbe decidere di non seguirmi, e sono loro a comprare più fumetti, ma spero di essermi creato un paracadute lavorativo".
Zerocalcare racconta di aver intervistato gli amici, con suo grande imbarazzo, per restare fedele al loro essere e usare le loro frasi nei personaggi del nuovo libro a loro ispirati. L'autore conferma che quello con gli amici storici è un "rapporto sano. Mi criticano, non hanno rispetto né stima per ciò che faccio, io odio chi si circonda di complimenti. Gli amici miei i miei fumetti non se li comprano e neanche se li leggono". L'autore, che si definisce un control freak, ammette di passare la maggior parte del tempo a lavorare. "Sotto consegna posso passare anche 4-5 mesi in cui lavoro dalle 8:30 alle 19 sul divano, davanti a una serie tv. Alle 17 pausa yogurt e pipi. Alle 19 corro 10 km in un'ora, poi vado a cena da mia madre per evitare di cucinare. Continuo a lavorare a casa di mia madre fino alle 2 di notte, evitando di risponderle quando mi chiede qualcosa, e poi torno a casa". Parlando del suo rapporto coi social, aggiunge: "Leggo tutto quello che mi scrivono, anche se non rispondo quasi mai, ma mi appunto le osservazioni. Rispondo alle mail e ai messaggi dall'una alle due di notte perché così l'interlocutore dorme e non inizierà una conversazione".