In questa nostra recensione di Yasuke non parleremo della solita storia di samurai, e non perché il protagonista sia un ex guerriero dalla pelle nera approdato nella terra del Sol Levante, ma perché l'intera vicenda è calata in un mondo molto distante dalla realtà storica, dove ai tipici e famosi guerrieri giapponesi si affiancano robot e poteri sovrannaturali. Ispirata ad un avvenimento storico realmente documentato, e disponibile dal 29 aprile 2021 su Netflix, Yasuke è la nuova serie animata della celebre piattaforma streaming che, sempre di più, sta puntando sull'animazione per catturare una determinata fetta di pubblico. Realizzata dallo studio MAPPA, con la colonna sonora del musicista e rapper di Flying Lotus, l'anime si allinea a prodotti quali Castlevania, Dota: Dragon's Blood, Blood of Zeus e a tutti gli altri titoli che il colosso dello streaming continua con orgoglio a proporre ai propri numerosi utenti, etichettandoli come Anime originali Netflix.
Non solo samurai nella trama
Il Giappone Feudale è diviso da una sanguinosa guerra intestina che minaccia di destabilizzare una volta per tutte il paese. In questo scenario facciamo la conoscenza di Yasuke, un ex guerriero che attualmente cerca di condurre una vita pacifica come pescatore e barcaiolo in un piccolo villaggio rurale. Noto a tutti come il guerriero nero, a causa del colore della sua pelle, il protagonista continua ad essere tormentato dai fantasmi del passato: messo alle strette, il suo signore Nobunaga ha scelto di fare seppuku davanti ai suoi occhi. È così che per l'uomo è sparita la sua unica ragione di vita, l'unica cosa che costituiva uno scopo alla sua esistenza, una fonte di onore e rispetto per colui che, finalmente, dopo anni di schiavitù, era riuscito a diventare un uomo libero grazie ai meriti in battaglia. Il destino, però, bussa di nuovo alla sua porta, così come i guai: a Yasuke viene chiesto di accompagnare una ragazzina malata, Saki, e sua madre da un dottore lontano dal villaggio, ma subiranno un'imboscata da degli individui che sembrano interessati alla giovane. La bimba nasconde, infatti, poteri inattesi di cui sembra volersi servire un'entità malvagia.
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Di tutto un po'
Anche se la trama sembra quella di una classica storia di samurai, non fatevi ingannare, c'è molto di più di quanto ci si aspetti. Nel mondo del Yasuke, infatti, enormi mecha e poteri sovrannaturali si intrecciano con avvenimenti storici, rivisitati per far parte di una storia che contiene in sé una grande quantità di componenti, anche di attualità, fusi e rimescolati nel tentativo di renderli armoniosi e interconnessi tra loro. Purtroppo è qui che risiede il primo problema di questo anime: nello sforzo di imbastire una storia moderna ma dal sapore antico, si è scelto di inserire un gran numero di elementi narrativi senza preoccuparsi di creare tra loro una qualche sorta di armonia, lasciando ad una sola linea narrativa il compito di unificare ed equilibrare il tutto. La storia della piccola Saki, che ha il maggior peso sulla narrazione, da sola non basta e il risultato finale è un gran calderone dove tecnologia, magia, esseri umani mutanti, diritti civili e storia tentano di convivere senza fondersi mai davvero, confondendo troppo spesso lo spettatore.
La qualità delle animazioni
Il comparto tecnico è, invece, un fattore che di certo non delude le aspettative. Le animazioni, particolarmente fluide, rendono ogni combattimento avvincente e interessante, in grado di supportare la velocità di scontri spesso complessi e con più protagonisti in gioco. Inoltre Yasuke è una serie animata in cui la violenza non viene risparmiata e i combattimenti, disseminati nella storia sui due piani temporali che utilizza, ci raccontano del guerriero nero, trovando il giusto risalto per ogni scontro, e per ogni snodo cruciale dell'intreccio. A chi si rivolge, allora, questo nuovo anime di Netflix? Di sicuro a tutti gli appassionati di shonen, ma cerca anche di espandere il pubblico, però, verso gli amanti del fantasy e dell'animazione robotica, che sapranno trovare vari elementi di loro gradimento, senza che nessuno di questi, però, abbia grande spazio in un prodotto così difficile da definire.
Conclusioni
Come affermato nella nostra recensione di Yasuke, questa serie originale Netflix rivisita un’episodio storico realmente accaduto nel Giappone feudale: il riconoscimento del rango di samurai ad un guerriero africano venduto come schiavo. L’anime, però, non è il classico racconto storico ma decide di fondere il genere shonen (ovvero, anime e manga rivolti ad un pubblico tendenzialmente maschile adolescente) al fantasy in un racconto dove samurai, poteri sovrannaturali e mecha coesistono. Questi elementi uniti a tante tematiche che richiamano l’attualità rischiano di confondere lo spettatore in un turbinio di situazioni diverse e poco armoniose. Ottimo il comparto tecnico con le sue animazioni fluide e il design accattivante.
Perché ci piace
- La storia avvincente ispirata a fatti storici.
- Le animazioni, ben realizzate e fluide perfette per i numerosi combattimenti.
Cosa non va
- Le troppe tematiche che non riescono ad essere approfondite.
- I tanti generi fusi in modo poco armonioso.