Aalla fine è successo: i graffi e le botte sono arrivati, anche se abbiamo dovuto aspettare il quinto Live. Sia chiaro: non perchè volevano che anche questo X Factor 2024 si trasformasse in un'arena, ma perchè era ovvio che qualcosa stesse sobbollendo sotto la superficie degli abbracci e degli attestati di stima. Soprattutto nella parte del tavolo che va da Jake La Furia a Manuel Agnelli, e viceversa.
Il problema, però, non sta solo dalle parti della coerenza, decantata ma mai veramente praticata da nessuno (se non da Paola Iezzi, e guarda com'è finita), ma si nasconde anche in tutte quelle frecciate di Manuel Agnelli sulle intenzioni e sull'attitudine, che sia artistica o imprenditoriale. Questo per dire cosa? Che durante la semifinale della prossima settimana potremmo vedere Giorgia molto in difficoltà o molto arrabbiata per le intemperanze dei giudici. Sempre che Achille Lauro non decida di provocare prima e di passare poi l'aspirapolvere marca "volemose bene".
Le nostre pagelle del quinto Live
Ovvero quello in cui Paola Iezzi è rimasta senza concorrenti. Finalmente, oseremo dire, perchè eravamo ormai in pena per lei e per la sua Lowrah dopo settimane di eliminazioni e ballottaggi. Ma è anche stato il Live in cui Jake La Furia ha lanciato un nuovo accessorio a prova di mode - i copricapezzoli con la faccia di Francamente -, e Manuel Agnelli ci ha dimostrato che a quasi 60 anni si può essere ancora molto affascinanti anche con un collare per la cervicale. Basta indossarlo con grande ironia.
Francamente - voto 9
Non possiamo non cominciare da lei, che ci salverà da inediti che sembrano cover (perchè poi lo sono), da inediti che, per semplicità, sgonfiano tutto il percorso compiuto fin qui, da inediti che accogliamo con l'entusiasmo della 26ma canzone in gara a Sanremo alle 2:00 di notte. Insomma: grazie Francamente per aver salvato non solo la serata degli inediti dell'edizione ma, a memoria, la serata degli inediti di tutta la storia di X Factor. Le sonorità anni '80 e la metrica di Fucina ci riportano a Giuni Russo e a Franco Battiato, e noi non possiamo che auspicare che la rinascita del cantautorato italiano, femminile e non, passi anche da te.
Jake La Furia - voto 8
Ieri sera è assolutamente pervenuto e grazie a lui finalmente qualcuno ha detto ad Achille Lauro quello che avremmo voluto gridargli da un paio di settimane almeno, anche a costo di ritrovarci nella fossa dei leoni col pollice verso. Invocare il "senato" per ogni starnuto poteva essere divertente per le prime due puntate ma poi comincia ad avere il sapore della ruffianeria. Che, nella "guerra" per la vittoria, è un'arma come un'altra, ma almeno Lauro ci consenta (e consenta a Jake) di esserne infastiditi.
Irresistibile la dinamica di amore e finto odio con l'unica, grande, concorrente che è rimasta in gara per il suo team: se non saranno collaborazioni musicali, speriamo almeno in quell'edizione di Pechino Express che ci aveva promesso.
Lowrah - voto 5,5
Va bene ispirarsi a Rosalia, va bene citare Shakira, va bene pure usare l'abusato clichè del "principe zarro" e della "chica mala", ma per favore volete davvero farci credere che per Malasuerte, l'inedito portato sul palco di X Factor da Laura, ci fosse bisogno di tutti quegli autori (scritto da Lowrah, Matteo Montalesi, Gianmarco Merolle, Filippo Toffanin, Max Elias Kleinschmidt e prodotto da Esseho e Andry The Hitmaker)?
Per essere un reggaeton semplice, il risultato è francamente piuttosto mediocre. Parere non così personale se, alla fine, l'unica eliminata della serata è lei.
Paola Iezzi - voto 7,5
Il suo percorso come coach, per l'edizione 2024, finisce qui, con l'eliminazione di Laura, e allora questo si trasforma nel momento dei ringraziamenti. Grazie Paola Iezzi (e grazie Giorgia) per il medley iniziale sulle note di Madonna, una cosa per cui saremmo disposti a pagare un biglietto in qualche club. E grazie Paola Iezzi anche per averci dimostrato che esiste un altro modo ancora per fare il giudice a X Factor, senza litigare, senza sgomitare, senza voler per forza vincere, e anzi senza capirci poi tanto di strategie e simili, ma divertendosi comunque.
Grazie per tutte le perle di cultura musicale, per tutti gli aneddoti sul popolo svedese, per i look fetish e per i tuoi orecchini vistosi. Grazie anche per aver assegnato (e in qualche modo approvato) la cover più brutta che sia mai stata fatta a X Factor (quella di Pablo Murphy sulle note di Taylor Swift) e quella più incoerente. Speriamo vivamente di passare almeno un'altra stagione insieme a te.
Lorenzo Salvetti - voto 6
Nel 2017 Levante, che era giudice di X Factor, pronunciava spesso una frase che era poi diventata un po' un motto e uno sfottò per tutti coloro che non la stavano apprezzando particolarmente dietro a quel tavolo: "Non incontra il mio gusto". Noi la prenderemo in prestito e riserveremo il "trattamento Levante" a Lorenzo Salvetti che, sì, è bravo, sì, ha solo 17 anni, sì, tocca tutte le corde del cuore con quell'inedito che parla di un amore giovanile e di una panchina, ma proprio non riesce ad ammaliarci. Perchè, per non fare un torto a nessuno, se qualcosa non incontra il proprio gusto è meglio passare oltre.
Una cosa però va detta: in una gara di "sosia" (artistici) di Tananai, lui vincerebbe.
Les Votives - voto 6,5
I Placebo forse, gli Arctic Monkeys probabilmente, ma Monster, ricorda molto da vicino Banquet dei Bloc Party (e in generale questi tre ragazzi di Milano ricordano lo stile della band inglese). La verità è che, dopo il fuoco e le fiamme dei Live precedenti, ci saremmo sinceramente aspettati di più dal loro inedito. Restano i più chic in gara, restano un progetto interessante, ma Monster è chiaramente un pezzo meno maturo rispetto alle performance a cui ci hanno abituati. Hanno però tutte le carte in regola per sorprenderci una volta uscita da X Factor.
Patagarri - voto 8
Sembra di stare a Thoiry, solo che c'è un cantante vestito come Donquijote Doflamingo, una band chiaramente invitata a un matrimonio gipsy e un lieve ricordo di quello che i Patagarri sono stati prima di Caravan. E indovinate un po'? Funziona tutto alla grande.
E allora perchè non dare mezzo voto in più? Perchè, chiamateci pure pesantoni, ma sul medley della seconda manche la pensiamo proprio come Manuel Agnelli (nonostante abbiamo apprezzato la sensibilità dei Patagarri nel cambiare il testo di Tu vuo' fa' l'americano per non banalizzare Bella ciao).
Achille Lauro - voto TILT
Quello che dicono di lui è vero: certe volte nel suo ruolo di giudice sembra un venditore di pentole. Solo che dimenticano di dire che lui è il migliore e, come il diavolo, alla fine riesce a piazzare pure i coperchi. In fondo è l'unico giudice arrivato alla semifinale con tutti i concorrenti, ma anche senza averne mai mandato nemmeno uno al ballottaggio.
Certo, Jake La Furia ha ragione quando gli dice che è un ruffiano senza troppo senso dell'umorismo, è una verità sacrosanta il fatto che provi sempre e comunque a portare l'acqua al mulino della sua squadra, abbiamo pochi dubbi sul fatto che "l'arte senza rischio è imprenditoria" di Manuel Agnelli fosse proprio riferita a lui. E ne aggiungiamo un'altra: è talmente autoreferenziale e vanitoso che, non soltanto deve sempre finire per parlare di sè, ma ha anche reso gli inediti dei suoi tre concorrenti il più simili possibile alla discografia di Achille Lauro. Me, Myself and I.
Eppure pochi come lui riescono a catalizzare l'attenzione su tutto ciò che fanno, risultando allo stesso tempo fastidiosi ma assolutamente irresistibili.
Mimì Caruso - voto 6,5
La serata degli inediti è semplicemente quella serata in cui i concorrenti cantano dei pezzi mai pubblicati prima, scritti da loro o scritti per loro. Il fatto che tutti gli altri concorrenti abbiamo composto testi e musica da soli (o quasi), non significa che anche Mimì avrebbe necessariamente dovuto. Il problema qui è che Dove si va, la canzone scritta per lei da Madame, sembra solo l'ennesima cover.
Per fortuna si riprende nella seconda manche con Lilac Wine, più nelle sue corde. Per una grande cantante servono grandi canzoni, ma le grandi canzoni sono poche, dice Manuel Agnelli. Però, quando ci sono grandi canzoni, la differenza si sente decisamente.
Punkcake - voto 8
Gloom, l'inedito scritto da loro, è decisamente più dark di tutto quello che fin qui hanno fatto a X Factor, con quelle sonorità tra l'industrial e il post punk. E la voce di Sonia è il superpotere in più. Onestamente? In radio non funzioneranno benissimo, forse, e se avessero fatto i Punkcake di Gloom ogni giovedì sera, certamente non sarebbero arrivati alla semifinale. Però che stile, ragazzi!
Manuel Agnelli - voto 6,5
In ciascuna delle sei edizioni di X Factor che l'hanno visto giudice, è sempre arrivato il momento in cui Manuel Agnelli si annoia e comincia a diventare distante o cattivo. Quel momento è arrivato anche nell'edizione 2024 e si è palesato durante il quinto Live, che l'ha trovato visibilmente (andate a riguardare la puntata e fissate le sue espressioni) scocciato durante la presentazione dei Patagarri, piuttosto snob nel trattamento riservato ad Achille Lauro.
Ci sono due cose però che lo stanno "tenendo in vita" durante le fasi finali di questa gara, nonostante il vistoso collare che porta per salute - problemi alla cervicale - e bellezza: l'orgoglio di stare portando verso la finale un talento allo stato puro come Mimì e un gruppo di "punkettoni". E poi Jake La Furia, che è ormai la sua spalla comica, il suo fedele alleato, il solo che riesca a strappargli sonore risate anche quando Lauro prova a dare zampate alla sua suscettibilità.