La finale di X Factor 2024 ha di fatto inaugurato la stagione dei concerti in piazza di Capodanno, e, ammettiamolo pure, la RAI, e quanti ci proveranno, non riusciranno a fare di meglio. SKY, per la prima finale in esterna nella storia del talent, ha voluto fare le cose in grande, tra ballerini, scenografie, fuochi d'artificio. Tanto che viene da chiedersi se non abbiano già scelto la location per la finale del prossimo anno, visto che l'esperimento può essere promosso a pieni voti.
Napoli, d'altronde, è stata una casa perfetta, con la sua splendida Piazza del Plebiscito allestita a festa e riscaldata da 16.000 cuori. Nonostante il freddo (6 i gradi percepiti) che ha fatto temere la morte per congelamento a Manuel Agnelli, ma che è stato affrontato alla grande da Jake La Furia in versione Kingpin ai Poli, con tanto di colbacco à la Totò.
Le nostre pagelle della finale
I bookmakers, e l'unico amico di Achille Lauro che fin dalla prima puntata aveva scommesso su di loro, ne erano praticamente sicuri: a vincere sarebbero stati i Patagarri. A sentire i fischi e il boato della piazza all'annuncio del loro terzo posto, erano stati molti di più a credere che i "freak" dell'edizione ce l'avrebbero fatta.
Il destino però, ancora una volta, è stato assai più imprevedibile e creativo dei pronostici: se Achille Lauro arriva in finale, cosa mai successa nella storia di X Factor, con la squadra al completo, è ovvio che a vincere sarà Mimì, l'unica concorrente ancora in gara di un team avversario!
Lorenzo Salvetti - voto 7
Gli ultimi siano i primi, almeno nelle nostre pagelle, magra consolazione. Una cosa però va detta: dopo aver passato puntate e puntate a parlarne discretamente male, essenzialmente per una questione di gusti musicali, la finale è stata invece un'epifania. Abbiamo capito, oltre alla scrittura e alla voce, qual è il superpotere di questo "bambinello" di 17 anni, prima 16: l'empatia.
Oltre a una discreta presenza scenica che l'ha reso, su un palco all'aperto, davanti a quasi 20.000 persone, assai più sicuro di sè di quanto non ci fosse mai sembrato nelle settimane precedenti. Calcutta, Tananai, Cocciante e Mannarino, e ovviamente il suo inedito, non lo portano oltre il quarto posto, ma le "Lorenzine" sono già tutte schierate in attesa del suo Panchina Tour.
Patagarri - voto 9
Uno dei motivi per cui il Capodanno di Rai 1 non toccherà mai le vette della prima finale in esterna di X Factor sono proprio loro. Il loro primo palco è stata la strada, come hanno raccontato più volte, e non ha sorpreso più di tanto vedere con quanta energia e maestria siano riusciti ad affrontare la sfida più grande dell'edizione.
Dopo gli Aristogatti del primo Live, scelgono di continuare sul filone Disney con Cam-camini di Mary Poppins per la prima manche, ma a far ballare tutti i 16.000 di Napoli è l'inedito Caravan, certamente uno dei migliori mai sfornati dal talent.
Quando Giorgia li proclama terzi in classifica il pubblico presente rumoreggia parecchio, il pubblico dei social accusa "quelli di TV8" (la finale è stata trasmessa in simulcast su Sky Uno e TV8) di aver votato male. A loro però va già bene così, perchè più importante del numero 1 è quello, assai più lungo, che dice che il loro inedito a oggi è il più ascoltato sulle piattaforme streaming.
Se sapranno sfruttare bene la popolarità che li ha investiti grazie al talent, sono destinati a far parlare ancora di sè nel nostro panorama musicale. Le groupie ci sono già, ieri sera è arrivato sul palco anche il primo reggiseno.
Les Votives - voto 9
A loro va il "premio Maneskin" dell'edizione, un secondo posto guadagnato con grande stile (non a caso sono i fieri esponenti dello chic rock). Sul palco di Napoli portano la loro forte identità, la capacità di suonare, bene, compatti e un forte carisma. Infatti non sbagliano niente. Auguriamo loro di avere vita più lunga della band romana, dentro o fuori dall'Italia, anche perchè Les Votives, non ce ne vogliano i fan dei Maneskin, artisticamente sembrano avere le idee decisamente più chiare.
Mimì - voto 10
Non c'è molto altro da aggiungere a quanto detto nelle settimane precedenti in questi luoghi. Diciassettenne, ha cantato ogni brano assegnatole con l'intensità e la consapevolezza di una professionista con il triplo dei suoi anni. Ha incendiato Piazza del Plebiscito con la sua versione di un pezzo iconico come Beacause the Night di Patti Smith e, al contrario dei Les Votives per esempio, è capace di passare dall'italiano all'inglese senza mai perdere in credibilità.
Su quello che farà, uscita vincitrice da X Factor, restano molte domande, perchè se c'è qualcosa che non sempre ha manifestato è proprio uno stile riconoscibile. Almeno non ancora. Ma chi siamo noi per discettare sul suo futuro musicale che, con le scelte giuste, sarà luminosissimo?
Giorgia - voto 10
Non aveva mai condotto prima in solitaria, cosa normale per una che, in 30 anni di carriera, ha sempre cantato. Si è allenata con le dirette per diverse settimane ma tenere le redini di uno spettacolo per tre ore, all'aperto, in inverno, è qualcosa che non riesce sempre bene neppure ai professionisti del settore.
Giorgia invece non ha mai perso il filo e il ritmo, e ha condotto i 16.000 spettatori di Napoli (e gli 1,8 milioni che ieri sera hanno seguito la finale da casa) fino in fondo a una puntata che non ha mai rischiato di scivolare nella noia. Presenza sempre luminosa e rassicurante, ha emozionato quando, insieme a Gigi D'Alessio (più che un ospite, un monumento di Piazza Plebiscito) ha omaggiato l'amico Pino Daniele sulle note di Napule è.
Se la cava bene anche con l'inglese e con un Robbie Williams in vena di complimenti e sfottò, non si lamenta mai neppure per il freddo e, puntuale come un orologio svizzero, consegna edizione, vincitrice, ringraziamenti finali e chiavi della piazza entro la mezzanotte.
Se a Sanremo 2025 dovesse fare la cantante in gara, presentarsi e dirigersi l'orchestra da sola, consegnarsi il mazzo di fiori e pure vincere... non potremmo certo dirci sorpresi.
I giudici - voto 9
Non dovevano essere solo quattro personalità, possibilmente assai popolari, del mondo musicale: dovevano essere quattro maestri in tutti i sensi, per i concorrenti e per il pubblico. Soprattutto a loro Sky e Fremantle avevano affidato il compito più scivoloso: riconquistare la fiducia e l'affetto degli spettatori dopo il baratro dei due anni precedenti. E, perchè no, anche la credibilità del format.
Qualche problema l'hanno avuto, soprattutto nelle fasi finali della gara, quando l'ambizione, personale prima ancora che professionale, va da una parte e l'avere un ruolo, e un compito, spinge dall'altra. Ma sono sempre riusciti a recuperare in tempo la lucidità e a mantenere la barra dritta.
Jake La Furia ha messo la propria naturale simpatia al servizio dei colleghi e dello show, risultando il vero ago della bilancia al tavolo nei momenti di tensione e in quelli meno scoppiettanti. Generoso con i ragazzi in gara, non ha perso mai di vista il fatto che la carriera, quella vera, poi si fa fuori da X Factor. Il suo "termometro" del mercato discografico è diventato uno dei tormentoni dell'edizione, l'aver impedito a un rapper di accedere alla gara per ragioni di etichette e credibilità gli ha fatto subito guadagnre la fiducia dei concorrenti.
Paola Iezzi è stata travolta dalla sua prima edizione di X Factor, che ha saputo regalarle una nuova immagine. Perchè il suo percorso accidentato all'interno del talent dice in realtà poco di quello che sono stati questi due mesi e poco più insieme, ogni giovedì sera su Sky e NOW. Ha fatto delle scelte sbagliate in fase di selezione, e le ha pagate con gli interessi, ma è stata anche capace di mettere in luce tutta la sua cultura musicale e un grande cuore. Certamente la più emotiva dalle parti del tavolo. L'esibizione in coppia con la sorella Chiara durante la finale è stata un regalo per gli spettatori, e adesso tutti gli occhi sono puntati sul nuovo progetto solista.
Si è presentato vestito come Crocodile di One Piece, e in effetti, se in questa edizione assai educata dobbiamo proprio trovare un villain, allora quello è stato lui. Achille Lauro è partito in sordina alle Audition ma, settimana dopo settimana, a furia di "baby" e "senato" (e una buona dose di ruffianeria), ha costruito la sua fortezza, una squadra ben pensata in grado di resistere, indenne, a giudizi, ballottaggi ed eliminazioni flash.
Non è arrivato primo ma la vittoria morale l'ha conquistata, grazie a una scaltrezza e a un intuito musicale che forse molti ancora non gli riconoscevano.
Manuel Agnelli è stato invece colui che meglio ha incarnato il ruolo di maestro. Unico veterano al tavolo della giuria, avvezzo ormai ai tempi e ai meccanismi televisivi, tuttavia è riusito a regalare, a noi e forse anche a se stesso, un'immagine inedita: quella di sensei. Protettivo e severo quanto basta con i suoi concorrenti, sarà pure stato fotunato a trovare sulla sua strada un diamante grezzo, ma se Mimì è riuscita ad abbagliare anche l'infausto televoto con la sua lucentezza, il merito va soprattutto a questo rocker dal cuore morbido e dall'ironia tagliente.
Speriamo che sia sopravvissuto al freddo di Napoli (verso la fine abbiamo davvero temuto che si sarebbe infilato sotto la pelliccia di Jake) perchè sarebbe cosa buona e giusta vederlo tornare anche il prossimo anno, insieme agli altri tre colleghi giudici e all'inaffondabile Giorgia. Qualcosa ci dice che c'è già una penna che aspetta solo di essere impugnata accanto ai nuovi contratti.