When Evil Lurks, la recensione: un folk horror argentino dal retrogusto mediocre

When Evil Lurks di Demián Rugna racconta di un mondo in cui gli esseri umani convivono con le possessioni demoniache. Una metafora del male che ci circonda, per un film curato dal punto di vista formale che non ha paura di mostrare il putrido, ma dimentica il terrore. Al cinema.

Un'immagine promozionale di When Evil Lurks

Le regole sono poche e semplici nel mondo immaginato da Demián Rugna. Lo sceneggiatore e regista di When Evil Lurks, folk horror argentino ambientato nella pampa in cui gli esseri umani hanno imparato ad accettare che le possessioni demoniache esistono (e sono all'ordine del giorno). Un mondo dove le religioni sono state spazzate via e il male è parte integrante della quotidianità. La prima delle regole recita che se una persona viene infettata dal maligno non la si deve uccidere con armi da fuoco o da taglio. Meglio affidarsi ad un esperto, un pulitore, che con degli strumenti appositi ucciderà il contaminato per evitare il contagio.

When Evil Lurks Un Momento Del Film
Ezequiel Rodriguez in una scena di When Evil Lurks

È per questo che quando i due fratelli Pedro (Ezequiel Rodriguez) e Jimi (Demián Salomón) sentono degli spari in piena notte che provengono dai terreni confinanti il loro decidono di andare in perlustrazione l'alba seguente. Quella che trovano davanti ai loro occhi è una scena raccapricciante: il corpo di un uomo è stato dilaniato e fatto a pezzi. Accanto a lui una strana strumentazione. Da lì i due non ci mettono molto a capire che quel cadavere apparteneva proprio ad un pulitore diretto a casa della loro anziana vicina per uccidere suo figlio Uriel (Pablo Galarza), posseduto e deformato nel corpo. Un incontro che darà vita ad una spirale di dolore e morte.

Il mondo "post" di When Evil Lurks

When Evil Lurks Una Sequenza Del Film
Un'immagine del film di Demián Rugna

When Evil Lurks, presentato in anteprima al Toronto International Film Festival nella sezione Midnight Madness, nel 2021 ha vinto il premio Runner Up al Sitges Pitchbox, evento organizzato nel corso del 56° Sitges Film Festival. Il riconoscimento deve aver tenuto conto della capacità del film di raccontare una realtà dove il "post" è già parte integrante delle vite dei protagonisti. Non a caso, all'inizio del film, Pedro e Jimi sono a conoscenza di molte più informazioni di noi spettatori che, man mano che la narrazione avanza, ricomponiamo i pezzi di un puzzle fatto di una violenza subdola che attanaglia chiunque, senza distinzioni.

Quello di Rugna è un film che non ha paura di mostrare il putrido, ma che dimentica il terrore. O, perlomeno, di mostrarlo in una chiave inedita (sebbene molto curata dal punto di vista formale). Nell'ora e mezza di durata di When Evil Lurks non aspettatevi di saltare dalla sedia quanto, al contrario, di concedervi delle espressioni di disgusto per ciò che il regista ci mostra. Nel vederlo non si può far caso di notare che quello dell'argentino è un film che su una piattaforma streaming sarebbe stato il titolo perfetto. Uno di quelli capaci di raggiungere le prime posizioni dei più visti. Un cinema con degli evidenti pregi ma con altrettanti limiti.

Il male come un virus: una metafora dei nostri tempi

When Evil Lurks Una Scena Dell Horror
Demián Salomón protagonista dell'horror

Tra i pregi, senza dubbio, l'intuizione di parlare del male come di una sorta di virus capace di infettare chiunque. Per restare a titoli contemporanei, sebbene diversissimi per contesti e risvolti, film come Smile e It Follows sono simili nel modo in cui gli eventi prendono il via e si susseguono. Il male passa di corpo in corpo - poco importa si tratti di uomini, donne, bambini o animali - e sembrerebbe non esserci possibilità per fermarne la diffusione.

Quella di _When Evil Lurks_diventa così anche una metafora dei nostri tempi e del bisogno, in un mondo sempre più individualista, di fare fronte comune. Ma - ed ecco un altro asso nella manica di Rugna - il film suggerisce che non c'è speranza o consolazione. Una scelta interessante e forte, in linea con un periodo storico in cui il buio e il male, nelle sue varie forme e sfumature, hanno allungato la loro ombra sulle nostre vite.

Un cinema mediocre

Quello che non funziona in When Evil Lurks si concentra maggiormente nella seconda parte con delle sequenza che ricordano il "lo dimo" di Boris. Una scelta di scrittura in cui i personaggi si lasciano andare a dettagliate spiegazioni che annientano in parte il ritmo dato dal susseguirsi di eventi serrati che caratterizzano l'inizio della pellicola. Ed è qui che il film si ripiega su se stesso finendo per girare a vuoto. Un po' come i suoi protagonisti costretti a vagare in auto in cerca di riparo dalla persecuzione del maligno.

When Evil Lurks Un Immagine
When Evil Lurks

Un'altra grande pecca è la poco attenzione alla scrittura dei personaggi che rimangono sempre in superficie. Questo non può far altro che portare chi guarda ad uno scarso interesse per le loro sorti. Molto viene accennato del loro passato, ma poco viene approfondito. In quest'ottica forse la dinamica del protagonista Pedro con i suoi figli - specie con il maggiore, affetto da autismo - è l'esempio più calzante. Il ragazzo, vista la sua condizione, non parla per buona parte del film. Almeno fino a quando la sua presenza non diventa essenziale per lo sviluppo della trama. Ma non si può pensare di usare i personaggi come burattini da muovere all'occorrenza. When Evil Lurks è un film con grandi potenzialità, ma che finisce per restare prigioniero di una mediocrità che caratterizza tanto (troppo) cinema contemporaneo.

Conclusioni

Demián Rugna racconta di un mondo in cui in cui gli esseri umani convivono con le possessioni demoniache che si moltiplicano come un virus capace di contagiare tutti indistintamente. Una metafora per raccontare i nostri giorni. Interessante la cura formale e la scelta di non affidarsi a svolte consolatorie. Quello che non funziona è racchiuso nella seconda parte del film, tra personaggi poco approfonditi e un ritmo che crolla sotto il peso di spiegazioni ridondanti.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • La cura formale
  • La metafora del male come virus che si diffonde
  • La scelta di non adottare un approccio consolatorio

Cosa non va

  • La seconda parte si ripiega su se stessa
  • I personaggi sono lasciati in superficie
  • Non aspettatevi di saltare dalla sedia