Dopo lo scoppiettante ed entusiasmante quarto episodio, in cui abbiamo iniziato a comprendere le linee narrative (termine che scegliamo non a caso) di questa quarta stagione di Westworld, la quinta puntata continua su quella falsariga iniziando a rispondere alle domande degli spettatori su un altro personaggio molto amato, forse il più amato della serie, Dolores. Sarà lei la principale protagonista della nostra recensione del quinto episodio di Westworld 4, disponibile il 25 luglio su Sky Atlantic e NOW.
Io sono Christina
Dolores (Evan Rachel Wood), eliminata nel finale della terza stagione di Westworld, ci è stata presentata all'inizio della quarta stagione come Christina, un misterioso personaggio che vive in un mondo iper-futuristico con delle giornate abbastanza monotone e uguali, scandite dallo scambio di dialoghi con la coinquilina (Ariana DeBose) e dai propri impegni lavorativi: è dipendente in una società che crea linee narrative, ecco il perché del termine scelto non a caso a inizio recensione. La giovane donna, che pare non avere alcuna memoria di ciò che è stato, rincontra Teddy (James Marsden), grande ritorno nello show dopo che proprio Dolores lo aveva ucciso in nome della rivolta degli androidi a fine seconda stagione. Il loro nuovo incontro fa scattare qualcosa in Christina, che rivedrà l'ex amante in questo episodio, pronto a spiegarle alcune verità. Forse non si tratta di un nuovo Teddy ma del vecchio, che ha memoria di ciò che è stato e che vorrebbe aprire gli occhi alla sua Christina/Dolores. Ma ecco la rivelazione più interessante, che qualche fan più attento poteva aver già intuito: Christina è davvero responsabile delle linee narrative degli altri abitanti della città futuristica, come il compianto Kevin aveva cercato di metterla in guardia nella premiere di stagione. Una storyline specchio del passato e perfetto simbolo del piano di Charlotte.
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It's a West, West, Westworld
Una Charlotte (Tessa Thompson) che rivediamo in questo episodio, di bianco vestita, annoiata, infastidita e determinata da questo mondo che ha creato per vendicarsi degli umani, diffondendo in loro il virus tramite la mosca geneticamente modificata. È insoddisfatta dal risultato e vorrebbe di più: quando si dice che la vendetta a volte non sazia mai. Il cibo è ben presente in questo episodio: all'inizio nella scena al ristorante quando i due umani-androidi controllati da William (Ed Harris) vedono ciò che hanno nel piatto ma non posso assaggiarlo, anelando alle pietanze. Come in ogni rivolta che si rispetti, iniziano lotte intestine e desiderio di rivalsa dello stesso William-androide che va a chiedere consiglio al William-umano. Una delle caratteristiche preponderanti dell'umanità è di essere eternamente insoddisfatta e di volere di più: questo sentimento sembra comune anche negli androidi, da Charlotte a William, fino a Christina che inizia ad aprire gli occhi e a mettere in discussione la propria realtà (un altro rimando alla prima stagione), perché in un mondo apparentemente troppo perfetto qualcosa non torna necessariamente. Ci sono anche riferimenti al secondo ciclo di episodi, come è stato per il plot twist temporale della storyline di Bernard, messa in pausa in questo episodio, per non affaticare gli spettatori e lasciar sedimentare la linea narrativa.
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Religione e scienza
Gli autori hanno preferito concentrarsi sull'altro personaggio più amato e simbolo dello show, nonché sulla coppia sicuramente più seguita del serial, proponendo uno dopo l'altro due episodi monografici di lostiana memoria. Non è solo la struttura a ricordare l'assetto narrativo impostato dalla serie di J.J. Abrams, che produce Westworld con la sua Bad Robot. C'è anche l'annoso dualismo scienza e fede che ha caratterizzato per sei stagioni il cult di ABC. Ciò che si fa perché ci si crede e basta, senza prove tangibili, ciò che è scritto da altri e il destino che con il libero arbitrio scegliamo per noi ogni giorno. Dio viene nominato più volte nel corso dell'episodio riferendosi tanto agli umani quanto agli androidi, ma chi avrà davvero il controllo? La stessa storyline di Christina è interessante e simbolica, come dicevamo: proprio lei che è stata più di tutti la vittima delle linee narrative del Parco, ora è colei che le scrive e ne rende succubi gli altri, ricordando in parte il controllo che aveva Maeve con il sistema degli host. Quanto abbiamo il controllo della nostra vita? È questa la domanda che sembra attraversare tutti i personaggi in questo episodio e in questa stagione, dato che anche la stessa Charlotte pare supervisionare a suo modo il lavoro di Christina. Per citare un celebre fumetto: Who's watching the watchmen?
Conclusioni
Non possiamo che lodare il lavoro degli sceneggiatori alla fine della nostra recensione del quinto episodio di Westworld 4, tutto incentrato sul binomio scienza e fede, fato e libero arbitrio. Si mette in pausa la storyline dedicata a Bernard dopo la rivelazione shock della scorsa puntata, per andare a fondo in quella di Christina/Dolores e al suo ritrovarsi con Teddy, pronti a chiarire il poter creare linee narrative da parte del personaggio.
Perché ci piace
- L’aver dedicato l’episodio soprattutto al personaggio di Christina e alla sua storyline con il ritrovato Teddy
- L'interpretazione di Evan Rachel Wood
- Il dualismo scienza/religione al centro della puntata e quello parallelo Cristina/Charlotte
- La rivolta degli androidi che si ribalta ancora una volta...
Cosa non va
- ...che per qualcuno potrebbe risultare ridondante
- Qualcuno avrebbe potuto aspettarsi maggiori spiegazioni e maggiori plot twist in questo episodio, dopo la scorsa puntata