Ed è Fase Quattro! Sarebbe dovuta cominciare a maggio scorso con Black Widow, ma probabilmente nemmeno Dr. Strange avrebbe potuto prevedere quello che sarebbe successo sul pianeta Terra nel 2020. Ad avere l'onore di tagliare il nastro di partenza di questa nuova era del Marvel Cinematic Universe è quindi WandaVision, serie in nove episodi (diretti da Matt Shakman) con protagonisti Elizabeth Olsen e Paul Bettany che riprendono i rispettivi ruoli di Wanda Maximoff e Visione. Lasciatecelo dire, scrivere la recensione di WandaWision è emozionante: l'ultimo film del MCU uscito in sala, a luglio 2019, è stato infatti Spider-Man: Far from Home e rivedere il logo Marvel dopo tanto tempo fa un certo effetto.
I primi due episodi di WandaVision saranno disponibili il 15 gennaio su Disney+, poi uno nuovo ogni venerdì. Un rilascio "all'antica", già collaudato dall'altra serie originale di punta della piattaforma: The Mandalorian. E questa fruizione dal gusto vintage è perfetta per un prodotto che pesca a piene mani dal passato: temporalmente la miniserie si colloca dopo i fatti di Avengers: Endgame, ma l'ambientazione è anni '50. E '60. E '70. Ai colori brillanti delle Gemme dell'Infinito si sostituisce il bianco e nero. Almeno all'inizio: abbiamo potuto vedere in anteprima i primi tre episodi e, benché costituiscano soltanto il blocco iniziale di tre atti, possiamo dire fin da ora che Kevin Feige e la sua squadra hanno deciso di giocare con la propria creatura mescolando generi e stili, con l'intenzione di spiazzare il pubblico. Sia fedelissimo che digiuno di MCU.
Sembra impossibile, ma WandaVision ha il sapore di un mezzo miracolo: chi ha seguito infatti la saga fin dal 2008, anno di uscita di Iron Man, capostipite degli Avengers cinematografici, impazzirà nel cercare ogni riferimento, easter egg e indizio di cui WandaVision è pieno. E allo stesso tempo chi vedrà gli episodi senza sapere nulla di tutto ciò che li ha preceduti potrebbe rimanere comunque affascinato da questo insolito omaggio alle sitcom americane. Avete letto bene: abbandonati momentaneamente alieni e armature, la serie diretta da Matt Shakman ci riporta alla televisione degli anni '50, quella di Lucy ed io, con protagonista Lucille Ball.
WandaVision: dove eravamo rimasti
Alla fine di Avengers: Endgame Wanda Maximoff, alias Scarlet Witch, ha dimostrato tutto il suo enorme potere tenendo testa a Thanos da sola, per poi sconfiggerlo insieme agli altri Avengers. Una lotta vinta a duro prezzo. Tra le vittime anche Visione: ucciso non una, ma ben due volte. Prima proprio da Wanda (per evitare che Thanos si impossessasse della Gemma della Mente, conficcata nella sua testa) e poi da Thanos stesso, dopo aver rimandato indietro il tempo. Una cosa che porta all'estremo il "ricordati che devi morire" di Non ci resta che piangere. Fatto questo piccolo riassunto, com'è dunque possibile che Visione sia vivo? Ci siamo persi un passaggio o è tutto nella mente di Wanda?
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WandaVision: la sitcom che non ti aspetti
Niente è come sembra in WandaVision. Lo dicono gli stessi protagonisti, Wanda e Visione, che non fanno che ripetere quanto siano "una coppia insolita". Anche perché sembra essere l'unica cosa di cui sono certi: non sanno dove vivevano prima della tranquilla cittadina residenziale in cui si trasferiscono nel primo episodio. Non sanno perché il 23 di quel mese sia una ricorrenza importante. Vestiti come una coppia borghese anni '50, preparano cene e salutano vicini sorridenti (la più sorridente di tutti è Agnes, interpretata da Kathryn Hahn), ma sembrano confusi. Le risate registrate sottolineano infatti sia battute ormai non più divertenti (e appartenenti a un'altra epoca) sul perché alla loro età non abbiano figli, sia rumori inquietanti, come quelli di esplosioni in lontananza.
WandaVision: i film Marvel da rivedere prima della serie
Questo immaginario del passato è fonte di disagio: da una parte è rassicurante, perché richiama alla mente immagini che fanno parte della cultura popolare, dall'altra diventa una vera e propria prigione. Una cosa è certa: ogni episodio è un piccolo gioiello di costumi e scenografia. Capelli, abiti e automobili fanno salti temporali di dieci anni per ogni episodio, così come il formato: dal 4:3, tipico della vecchia tv, il fotogramma si allarga. E dal bianco e nero assoluto della prima puntata nella successiva cominciano a spuntare improvvisamente macchie di colore. Fino all'esplosine psichedelica della terza, che omaggia gli anni '70. Da I Love Lucy si passa quindi a La famiglia Brady, passando per Vita da strega (la sigla animata con Wanda e Visione è stupenda) con sprazzi di atmosfere alla The Twilight Zone, quando tornano all'improvviso gli elementi fantascientifici. Il risultato è una miscela spiazzante, folle, originale: forse la cosa più azzardata fatta fino a ora dai Marvel Studios.
WandaVision è una caccia al tesoro
Attivate i vostri sensi di ragno e state attenti a tutti i dettagli: ogni spot pubblicitario contiene almeno un riferimento a fatti o persone noti della saga, dal tostapane Toast Maker 2000 delle Stark Industries (lo vogliamo! Diteci dove si può comprare) al sapone Hydra Soak. Anche gli oggetti apparentemente messi lì per caso sono cruciali: Wanda a un certo punto versa con i suoi poteri una bottiglia di vino di marca "Maison du Mépris". Tradotto significa "casa del disprezzo". È un riferimento al fumetto House of M (in cui, a causa di un cambio di realtà operato proprio da Scarlet, Avengers e X-Men si incontrano)? Anticipa l'arrivo di Mephisto? O semplicemente ci suggerisce che qualcosa non va?
Guardate anche cosa indossano i personaggi: a un certo punto Monica (Teyonah Parris), nuova amica di Wanda, ha al collo un ciondolo dalla forma particolare. È un cerchio con all'interno una spada. Che vediamo anche su un elicottero giocattolo. E anche altre volte nel corso della serie. Tralasciando il fatto che il cognome di Monica è Rambeau e che quindi sì, è proprio quella Monica Rambeau (figlia di Maria Rambeau, migliore amica di Carol Danvers: rivedremo la ragazza in Captain Marvel 2), il pendente che porta è il simbolo della S.W.O.R.D. (Sentient Worlds Observation and Response Department). Siamo quindi sicuri che sia la vera Monica Rambeau? Potrebbe essere una Skrull sotto copertura? Il fatto che sia stata messa in cantiere una serie intitolata Secret Invasion (con protagonisti Samuel L. Jackson e Ben Mendelsohn, che riprenderebbe il ruolo di Keller, Skrull che lavora sottocoperta per lo S.H.I.E.L.D.) non fa che alimentare la nostra curiosità.
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WandaVision: nella mente di Wanda
Che arrivi o no il grande colpo di scena (ma siamo certi che arriverà: che sia Dr. Strange in persona, con un'anticipazione di The Multiverse of Madness, Loki o proprio Mephisto, l'arrivo di un personaggio a sorpresa importante è nell'aria), WandaVision è un momento prezioso: non soltanto perché con la serie riparte il corso del MCU, non soltanto perché sperimenta e osa, ma soprattutto perché ci offre l'occasione di entrare nella mente di Wanda Maximoff, uno dei personaggi più belli e interessanti della Marvel. Devastata dalla morte del fratello Pietro (interpretato da Aaron Taylor-Johnson e ucciso in Avengers: Age of Ultron), traumatizzata dall'aver assassinato il suo grande amore (che ha visto morire due volte!), polverizzata da Thanos e poi riportata in vita, non abbiamo mai avuto modo fino a ora di vedere Wanda affrontare il proprio dolore. E questi primi episodi non sono altro che una grande elaborazione del lutto: rinchiusasi (o rinchiusa?) in una realtà fittizia che evidentemente la conforta, vediamo costantemente la lotta della sua coscienza tra ricordi, passato, presente, realtà e finzione. C'è tanta forza nella mente di Wanda, ma anche rabbia, paura, sofferenza.
Elizabeth Olsen è bravissima nel passare con disinvoltura da un registro all'altro: sfoggia sorrisi da pubblicità del dentifricio e poi all'improvviso si incupisce. Balla e canta come una diva di Broadway e il momento dopo si trova a suo agio nel far volteggiare oggetti con la forza della mente. Con Paul Bettany (anche lui canta e balla) forma una coppia dai tempi comici perfetti: vederli insieme è ipnotico. Calibrano ogni gesto, ogni espressione, ogni pausa del respiro. E questo è soltanto un piccolo assaggio: oltre all'episodio dedicato agli anni '90 (presumibilmente il numero cinque), non vediamo l'ora di scoprire dove ci porterà questa folle corsa.
Conclusioni
Come scritto nella recensione di WandaVision, la miniserie, disponibile dal 15 gennaio su Disney Plus, è collocata temporalmente dopo i fatti di Avengers: Endgame, ma è ambientata negli anni ’50. E ’60. E ’70. Ci troviamo infatti presumibilmente nella mente di Wanda Maximoff, che a ogni episodio vede la realtà filtrata dall’estetica di una sitcom di un diverso decennio. Piena di riferimenti a eventi e personaggi della saga, da cercare come fossero veri e propri indizi, WandaVision apre ufficialmente la Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe ed è forse il prodotto più folle e sperimentale mai realizzato fino a ora dai Marvel Studios.
Perché ci piace
- Ogni episodio è una gioia per gli occhi: costumi, scenografie, aggetti di scena, tutto è perfetto.
- I protagonisti Elizabeth Olesn e Paul Bettany hanno tempi comici perfetti.
- Sorprende come i Marvel Studios abbiano voluto spiazzare e sperimentare con questa serie.
Cosa non va
- Chi è digiuno da quanto successo in precedenza nel Marvel Cinematic Universe non riuscirà a cogliere tutti i riferimenti e farà fatica a capire cosa sta succedendo davvero.