È una delle più famose e brave attrici italiane, eppure Margherita Buy, in apertura della nostra intervista, dice: "Io non sono una star, non sono niente". Può essere una filosofia di vita, rimanere umili, ma sicuramente adesso è qualcosa che non è mai stata: una regista cinematografica. Volare, in sala dal 22 febbraio, è infatti il suo esordio alla regia, in cui racconta una versione romanzata di se stessa.
La trama di Volare segue infatti le ansie quotidiane di AnnaBi, attrice molto amata dal pubblico, che però ha paura di prendere l'aereo. Talmente tanta da aver ostacolato la sua carriera. L'ultimo esempio è l'aver rinunciato a un film di celebre regista coreano, per cui dovrebbe volare fino all'altra parte del mondo.
Questa sua fobia la mette in difficoltà in tutto, non solo nel lavoro: la figlia, Serena (Caterina De Angelis, vera figlia di Margherita Buy), è infatti stata ammessa all'Università di Stanford, in California, e, se non riesce a superarla, sarà costretta a non vedere per lungo tempo la ragazza. Sconvolta da queste due notizie ricevute una dietro l'altra, AnnaBi decide di fare il grande passo: parteciperà a un corso per superare la paura di volare. Ci riuscirà?
Volare: intervista a Margherita Buy
Di Volare, prodotto anche da ITA Airways, Margherita Buy firma anche la sceneggiatura insieme a Doriana Leondeff e Antonio Leotti. Impossibile non chiederlo: quanto c'è di vero nel film? La vita di Margherita Buy è davvero così piena di ansie, o, in quanto attrice di successo, ha una vita meravigliosa? "Io non sono una star, non sono niente. Sono una persona. Ci sono tanti che vivono molto meglio di me. Glielo auguro! Io ho ancora delle difficoltà con questa storia di vivere. Però ci sto arrivando: quando sarò sull'ottantina credo che sarò in grado di vivere bene."
Volare, la recensione: quando Margherita Buy dirige e prende in giro... Margherita Buy
Margherita Buy è molto autoironica in questo film. È stato un modo anche per rispondere alla parodia (non ufficiale) che le hanno fatto gli autori di Boris - Il film? "Quella parodia non mi è piaciuta per niente perché non c'entravo niente. Per carità, a me Boris è piaciuto da morire, però quello non mi ha fatto ridere. Perché non c'entravo niente: parlavo a bassa voce... Non l'ho capita questa cosa. Io sono molto più simile a come sono in questo film. Ho avuto voglia di raccontarmi un po' di più. Far vedere che vivo in una eterna bilancia: c'è l'ansia e poi mi prendo in giro. Mi prendo in giro e mi ritorna l'ansia. C'è un equilibrio che, per ora, mi fa stare abbastanza in piedi."
Il rapporto tra gli attori e i loro agenti
Chiami il mio agente! ha fatto scuola: in Volare vediamo anche il rapporto dietro le quinte tra l'attrice AnnaBi e la sua agente, Mariolina (una fantastica Anna Bonaiuto). A seconda delle situazioni, il suo personaggio può passare dal fare la psicologa all'essere un'aguzzina. È davvero così la dinamica tra agenti e attori?
Volare, Margherita Buy e un film contro la paura (di vivere)
"Un po' si impadroniscono delle nostre vite. In maniera più o meno subdola o gentile. Ma è anche un nostro bisogno di confronto. Diventa quasi una madre. Poi, secondo me, a loro gliene frega molto poco di quello che uno gli racconta, però, lì per lì, sembrano interessate. Io ho un'agente da cento anni, quindi sa tutto di me. Sono, credo, più io aguzzina con lei, perché molte delle mie nevrosi gliele sbatto in faccia. E ho rinunciato a tante cose, anche per colpa dell'aereo. Cosa che lei per anni non ha concepito."
Il rapporto di Margherita Buy con la critica
Nel gruppo di persone che frequentano il corso per superare la paura di volare a Fiumicino, l'aeroporto di Roma, c'è anche un critico cinematografico, che a un certo punto è molto pesante con AnnaBi. Che però non sta lì a subire: risponde in modo feroce. Era un modo di Margherita Buy per rispondere alla critica? "È una scena divertente: loro due, che hanno una paura terribile di entrare nell'aereo, attraverso questo loro sfogo si dimenticano per un momento della paura. E si ritrovano dentro l'aereo che litigano. Però è anche una mia piccola rivincita: l'idea di liberarmi di alcune cose, di dire a certe persone oh, m'hai proprio rotto, io ti denuncio! Cose che io non sono mai riuscita a fare. Però questo personaggio nel film lo ha fatto. Ecco."