Volami via, la recensione: un’altra storia di due “quasi amici”

La recensione di Volami via: il regista de I ragazzi del coro racconta il rapporto d'amicizia tra un giovane sfaccendato e un ragazzo dodicenne con gravi problemi di salute.

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Volami via: una foto del film

Il contatto con la sofferenza come strumento di un percorso di formazione verso una nuova consapevolezza di sé e degli altri: è il tema al cuore del nuovo film scritto e diretto dal regista francese Christophe Barratier e oggetto della nostra recensione di Volami via. Nella versione originale, il titolo del film riprende quello di Envole-moi, canzone di Jean-Jacques Goldman datata 1984: non è un riferimento arbitrario, dal momento che il brano in questione assume un peso importante all'interno della storia, firmata da Barratier sulla base di un libro autobiografico dello scrittore tedesco Lars Amend.

La (vera) storia di Thomas e Marcus

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Volami via: una sequenza del film

Non è la prima volta però che la vicenda di Amend e del suo rapporto con Daniel Mayer, all'epoca adolescente, ha costituito una fonte d'ispirazione per il cinema: risale al 2017, infatti, Conta su di me, un film di Marc Rothemund tratto appunto dal libro di Lars Amend. A cimentarsi per la seconda volta (e a così breve distanza) con il medesimo soggetto è Christophe Barratier, il cui nome è legato principalmente al suo fortunatissimo esordio del 2004, Les choristes - I ragazzi del coro, in assoluto fra i maggiori successi del cinema francese degli ultimi due decenni. Rispetto a quel debutto candidato all'Oscar, Volami via mantiene un tono sentimentale che rappresenta la cifra narrativa anche di quest'ultimo lavoro, fin troppo attento a tenersi in equilibrio fra dramma e commedia con uno studiatissimo amalgama di toni, all'occorrenza buffi o patetici.

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Volami via: un'immagine

È la formula e, in un certo senso, pure il limite di Volami via: un film che si adatta in tutto e per tutto al paradigma del filone al quale appartiene, e in cui la direzione del racconto appare palese fin dalle primissime scene, con l'introduzione della coppia di protagonisti. Il primo, Thomas Reinhard, che ha il volto del giovane Victor Belmondo (nipote di Jean-Paul Belmondo), è il viziatissimo figlio di un affermato chirurgo, Henri Reinhard (Gérard Lanvin), non mostra alcun senso di responsabilità e trascorre la maggior parte delle proprie serate in discoteca, con la scusa di andare in cerca di occasioni lavorative. Marcus invece, impersonato dall'esordiente Yoann Eloundou, ha quasi tredici anni e una gravissima situazione clinica, che lo costringe a frequenti ricoveri in ospedale e a un'esistenza precaria, simboleggiata dalla bombola di ossigeno da cui non può mai separarsi.

Recensione Conta su di me: l'amicizia è un cuore che batte

Una lista di desideri sotto il segno dell'amicizia

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Volami via: una scena del film

Inevitabile che, per volontà del dottor Reinhard, le strade di suo figlio Thomas e di Marcus finiscano per incrociarsi: Thomas viene obbligato a tenere compagnia al ragazzo e ad aiutarlo ad esaudire la proverbiale bucket list, ovvero quell'elenco di esperienze e di sogni che prima di allora Marcus non aveva potuto veder realizzati. Da lì in poi, Volami via procede lungo i binari di una tipica commedia che, pur corredata da pennellate più cupe (la costante minaccia che grava sulla salute di Marcus), si propone di celebrare l'amicizia come forma di arricchimento reciproco e di crescita personale: Marcus scoprirà numerosi motivi di entusiasmo, dalla passione per il Paris Saint-Germain alla prima cotta, a dispetto delle proprie condizioni di salute; mentre Thomas, ovviamente, imparerà ad essere meno egocentrico e a dedicarsi agli altri.

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Volami via: una scena della commedia

Tale meccanismo, però, appare decisamente 'facile' e, alla lunga, abbastanza ripetitivo: il film presenta Thomas come una sorta di deus ex machina che, in virtù di una disponibilità economica pressoché illimitata, è in grado di esaudire senza difficoltà qualunque desiderio di Marcus, trasportandolo di scena in scena fra auto di lusso e suite di hotel a cinque stelle; e pure la sottotrama romantica, per quanto funzionale al disegno complessivo, suona piuttosto posticcia e mai davvero credibile. Laddove la pellicola convince maggiormente, invece, è quando Barratier sceglie di non 'strafare' e di non sfoderare la gag ad ogni costo; e volando a quota più bassa (per rimanere nella metafora del titolo) riesce a regalare qualche momento più autentico e coinvolgente, pure per merito dei suoi interpreti.

Conclusioni

E in chiusura di questa recensione di Volami via, è giusto spendere qualche parola proprio su di loro: Victor Belmondo, con quella sua vivacità bonaria, e ancor di più Yoann Eloundou, perfetto in un ruolo che gli richiede continuamente di modulare rabbia e ironia, frustrazione e vitalismo adolescenziale, sostengono brillantemente tutto il peso del film. La loro alchimia si rivela il vero punto di forza dell’opera di Christophe Barratier, e sopperisce almeno in parte ai difetti di scrittura e a un eccessivo ricorso ai cliché del caso.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
2.7/5

Perché ci piace

  • Una commistione fra pathos e leggerezza che dovrebbe riuscire a far breccia nel pubblico di riferimento del film.
  • La verve di Victor Belmondo e soprattutto di Yoann Eloundou, una coppia di protagonisti ben affiatati e legati da una solida alchimia.

Cosa non va

  • L’estrema prevedibilità del racconto e il frequente ricorso a soluzioni narrative piuttosto banali da parte del regista e sceneggiatore Christophe Barratier.
  • La scarsa efficacia del film dal punto di vista umoristico, in particolare quando tenta di inserire parentesi comiche che appaiono però fiacche e forzate.