Il 1° settembre 1922 nasceva, a Genova, un attore magnifico, per molti versi unico: Vittorio Gassman. Un personaggio fondamentale nella storia del cinema italiano, protagonista di alcuni dei film più importanti del grande schermo nostrano, e interprete di riferimento di straordinari registi.
Per rendere omaggio al Mattatore (soprannome che ebbe dal 1959, quando in televisione prese parte all'omonimo programma che poi divenne anche spunto per un film), intendiamo ripercorrere la sua fenomenale carriera osservandola da un particolare punto di vista, ovvero quello dei suoi sodalizi artistici con gli autori con i quali collaborò più volte: Mario Monicelli, Dino Risi ed Ettore Scola.
Monicelli e Scola diressero Gassman in otto occasioni, Risi addirittura in quindici, considerando anche un paio di cammei. Tre registi certamente imprescindibili per l'attore, che nondimeno rappresentò il fulcro sul quale fondare tantissime pellicole di successo. La versatilità di Gassman, a suo agio tanto in ruoli da commedia quanto in quelli drammatici, era preziosissima per chi si trovava dietro la macchina da presa. È evidente come, soprattutto con questi tre autori, Vittorio aveva un rapporto di stima e amicizia che andava oltre il semplice rapporto professionale. La prima collaborazione, in ordine temporale, fu con Monicelli per I soliti ignoti nel 1958; la più recente con Scola in La cena, nel 1998, che è stato anche il penultimo film cui l'interprete prese parte (sarebbe venuto a mancare a Roma il 29 giugno del 2000).
Celebriamo dunque i cento anni di Vittorio Gassman attraverso una selezione di dodici film, i quali a loro volta ripercorrono trent'anni indimenticabili di cinema italiano.
1. I soliti ignoti (1958)
Dopo essere venuto a conoscenza da un detenuto, Cosimo, della possibilità di compiere una rapina alla cassaforte del Banco dei Pegni presso il Monte della Pietà a Roma, il pugile Peppe, detto "Er Pantera", organizza il colpo insieme a un gruppo di ladruncoli. Con lui agiranno il fotografo Tiberio, il giovane Mario, il più esperto Ferribotte e l'anziano Capannelle. Tutti completamente inadatti e posti di fronte a un'impresa più grande di loro, si rivolgeranno a Dante Cruciani, un maestro nell'arte dello scassinamento. Nel frattempo, i ladri improvvisati dovranno badare ciascuno alle questioni personali, e in particolare Mario, che si innamorerà di Carmelina, affascinante ma riservata sorella del gelosissimo Ferribotte...
Diretto da Mario Monicelli e scritto dal regista con Age (Agenore Incrocci) & (Furio) Scarpelli e Suso Cecchi D'Amico, I soliti ignoti è il capostipite della commedia italiana che avrebbe successivamente spopolato. Il pugile suonato Peppe è il ruolo che cambiò la carriera cinematografica di Vittorio Gassman, fin lì dedito prevalentemente al teatro e attore per il grande schermo quasi per inerzia, senza che ci credesse veramente: aveva apprezzato ben pochi ruoli nei dieci anni di attività davanti la macchina da presa, preferendo di gran lunga il palcoscenico, dove poteva mostrare con maggiore libertà la propria poliedricità. Monicelli insistette perché fosse lui il protagonista della scalcinata banda di ladri, e per l'occasione venne truccato in maniera da avvicinare i tratti a quelli di un vero pugile, certamente meno elegante dell'austero Gassman da sempre ammirato.
Accanto a lui non vennero scelti attori comici già noti, ma interpreti drammatici prestati a una sceneggiatura brillante: Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Tiberio Murgia, Carlo Pisacane, Carla Gravina e una quasi esordiente Claudia Cardinale. Chi era più avvezzo alla risata era certamente Memmo Carotenuto e, soprattutto, Totò, qui nel ruolo di Dante Cruciani. In una Roma di periferia e ben lontana dagli ambienti più aristocratici che Fellini avrebbe di lì a poco portato sullo schermo con La dolce vita, I soliti ignoti mescolò post neorealismo e commedia, risultando perfettamente calibrato nella realizzazione e diventando un punto di riferimento del cinema italiano.
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2. La grande guerra (1959)
Prima Guerra Mondiale. Il romano Oreste Jacovacci e il milanese Giovanni Busacca, dopo essersi casualmente conosciuti al distretto militare, si ritroveranno poco tempo dopo su un convoglio diretto al fronte. Dopo le schermaglie iniziali, fondate anche sulle "differenze" di provenienza, tra i due cresce una sincera amicizia, fondata soprattutto sul desiderio di sopravvivenza al dramma di una guerra logorante. Oreste e Giovanni faranno di tutto per evitare di cacciarsi nei guai, tenteranno di evitare imprese pericolose e, quando possibile, si concederanno qualche svago, in particolare con l'affascinante Costantina (Silvana Mangano). Nel frattempo, però, l'avanzata degli austroungarici si fa sempre più preoccupante, e gli italiani procedono in ritirata...
Diretto da Mario Monicelli e scritto dal regista con Age & Scarpelli e Luciano Vincenzoni, La grande guerra è un altro caposaldo del cinema italiano. La tragedia collettiva della Prima Guerra Mondiale viene qui affrontata con il tocco agrodolce della commedia, attraverso le due interpretazioni memorabili di Alberto Sordi e Vittorio Gassman, entrambi premiati con il David di Donatello. Sordi venne insignito anche di un premio speciale alla Mostra di Venezia, dove il film ricevette il Leone d'oro ex-aequo con Il generale della Rovere di Rossellini. Da buona parte della critica, La grande guerra venne accusato di antipatriottismo e antimilitarismo: è piuttosto un film di estrema umanità e perspicacia, che racconta le contraddizioni di un conflitto che la storia ha sempre faticato a inquadrare perfettamente.
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3. Il sorpasso (1962)
In una assolata e deserta Roma ferragostana, Bruno (Vittorio Gassman) incontra per caso Roberto (Jean-Louis Trintignant), un giovane studente universitario. Invadente e sicuro dì sé, il più maturo Bruno convince il ragazzo a seguirlo. Così, i due finiranno lungo la via Aurelia a caccia di avventure, a bordo della Lancia Aurelia B24 decappottabile sferzata dalla guida spericolata e strafottente di Bruno. Tra situazioni paradossali e incontri incredibili, Roberto si immergerà in un mondo che non aveva mai esplorato.
Diretto da Dino Risi e scritto dal regista insieme a Ettore Scola e Ruggero Maccari, Il sorpasso è una pietra miliare della storia del cinema italiano degli anni Sessanta. Tutti i vizi e le poche virtù dell'italiano comune vengono riassunti in un'opera ricca di risvolti narrativi, come nella miglior tradizione della nostra commedia. Un film che venne realizzato nel periodo del boom economico, ma che in realtà anticipa la crisi di valori e moralità di quella società che credeva avrebbe vissuto costantemente nel benessere. Nel ruolo di Bruno è semplicemente strepitosa l'interpretazione di Vittorio Gassman, in un personaggio molto più complesso di quanto appaia nella faciloneria dei modi di Cortona. Il cast artistico comprendeva anche Catherine Spaak, Claudio Gora e Luciana Angiolillo. Il sorpasso fu un inatteso e incredibile successo di pubblico, tanto da incassare oltre 1,1 miliardi di lire nei due anni seguenti all'arrivo nelle sale italiane.
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4. I mostri (1963)
Venti episodi che raccontano i difetti degli italiani dei primi anni Sessanta. Da L'educazione sentimentale a Il mostro, passando per La giornata dell'onorevole, Testimone volontario, L'oppio dei popoli e La nobile arte, ciascuna delle piccole storie narrate da Dino Risi e interpretate straordinariamente da Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi propongono una ricostruzione caustica e sferzante del periodo del boom economico, nel quale la domanda che ci si pone è: i veri "mostri" sono coloro che appaiono tali o coloro che si affannano a sembrare tutt'altro?
Scritto dal regista con Age & Scarpelli, Ettore Scola, Ruggero Maccari ed Elio Petri, I mostri trova nei due protagonisti la sua chiave di lettura, risultando tuttora come un affresco intramontabile di un'epoca caratterizzata da numerose contraddizioni. Indimenticabile il tema musicale scritto da Armando Trovajoli, ovvero Samoa ta mouré, cantato dai 4+4 di Nora Orlandi. Dopo La Marcia su Roma, sempre per la regia di Risi, I mostri rappresentò la seconda collaborazione in scena tra Gassman e Tognazzi, i quali condividevano una sincera amicizia che andava oltre la frequentazione sul set.
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5. Il gaucho (1964)
Marco Ravicchio, rappresentante di una casa di produzione cinematografica, si reca a Buenos Aires per presentare un film. Insieme a lui vi sono uno sceneggiatore di dubbia moralità, due attrici in cerca di notorietà e una terza, Luciana, più matura e che spera di poter convolare a nozze con un possidente argentino. Il gruppo di italiani verrà assillato continuamente da un ricco emigrato, l'ingegner Marucchelli, che vive di nostalgia dei tempi passati, ma non sarà molto utile a Marco quando quest'ultimo gli chiederà un prestito di denaro che gli servirebbe per rilanciare la propria situazione finanziaria. E non gli andrà meglio con l'amico Stefano Liberati, che era partito per l'Argentina con grandi propositi per ritrovarsi più spiantato di prima...
Diretto da Dino Risi e scritto dal regista con Ettore Scola, Ruggero Maccari e Tullio Pinelli, Il gaucho si inserisce nel fortunato filone della commedia italiana della parte centrale degli anni Sessanta, della quale Vittorio Gassman fu assoluto protagonista. Una critica non troppo velata agli usi e costumi degli italiani, anche quando si trovano all'estero, in un periodo economicamente fiorente ma che già mostrava i primi segni di cedimento. Nel cast anche Nino Manfredi, Amedeo Nazzari, Silvana Pampanini, Nelly Panizza e Maria Grazia Buccella.
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6. La congiuntura (1965)
Il nobile romano Giuliano Maria conosce in un night club un'affascinante ragazza inglese, Jane, e ne rimane attratto. Così, decide di partire d'impeto e accompagnarla in Svizzera, a bordo della sua veloce automobile. In realtà, Jane nasconde un segreto: una considerevole somma di denaro all'interno di una valigia, che intende trafugare oltre il confine italiano. Il viaggio sarà pieno di imprevisti e varie avventure, e l'uomo faticherà non poco a far capitolare Jane, che riuscirà comunque a raggiungere il proprio obiettivo. Almeno finché l'ingenuo Giuliano non si accorgerà di essere stato ingannato...
Diretto da Ettore Scola e scritto dal regista con Ruggero Maccari, La congiuntura è un'elegante commedia che mescola giallo e romanticismo, evidenziati anche dalla colonna sonora di Luis Enriquez Bacalov. L'interpretazione di Vittorio Gassman è raffinata, così come la presenza di Joan Collins accanto a lui. In questo periodo, ogni prova cinematografica di Gassman è garanzia di successo. Da Slalom a Una vergine per il principe, Le piacevoli notti, L'arcidiavolo, Il tigre, Lo scatenato, Il profeta, ogni film con Vittorio protagonista convince critica e (soprattutto) pubblico, tanto da renderlo come l'attore di riferimento di quell'epoca.
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7. L'armata Brancaleone (1966)
Nell'undicesimo secolo, il cavaliere Brancaleone, nobile decaduto, è animato da uno spirito indomito e dai valori autentici del proprio rango. Un giorno, viene avvicinato da un gruppo di ladri, composto da Pecoro, Taccone e Mangoldo i quali, dopo aver derubato un cavaliere durante un viaggio ed essere entrati in possesso di una pergamena che consente a un nobiluomo di entrare in possesso di un feudo in Puglia, hanno bisogno di una persona che abbia le qualità necessarie per esercitare tale diritto. Dapprima poco convinto, Brancaleone accetta e si mette insieme ai tre in cammino verso Aurocastro. Sarà soltanto l'inizio di una serie di esilaranti avventure...
Diretto da Mario Monicelli e scritto dal regista con Age & Scarpelli, L'armata Brancaleone è considerato un cult del cinema italiano, sia per le irresistibili battute che per il contesto maccheronico nel quale si svolge la narrazione. Anche in costume Vittorio Gassman è un grande mattatore, qui affiancato da un cast artistico numeroso e straordinario, composto da Gian Maria Volonté, Catherine Spaak, Enrico Maria Salerno, Carlo Pisacane, Ugo Fangareggi, Folco Lulli, Gianluigi Crescenzi, Pippo Starnazza, Barbara Steele e Maria Grazia Buccella.
8. In nome del popolo italiano (1971)
Il magistrato Mariano Bonifazi (Ugo Tognazzi), uomo integerrimo e solitario, deve indagare sulla morte della giovane Silvana Lazzorini (Ely Galleani), ritrovata senza vita nella propria casa in circostanze misteriose per avvelenamento da psicofarmaci. Bonifazi scoprirà molto presto che la ragazza, studentessa di inglese, veniva sfruttata sia dagli avidi genitori che da un'agenzia di immagine, in realtà dedita ad assegnare le proprie "dipendenti" alle feste di lusso e ai capricci di ricchi signori. Tra di questi vi era anche l'industriale Lorenzo Santenocito (Vittorio Gassman), da tempo sotto il mirino di Bonifazi per corruzione, inquinamento e malaffare d'ogni genere, ma sempre abile a sviare ogni accusa che non sia soltanto quella dell'opinione pubblica. Quando il giudice troverà un aggancio tra Santenocito e la sfortunata Silvana, tenterà di incastrarlo, pur senza trovare prove inequivocabili della sua colpevolezza...
Diretto da Dino Risi e scritto da Age & Scarpelli, In nome del popolo italiano si può annoverare tra i capolavori del nostro cinema. I temi e le situazioni raccontate con arguzia nel film sono le medesime dell'Italia di oggi: disonestà, malcostume e corruzione erano una piaga sociale nel 1971 come lo sono tuttora. Un industriale da condannare senza remore per la sua condotta, ma innocente per il caso specifico della morte di Silvana, verrà perseguitato da un giudice impeccabile ma, per una volta, deciso a seguire il proprio convincimento e non la legge, spesso troppo benevola con i veri nemici dello Stato, arricchitisi sulle spalle della gente comune. Entrambi sbaglieranno, ciascuno nel proprio ambito di appartenenza: in mezzo, il tragico destino di una giovane, gettata via come carta straccia da una società materialista e spregevole.
Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman offrono loro miglior prova come coppia cinematografica: Bonifazi e Santenocito sono due facce della stessa medaglia. Entrambi si combattono senza sosta, mentre fuori dai tribunali e dai cantieri industriali si scende in piazza più per il risultato favorevole di una partita di calcio che per cambiare una società allo sbando. Oggi è forse cambiato qualcosa?
9. Profumo di donna (1974)
Il giovane militare Giovanni Bertazzi (Alessandro Momo) viene assegnato per una settimana al capitano in pensione Fausto Consolo (Vittorio Gassman), rimasto cieco in seguito a un incidente con una granata. Egli deve recarsi da Torino a Napoli, per andare a trovare l'amico Vincenzo, anch'egli ex militare privato della vista. Fausto ha però un carattere burbero e dice sempre ciò che pensa, senza curarsi delle conseguenze. Giovanni è invece timido e riservato, e non sopporterà di dover rispondere agli ordini spesso stravaganti del capitano. Dopo aver fatto tappa a Genova e a Roma, i due giungeranno finalmente a Napoli, lì dove troveranno anche la giovane e affascinante Sara (Agostina Belli), da tempo innamorata di Fausto...
Diretto da Dino Risi e scritto dal regista con Ruggero Maccari, Profumo di donna è uno dei film italiani più importanti degli anni Settanta, che unisce commedia e dramma con leggiadra maestria. Interpretazione indimenticabile di Vittorio Gassman, qui premiato con il David di Donatello: un personaggio pieno di sfumature che con il proprio dolore ha costruito un muro intorno a sé stesso, che solo l'amore sincero di una ragazza potrà provare a scalfire.
Per il film anche due candidature agli Oscar nel 1976, tra cui quella per la sceneggiatura adattata (la pellicola venne tratta dal romanzo Il buio e il miele di Giovanni Arpino). Splendide le musiche di Armando Trovajoli.
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10. C'eravamo tanto amati (1974)
Antonio (Nino Manfredi), Gianni Perego (Vittorio Gassman) e Nicola Palumbo (Stefano Satta Flores) sono tre amici che hanno preso parte alla Resistenza contro i nazifascisti, e nel dopoguerra ripongono le loro speranze per il futuro. Antonio fa il portantino in ospedale ed è appassionato di politica; Gianni è divenuto un brillante avvocato; Nicola è professore di Lettere e grande intenditore di cinema. A dividerli sarà l'amore per la stessa donna, l'aspirante attrice Luciana (Stefania Sandrelli). Avranno alterne fortune, nella Roma che va dal 1948 agli anni '70. Ma un giorno si ritroveranno, ancora una volta.
Diretto da Ettore Scola e scritto dal regista con Age & Scarpelli, C'eravamo tanto amati racconta un'epoca di illusioni e soprattutto delusioni: è il ritratto di una generazione che voleva cambiare (in meglio) l'Italia ma senza probabilmente riuscirvi, annegando nello spreco di ogni possibilità. Un capolavoro del cinema italiano per molti versi impareggiabile, del cui cast fanno parte anche Aldo Fabrizi e, soprattutto, Giovanna Ralli, nel ruolo di Elide, moglie di Gianni da lui mai del tutto apprezzata e per questo incompresa nella sua fragilità emotiva. Quello di Perego fu un altro ruolo dalle varie sfaccettature per Gassman, disegnato sul filo tra un amaro cinismo e un poco edificante arrivismo.
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11. La terrazza (1980)
Su una terrazza romana, spesso si incontrano alcuni amici e conoscenti, ospiti di una coppia che adora riunire molte persone attorno a sé. Tutti loro si confrontano e confessano le proprie vicissitudini, non senza un briciolo di rassegnazione. È il caso, ad esempio, di Enrico (Jean-Louis Trintignant), uno sceneggiatore in profonda crisi. Vi è anche Amedeo (Ugo Tognazzi), un produttore che per scelta finanzia solo film rivolti a un pubblico popolare ma, convinto dalla moglie a dare seguito a un progetto più ambizioso, andrà incontro a un inevitabile insuccesso. Luigi (Marcello Mastroianni) è invece un giornalista in crisi coniugale con la moglie Carla (Carla Gravina). Vi è anche Sergio (Serge Reggiani), che desiderava diventare uno scrittore e si è dovuto accontentare di un piccolo impiego televisivo. Mario (Vittorio Gassman) è un ex partigiano ora divenuto deputato del partito comunista, ma ha visto affondare tutti gli ideali per i quali aveva combattuto e in cui credeva fortemente. La sua unica consolazione è incontrare sulla terrazza l'amata Giovanna (Stefania Sandrelli) ...
Diretto da Ettore Scola e scritto dal regista con Age & Scarpelli, La terrazza propone uno spaccato contemporaneo, nello stile straordinario dell'autore romano. Un cast sensazionale nel quale si ritrovarono grandi amici e colleghi che hanno fatto la storia del cinema italiano. Al Festival di Cannes del 1980, La terrazza venne premiato per la sceneggiatura e per la prova di Carla Gravina, ma sono ovviamente da ricordare anche le interpretazioni - tra gli altri - di Gassman, Tognazzi e Mastroianni.
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12. La famiglia (1987)
Roma. Nel quartiere Prati vive Carlo, un anziano professore, che giunto agli ottant'anni ripensa al proprio passato e rievoca i ricordi del tempo trascorso. In quella casa, la sua famiglia ha vissuto per generazioni, e ogni decennio tra il 1906 e il 1986 ha molto da raccontare. In origine vi erano suo padre Aristide, un impiegato, e sua madre Susanna, amante del canto lirico; con loro anche le zie Margherita, Luisa e Ornella, nubili e inseparabili. Con il passare degli anni, il rapporto tra Carlo e suo fratello Giulio diventa sempre più difficile, arrivando a un aperto contrasto durante il periodo fascista, anche a causa delle simpatie verso il regime di quest'ultimo. Durante gli anni dell'università, Carlo conoscerà, per poi sposarla, la dolce Beatrice, ma coltiverà per lungo tempo una passione per sua sorella, l'affascinante pianista Adriana...
Diretto da Ettore Scola e scritto dal regista con Furio Scarpelli e Ruggero Maccari, La famiglia è un magnifico affresco di storia italiana raccontato attraverso il ricordo di persone comuni, ma che hanno dapprima resistito a due guerre e poi guidato il Paese nella rinascita del dopoguerra e della ripresa economica, fino a giungere all'epoca contemporanea di relativo benessere. Vittorio Gassman spicca in un grandissimo cast corale, composto da Stefania Sandrelli, Massimo Dapporto, Fanny Ardant, Sergio Castellitto, Andrea Occhipinti, Giuseppe Cederna, Philippe Noiret, Athina Cenci, Jo Champa, Ottavia Piccolo, Monica Scattini, Ricky Tognazzi e molti altri. Un bellissimo canto del cigno del cinema italiano classico.
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