Vita da Carlo 3, recensione: Verdone immagina la sua conduzione di Sanremo

La serie sulla vita romanzata di Carlo Verdone continua a migliorare: sempre più autoironico, questa volta il regista, attore e sceneggiatore si pensa alla conduzione del Festival della canzone italiana. E c'è anche Maccio Capatonda. Su Paramount+ dal 16 novembre.

Carlo Verdone in Vita da Carlo 3

Dopo la candidatura a sindaco di Roma e l'impegno per girare il primo film drammatico della sua carriera, nella terza stagione di Vita da Carlo Verdone continua a sognare in grande: questa volta si immagina alla conduzione del Festival di Sanremo. E, data la portata della passione per la musica del regista, attore e sceneggiatore (la sua collezione di vinili è leggendaria), questa idea è perfetta per esplorare, anche se in versione romanzata, questa parte della personalità del protagonista.

Vita Da Carlo 3 Verdone Stokholma
Carlo Verdone ed Ema Stokholma in Vita da Carlo 3

In streaming su Paramount+ dal 16 novembre dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024, Vita da Carlo 3 è la stagione migliore della serie, sia per scrittura che per fattura. È stata infatti (per fortuna!) messa da parte la fotografia "smarmellata", come direbbe il Duccio Patané di Boris, della prima e le numerose guest star questa volta sono molto più organiche al racconto, rispetto a quanto fatto nella seconda.

Abbiamo, tra i tanti: Gianna Nannini (in un ruolo da villain gustosissimo), Gianni Morandi, Zucchero, Nino D'Angelo, Roberto D'Agostino, Betty Senatore, Serena Dandini, Ema Stokholma e Maccio Capatonda. Questi ultimi due in ruoli più consistenti. Tutti interpretano se stessi, senza paura di mostrarsi in una versione peggiore. Hanno infatti accettato di farsi ritrarre come deliranti, sadici, completamente esauriti o cattivissimi. E il primo a farlo è proprio lo stesso Verdone, che dimostra di essere sempre più autoironico.

Il Sanremo di Carlo Verdone

Come sarebbe quindi il Sanremo di Carlo Verdone? All'insegna della "qualità o morte", sempre per citare Boris, questa volta però René Ferretti. Aiutato da Roberto D'Agostino, fondatore di Dagospia, va quindi in giro per i locali di Roma a scovare nuovi talenti. La strana coppia si innamora di Lucio Corsi, cantante toscano di ispirazione glam rock. E invece rifiuta bruscamente una proposta di una veterana come Gianna Nannini, che non la prende affatto bene: trasformare la rocker in una dei villain della serie è un'idea geniale.

E non è l'unica, come dicevamo, a stare al gioco e mostrarsi in una veste per nulla positiva: Stokholma, scelta come co-conduttrice del festival, è una cleptomane, Maccio Capatonda soffre di personalità multipla ed è un pessimo cantautore (anche se la sua canzone Armando è una hit comica che può fare concorrenza a "Mignottone Pazzo" di Michela Giraud, un filone, questo, dei brani degli stand-up comedians, che andrebbe esplorato). Qualcuno si fa arrestare, altri hanno un problemi con il gioco d'azzardo. Nessuno è perfetto nella vita di Verdone, che, per primo, ha il grande difetto di non saper dire no a nessuno.

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Vita da Carlo 3 è la stagione migliore

Vita Da Carlo 3 Dagospia
Roberto D'Agostino e Carlo Verdone in Vita da Carlo 3

La scrittura brillante, che si deve a Pasquale Plastino e Luca Mastrogiovanni, unita alla regia di Valerio Vestoso (autore anche della serie No Activity - Niente da Segnalare), rende Vita da Carlo 3, oltre che la stagione più riuscita, anche quella più cinefila. Gli autori si sono sbizzarriti a citare moltissimi film, da Psycho di Alfred Hitchcock a Eyes wide shut di Stanley Kubrick. E Verdone stesso continua a scherzare anche sul proprio percorso artistico, non sottraendosi alla satira e, anzi, riconoscendosi diversi difetti, tra cui quello di non saper dire no. Dire sì a questa serie però è stata una buona idea: si va verso la conclusione con la quarta stagione, l'ultima, le cui riprese sono imminenti. Speriamo quindi che l'ultima nuova impresa affidata a Verdone sia sempre più grande, in modo da poterci scherzare ancora di più e ancora meglio.

Conclusioni

La terza stagione di Vita da Carlo è la più riuscita: per scrittura, regia, guest star utilizzate in modo organico alla storia. Questa volta Verdone immagina di condurre il Festival di Sanremo: se fosse divertente come nella serie, sarebbe qualcosa da vedere assolutamente. Strepitose tutti gli artisti, da Maccio Capatonda a Gianna Nannini, che hanno accettato di mostrarsi in una versione peggiorata di loro stessi.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • La simpatia e l'autoironia di Carlo Verdone.
  • La scrittura brillante.
  • La regia di Valerio Vestoso.
  • Gianna Nannini in un ruolo da villain.

Cosa non va

  • Se non avete amato le precedenti stagioni forse non vorrete vedere questa, ma è l'occasione per riprovarci, visto che è la più riuscita.