La prima scena di Vita da Carlo, che arriva in streaming con la seconda stagione - già rinnovata per la terza - su Paramount+ dal 15 settembre (con i primi tre episodi e poi con gli altri, 10 in tutto, ogni settimana), è questa. Carlo Verdone, nei panni di se stesso, sta presentando il suo libro. Si presenta lì Fabio Traversa, l'attore che per tutti è l'indimenticabile Fabris di Compagni di scuola. "Scusi, dove dovremmo esserci conosciuti?" se ne esce Verdone, che nella finzione della serie finge di non riconoscerlo, come da tradizione. È un segnale. Significa che Carlo Verdone, nella seconda stagione della serie che racconta in maniera romanzata la sua vita, ha deciso di affrontare il suo passato - i vecchi film, i personaggi - e di riportarli alla luce. È una sorta di Verdone Legacy, come si direbbe in una produzione americana. Ma Carlo Verdone, in occasione della presentazione, avvenuta ieri a Roma alla Casa del Cinema, ha svelato di più: Fabris potrebbe essere il villain della sua serie.
"Mi sono sempre sentito in colpa nei confronti di Fabio Traversa" spiega con affetto Verdone avvicinandosi a lui. "Gli ho affibbiato un personaggio come Fabris, a causa del quale dal 1988 viene fermato per strada, con frasi del tipo: Fabris devi cambiare la carta di identità. E mi dispiace. Fabio dice che è un piacere e che così è diventato immortale. Così ho voluto scrivergli un bel ruolo per risarcirlo. È un ruolo fantastico e lo ha svolto nel migliore dei modi. Dall'episodio 5 e dall'episodio 6 ha una grande sterzata e diventa qualcosa di diverso, grazie all'interpretazione e al rapporto tra me e lui. Inizia la vendetta di Fabris. Nelle prime puntate sembra uno squilibrato. Ma lo è ancora di più. Abbiamo girato delle scene alla Fritz Lang, dove Fabris fa cose incredibili". "Sono grato a Carlo Verdone per questo rilancio artistico, perché lui umanamente è una bravissima persona" interviene Fabio Traversa, che per tutti è e sarà sempre Fabris. "Vorrei dare, se non un suggerimento, un'idea. In un'ennesima serie potrebbe essere un ottimo allenatore della Roma: ha capacità di motivare una troupe, ha la capacità di ottenere il meglio da tutti". Accanto a Carlo Verdone in Vita da Carlo 2 tornano grandi protagonisti dei suoi film, come Claudia Gerini e Christian De Sica, guest star come Maria De Filippi e Zlatan Ibrahimovic e un idolo delle nuove generazioni come la popstar Sangiovanni.
"A novembre iniziamo a girare la terza stagione"
Ma la grande notizia è che la serie di Carlo Verdone andrà avanti, è stata rinnovata per la terza stagione. "La terza stagione abbiamo iniziato a scriverla a maggio giugno e abbiamo appena consegnato la sceneggiatura" conferma Verdone. "A novembre cominciamo a girare e sarà un'altra bella faticata. Il copione è venuto bene, sarà molto complesso". Ma com'è questa nuova Vita da Carlo? "Questa seconda stagione l'ho presa con una certa paura" confessa. "Fare meglio della prima era un'impresa pericolosa. Ma con gli sceneggiatori abbiamo cercato di strutturarla in maniera più solida, di creare dei colpi di scena importanti che dovrebbero spiazzare il pubblico. Più che altro c'è un tono autobiografico più presente che nella prima. Lì ero un uomo di spettacolo prestato alla politica, qui sono io che voglio fare il mio film d'autore: si parla molto di me, di come intendo farlo, della la difficoltà di mettere su questo film". Nella finzione della serie quello che Verdone vuole girare è Maria Effe, un film d'autore che nessuno vuole fargli fare, un film intimista che racconta una sua storia d'amore in gioventù con una prostituta.
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"Sangiovanni ha messo in campo le sue timidezze"
Tra le difficoltà del Verdone regista, nella serie, c'è anche quella di vedersi imposto un giovane attore, un cantante come Sangiovanni, che nel film fa se stesso. E che Verdone, nella realtà, invece è stato felice di accogliere. È un elemento importante per aprire la serie verso un pubblico più giovane. "Sangiovanni si è comportato non bene, benissimo, ha preso le misure la prima settimana, si è adeguato, ed è stato se stesso, ha messo in campo le sue timidezze, i silenzi, i momenti di riflessione, le sue paure e le sue stranezze". "È stata un'esperienza incredibile, diversa da tutto quello che ho fatto prima" fa eco Sangiovanni. "Vengo da un mondo differente, tante cose sono diverse, la prima settimana ho dovuto adeguarmi a un altro tipo di pianeta". Accanto a Sangiovanni, nell'immaginario film da girare, nei panni di Maria Effe c'è Ludovica Martino, nel ruolo spassoso di una se stessa alternativa, un'attrice altezzosa che vuole girare solo con Favino e Marinelli e disprezza Sangiovanni. "Mi scuso tanto per le parolacce, non mi ricordavo di averne dette tante", racconta divertita ed emozionata. "Per me è stato un onore immenso, Carlo lo sa, ne abbiamo parlato tante volte. Tratto male Sangiovanni, gli dico che non sa recitare, gli dico cose terribili. In realtà è stato un grande. siamo entrati subito in sinergia".
"Un film d'autore mi manca moltissimo"
Ma quel film che in Vita da Carlo Verdone cerca di portare a termine fa pensare a tante cose. A un film autoriale a cui Verdone ha probabilmente pensato più volte e non ha mai realizzato completamente. Ne ha sentito la mancanza nella sua carriera? "Se mi manca un film d'autore?" si chiede lo stesso Verdone. "Io credo che Un sacco bello, Compagni di scuola, Al lupo al lupo siano film d'autore. Certo, mi manca il film dove faccio il regista e posso raccontare una storia non necessariamente comica. Sì, mi manca moltissimo". "Te lo faccio fà io", interviene dalla platea Stefano Ambrogi, che nella serie interpreta il suo produttore Ovidio Cantalupo, volgare e becero. "Sarei contento di occuparmi della direzione degli autori, forse un domani vorrei scrivere un piccolo romanzo e vediamo se il produttore sarà interessato a farmelo fare" continua Verdone.
"Nelle serie non hai le costrizioni di un film"
Carlo Verdone tornerà a fare il cinema ("è nel nostro contratto" dice a proposito), ma ora il suo mondo sono le serie. Che, rispetto al cinema, hanno pro e contro. "Girare una serie è più faticoso che girare un film" spiega. "Arrivi alla fine che preghi Dio di andare in campagna e recuperare il sonno. La serie ha un vantaggio, che quando scrivi hai un campo enorme come un campo da calcio: non hai le costruzioni di un film, che deve durare un'ora e cinquanta e deve avere la sua struttura, la svolta ecc. La serie ti consente di dilatare tutto e da scrivere è più facile. Ogni pomeriggio avevamo sei pagine pronte, a volte ne avevamo otto, nove. Quando scriviamo un film ne scriviamo due al giorno. Siamo in forma, siamo a nostro agio su Vita da Carlo".
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"Mi piacerebbe girare un film con Christian De Sica"
Come vi abbiamo spiegato in apertura, questa seconda stagione di Vita da Carlo è una sorta di Verdone Legacy, o un Verdone Cinematic Universe dove tutti - o molti - dei suoi personaggi tornano in scena, o hanno il loro omaggio. Di Fabris abbiamo detto. Ma nell'episodio 3 c'è anche uno spassoso revival del duetto di Borotalco con Christian De Sica, sulle note di On Broadway. Avrebbe voglia di far ancora un film con lui? "Mi piacerebbe" confessa Verdone. "Quando gli attori sono bravi mi trovo bene. Ci deve essere l'idea, un buon soggetto. Magari viene un buon soggetto, ma mi viene in mente che un altro attore è più indicato. O magari Christian è indicato ma non coincidono le date. Con Christian si potrebbe fare, non abbiamo mai diviso bene al 50 per cento un film. Tutto è possibile. È mio cognato gli voglio bene, è un bravo attore".
"Abbiamo scelto Paramount perché ha accettato le nostre condizioni"
A proposito di serie, alla presentazione di Vita da Carlo si è capito anche perché, fatto piuttosto raro, la serie sia passata da Prime Video a Paramount+ dopo la prima stagione. "Siamo passati a Paramount+ perché ci piace Paramount" ha dichiarato onestamente Aurelio De Laurentiis. "Perché è cinema, è lo studio cinematografico. Amazon voleva fare la seconda serie ma non è stata all'altezza della mise che ha messo sul tavolo Paramount. Ha accettato le nostre condizioni al volo e ci siamo legati a loro. Un produttore fa le cose senza legarsi le mani. Con Paramount non ci siamo mai battibeccati per la campagna pubblicitaria: hanno sposato in pieno la maniera in cui per anni ho promosso i miei film". "Questa è la nostra prima produzione comedy, un contenuto che abbiamo fortemente voluto sposando l'idea delle star del cinema" ha spiegato Antonella Dominici di Paramount+. "È un prodotto molto italiano in un genere non facile, come la commedia, ed era il miglior modo possibile per entrare in maniera determinata nel mercato italiano. È una battaglia che abbiamo combattuto, e Vita da Carlo è una cosa che rappresenta l'italianità; è una scelta che abbiamo fatto a livello internazionale: avere Carlo come rappresentante della Commedia all'Italiana".
"Barbie: perché è piaciuto così tanto?"
Non sono, come di consueto, mancate le domande sullo stato del cinema, su cui Verdone ha parlato a lungo. Ha detto che ci vorrebbero nuove idee, nuovi attori, capire che cosa vuole il pubblico. "Barbie è un successo per i cinema, per gli esercenti, i proprietari delle sale" spiega. "Ma non è un film italiano. Ma ha un'idea dentro. Poniamoci la domanda perché è piaciuto così tanto. Io come sò entrato sò uscito... forse mi è sfuggito qualcosa..."