Virgin River 4, La recensione: per tutti arriva il momento di elaborare i traumi del passato.

La recensione di Virgin River 4: dal 20 luglio su Netflix, la serie ideata da Sue Tenney promette di chiudere tutte le parentesi e di farsi strada per la stagione finale.

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Virgin River 4: una scena della nuova stagione

Ci sono serie TV che hanno la qualità di intrattenere, regalare emozioni ed al tempo stesso entrare così tanto nella famiglia dello spettatore, da farsi perdonare tutto, anche qualche piccola esagerazione o storyline di troppo. La recensione di Virgin River 4 confermerà che la serie ideata da Sue Tenney e tratta dai romanzi di Robyn Carr, si fa amare anche quando diventa un po' bulimica. Con la conferma di una quinta e ultima stagione, le cui riprese inizieranno in questo mese di luglio 2022, la quarta finalmente si rilassa e senza paura non solo chiude tutte le faccende irrisolte con cui si era riempita la terza stagione, da noi definita ponte, ma azzarda addirittura a chiudere con il "botto" di almeno altri due colpi di scena. Anche con una stagione 3 abbastanza lenta e inconclusiva, è necessario un 'dove eravamo rimasti' per proseguire fluidamente con il discorso, anzi, più che altro aspettavamo le risposte a mille domande tra cui le due fondamentali: il padre del bambino di Mel e il destino di Hope, ricoverata in ospedale in condizioni critiche. Conosciamo i nostri polli ormai e così come siamo abituati all'abuso di cliffhanger e piccoli momenti di crisi apparente, sappiamo anche che Virgin River si rifiuta sempre di rispondere direttamente alle domande con cui ci lascia in sospeso ma riparte sempre dal dopo, da quando a quell'avvenimento è già stata trovata una prima chiusura. Come da copione dunque, Mel (Alexandra Breckenridge) e Jack (MMartin Henderson) sono ancora insieme e seppur felici per la gravidanza, vivono sia la paura di complicazioni (ricordiamo che Mel aveva subito il trauma di una bimba nata morta) che il timore di fare il test del DNA sul feto. Intanto Hope è viva ma coi postumi di un trauma al cervello e restia alla riabilitazione.

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Virgin River 4: Alexandra Breckenridge in una scena

I fan di Virgin River avranno pane per i loro denti poiché a vecchie e nuove gravidanze, il mistero da risolvere sul tentato omicidio di Jack della seconda stagione, il rapimento del piccolo Christopher e il dominio criminale di Calvin si aggiungeranno nuovi personaggi, nuove storyline e ciliegina sulla torta, anche un bel bagaglio da portare a compimento nella quinta stagione. Quello della stagione 4 è un viaggio in 12 episodi che vale la pena di essere vissuto, nonostante alcune esagerazioni a rischio degenerazione dentro la categoria soap-opera. Il segreto è riempire di dettagli anche le apparenti assurdità e in questo Sue Tenney e collaboratori ne sanno una più del diavolo. Virgin River 4 dimostra di essersi guadagnata la fiducia degli spettatori che avevano vissuto la lenta stagione 3 con un po' di disappunto per le infinite parentesi aperte e mai veramente chiuse.

Diventare genitori, risolvere i conflitti

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Virgin River 4: una scena della nuova stagione

Charmaine e i suoi gemelli a parte, anche per Mel e Jack è arrivato il momento di confrontarsi con cosa vorrà dire diventare genitori. Virgin River 4 riesce a dare lo stesso spazio ai conflitti interiori di entrambi i futuri genitori con un'attenzione particolare su Jack che ha, quasi più di Mel, un bel po' di carichi emotivi da elaborare all'attivo. La prima e insospettabile questione irrisolta è quella che l'ex marine ha con il padre, che per lui avrebbe voluto un destino brillante con tanto di laurea a Berkeley e invece si è ritrovato un militare-proprietario di un bar in una piccola cittadina di provincia. Come vediamo dal trailer, Jack si troverà a dover risolvere il primo e timoroso interrogativo che si fanno tutti coloro che stanno per imbarcarsi nell'avventura genitoriale: se non ho un buon rapporto con i miei genitori, riuscirò ad essere diverso, un riferimento per i miei figli? Su questi temi, Virgin River non è mai superficiale nonostante un implicito dovere di leggerezza e non sempre la fa semplice o veloce come spesso accade in questo tipo di show. La fa, però, più facile di quel che è? Sicuramente sì ma, allo stesso tempo, le sue soluzioni sono sempre verosimili, accettabili, comprensibili.

Elaborare il trauma

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Virgin River 4: una scena della nuova stagione

Lo avevamo sottolineato anche nella recensione di Virgin River 3, uno dei pregi della serie era non sottovalutare l'impatto che i traumi del passato hanno sulla psiche umana. Virgin River 4 non solo non li prende sottogamba ma dà ampio spazio e i tempi giusti all'elaborazione di lutti, shock, incidenti, tragedie. Tutti, a cominciare da Mel, passando per Jack, Hope e Brie, per andare avanti, devono trovarsi faccia a faccia con le loro paure e blocchi e attraversarli per poter abbracciare il futuro. Facciamo ancora una volta il caso di Jack: nella vita reale non sarebbe possibile, senza un aiuto/supporto psicologico, gestire emotivamente il carico di tre figli in arrivo, il senso di colpa per un giovane soldato perso in battaglia, un rapporto difficile con il proprio padre e anche un tentato omicidio ancora avvolto dal mistero. Accogliamo dunque la delicatezza con cui Virgin River mette in campo la necessità per Jack di chiedere una mano. Lo stesso vale per Hope (Annette O'Toole) alle prese con il lutto per la morte dell'amica Lilly (avvenuta mentre lei era in coma) e con un cervello che non ne vuole sapere di riprendersi del tutto. Anche Hope dovrà abbattere i muri della sua testardaggine e arrendersi ad accettare aiuto.

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Virgin River 4: Martin Henderson e Alexandra Breckenridge in una scena

Infine, ogni donna e aggiungeremmo ogni coppia, che sia passata per il difficile percorso emotivo di una gravidanza difficile e/o una perdita come una morte in utero, un aborto e un figlio nato morto, apprezzerà l'attenzione data da Virgin River alle montagne russe emotive vissute da Mel. La giovane infermiera oscilla per tutta la stagione tra una paura invasiva di perdere il bambino, i ricordi della figlia persa che la destabilizzano e la voglia, però, sana, di vivere questa gioia senza preoccuparsi di respirare. Commuove continuamente, dal prendere il tè invece del caffè fino a quelle mani sul grembo messe con timore, per non sperarci troppo.

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Succede tutto a Virgin River?

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Virgin River 4: una scena della nuova stagione

Arrivati alla stagione 4 di Virgin River, risulta chiaro che quella di introdurre sempre più storyline e colpi di scena è una vera e propria tecnica dello show. L'ideatrice Sue Tenney sarà andata a scuola da Shonda Rhimes perchè anche lei, come la mamma di Grey's Anatomy, sa giocare molto con il fattore soap-opera e tiene in aria i birilli della commedia romantica e quelli della telenovela con magistrale equilibrio. Il segreto, come anticipato ad inizio recensione, ci sembra essere quello di dettagliare tutto, spiegare il perché di quelle che al vederle e sentirle per la prima volta ci appaiono come delle assurdità.

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Virgin River 4: una scena della nuova stagione

Possibile che succeda tutto a Virgin River? Criminali così difficili da acciuffare per cui c'è bisogno di sceriffi, la narcotici e addirittura l'FBI; fratelli gemelli di padri snaturati che rapiscono nipoti; incidenti quasi mortali con tanto di coma, fisioterapie e allucinazioni ed ancora, misteriosi nipoti sbucati dal nulla e stupratori che tornano a minacciare. Chi ha guardato il trailer saprà che non c'è soltanto questo ma, anzi, vi avvertiamo che non finisce tutto qui, Virgin River chiuderà la quarta stagione lasciando a bocca aperta in almeno altre due occasioni. Un "ma che davvero?" scapperà più di una volta e ribadiamo che le ragioni per cui crediamo a tutte queste improbabili situazioni spiattellate dentro la tranquillità della piccola e rustica cittadina sono la naturalezza, lo humour con cui vengono accolte anche dai protagonisti e il modo dettagliato con cui vengono spiegate. Touché per Virgin River 4, avanti con la stagione finale.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione della quarta stagione di Virgin River, dichiarando di essere stati premiati per la fiducia riposta nella serie, nonostante la stagione 3 fosse lenta e solo anticipativa della 4 perché lo show chiude tutte le parentesi aperte in precedenza e ne apre di nuove. C’è il giusto spazio per tutti i personaggi per venire a capo dei loro traumi, lutti e questioni irrisolte e l’energia giusta è data anche dal carico di situazioni ai limiti della soap-opera che però, riescono a mantenersi in equilibrio, suscitare interesse e non degenerare. Sue Tenney e la sua Virgin River si meritano la conferma della quinta e ultima stagione e ci lasciano, felicemente, col fiato sospeso fino al prossimo anno.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • A tutti i personaggi è dato spazio per risolvere i propri traumi ed essere finalmente felici.
  • C’è grande rispetto e verosimile accuratezza per i percorsi che affrontano i protagonisti.
  • La sensazione di stare in compagnia di persone di famiglia è ancora più accentuata.

Cosa non va

  • È piena zeppa di situazioni al limite dell’assurdo, quasi sfociando in soap-opera.
  • Ogni tanto la fa un po’ troppo facile.