Venne dal freddo, recensione: Netflix e le spie fuori dal comune

La recensione di Venne dal freddo, serie spionistica di Netflix che rilegge in chiave inattesa la figura dell'infiltrato russo.

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Venne dal freddo: un'immagine della serie

Lo spionaggio va sempre per la maggiore, al cinema, in televisione e sulle piattaforme, ed è per questo motivo che ci ritroviamo a scrivere questa recensione di Venne dal freddo, nuova serie Netflix che nasce dalla fantasia di Adam Glass e già nel titolo ammicca a uno dei capisaldi del genere: La spia che venne dal freddo, terzo romanzo di John Le Carré e ritratto sublime della parte più nera e meno spettacolare del mondo dei servizi segreti. Le somiglianze però si fermano lì, perché la serie non è un adattamento del testo di Le Carré e non ha nulla da spartire con il compianto autore britannico in termini di tono e atmosfere: qui, una volta esplicitato l'angolo narrativo che Glass vuole esplorare, siamo in territori decisamente fracassoni, ideali per chi arriva sulla home di Netflix in cerca di qualcosa di divertente e poco impegnativo. N.B. La recensione, senza spoiler, si basa sulla visione in anteprima della stagione completa.

Un passato ineluttabile

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Venne dal freddo: un'immagine del secondo episodio

Venne dal freddo recupera l'accezione popolarizzata da Le Carré, quella della spia che si ritira a vita privata (nel romanzo, si parla di rimanere al freddo quando tale richiesta viene respinta). Difatti, quando facciamo la conoscenza di Jenny Franklin (Margarita Levieva, attrice americana di origine russa), lei è in vacanza in Europa con la figlia, con poco o nulla di cui preoccuparsi. Questo fino al momento in cui si imbatte nella CIA, che è al corrente del suo oscuro segreto: lei era un'infiltrata del KGB, e anche se non fa più parte di quel mondo, esso continua a fare parte di lei. Jenny è infatti l'unica superstite di un esperimento che dava ai soggetti capacità sovrumane, ed è proprio tale aspetto che gli americani vogliono sfruttare per un'operazione delicata. Lei si ritrova quindi, suo malgrado, di nuovo invischiata in una realtà che credeva di essersi lasciata alle spalle, al centro di un gioco di potere dove è in dubbio la fiducia non solo nei confronti di Chauncey, il coordinatore statunitense, ma anche di sé stessa, perché il modo in cui il passato riaffiora non è particolarmente rassicurante...

Spia e lascia spiare: gli intrighi orditi da John Le Carré sullo schermo

Dalla Russia con stupore

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Venne dal freddo: una scena della serie

Adam Glass è un veterano di varie serie da network, principalmente Supernatural, ma è anche un apprezzato autore di fumetti, con al suo attivo alcune storie di Deadpool e soprattutto la gestione iniziale, durante il rilancio della DC Comics noto come New 52, del mensile dedicato alla Suicide Squad. E c'è un che di fumettoso nell'impostazione dello show, che procede per peripezie, colpi di scena e cliffhanger, prendendo elementi noti e rielaborandoli in chiave pulp, forse anche per distanziarsi - volutamente - da qualcosa come The Americans. Un'operazione che si regge soprattutto sulle duplici spalle di Levieva, in inglese e in russo, con il supporto di un apparato action di fattura non indifferente, parte della cifra stilistica della serie grazie alla regia, nei primi episodi, di Ami Canaan Mann, figlia d'arte che evidentemente ha imparato non poco dal padre Michael Mann. Nulla di rivoluzionario (gli altri personaggi sono scolpiti con l'accetta, e prima di arrivare al succo del discorso c'è da superare lo scoglio di un primo episodio un po' faticoso), ma per chi vuole un bingewatching senza pretese per il weekend è una proposta abbastanza discreta.

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Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Venne dal freddo, sottolineando come la nuova serie Netflix rielabori in modo interessante, ma non sempre equilibrato, gli stilemi della spy story in ottica USA vs. Russia.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • Margarita Levieva è bravissima.
  • Le scene d'azione funzionano alla grande.
  • La premessa è intrigante...

Cosa non va

  • ... ma appesantita da diversi tempi morti, soprattutto nel primo episodio.