La 74 edizione della Mostra del Cinema di venezia sta per concludersi. Quali impressioni abbiamo tratto dalle opere mostrate in questi dieci giorni? Principalmente abbiano apprezzato il livello piuttosto alto del concorso, che ha visto il ritorno gradito di autori come il messicano Guillermo del Toro, il tunisino Abdellatif Kechiche e gli americani Alexander Payne e Darren Aronofsky. Tanti i film italiani, molti di ottima fattura, più un esordio americano per il livornese Paolo Virzì che è molto stato apprezzato dalla critica nostrana e anche da noi.
Il film che ha messo d'accordo tutti è, però, Tre manifesti a Ebbing, Missouri, lucido dramma con venature umoristiche ambientato nella provincia americana con una straordinaria Frances McDormand. Capolavoro di scrittura e recitazione. Altro colpo di fulmine della redazione è Mektoub, My Love: Canto Uno. Kechiche dalle nostre parti è un autore molto amato e il suo diario sentimentale post adolescenziale affascina grazie alla sua capacità di creare un senso di prossimità tra lo spettatore e i personaggi.
A scompigliare il concorso veneziano, nel bene e nel male, è stato però il titolo più divisivo degli ultimi anni. Si tratta del potentissimo Madre! di Darren Aronofsky, prova di forza di un autore che non si accontenta di compiacere il pubblico, ma punta a sconvolgerlo. Il film, interpretato dalla sua nuova musa Jennifer Lawrence, è stato accolto da applausi e fischi, molti fischi, suscitando anche reazioni scomposte in alcuni addetti ai lavori. Per noi è un sì. Pur essendo un film squilibrato lo abbiamo amato e difeso proprio per il coraggio registico dimostrato e per l'importante messaggio ecologista alla base del film.
Tra gli italiani oltre all'ottimo Ella & John - The Leisure Seeker, il nostro colpo di fulmine è il sorprendente Ammore e Malavita dei Manetti Bros. che hanno alzato l'asticella del loro cinema artigianale e citazionista con un musical coinvolgente e divertentissimo ambientato nella Napoli criminale. Sempre a Napoli è ambientata la bella pellicola d'animazione Gatta Cenerentola, anch'essa molto amata da alcuni di noi.
Tra le pellicole da noi meno amate spicca il biopic Loving Pablo . Su Pablo Escobar si è già detto tutto. Se in un film non funzionano neppure due star come Penelope Cruz e Javier Bardem (per altro marito e moglie nella vita) resta poco da fare. Poco apprezzato anche l'italiano Una famiglia, pellicola dallo script pieno di incongruenze e davvero poco credibile. Spesso amiamo Micaela Ramazzotti e la sua naturale drammaticità, ma qui la regia non la aiuta per niente.
Di seguito trovate le preferenze della nostra redazione.
Max Borg
Top 5
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1 - Mektoub, My Love: Canto Uno: una celebrazione della vita e dei corpi, un racconto estivo fluviale e struggente. Kechiche si è superato.
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2 -The Shape of Water: una fiaba incantevole dall'inizio della fine, intrisa di cinefilia e dominata dalle grandissime interpretazioni di Sally Hawkins, Doug Jones e Michael Shannon.
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3 - Gatta Cenerentola: l'animazione italiana raggiunge nuove vette con questa rivisitazione di un classico in una Napoli futuristica ma in realtà assolutamente senza tempo. Colonna sonora da urlo!
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4 - Tre manifesti a Ebbing, Missouri: Martin McDonagh si riconferma un grandissimo drammaturgo per lo schermo, stravolgendo gli schemi del revenge movie con brio e cattiveria.
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5 - Ex Libris: New York Public Library: Frederick Wiseman prosegue nella sua analisi personale e al contempo universale di microcosmi che racchiudono mondi più vasti.
Film italiano
Gatta Cenerentola: vedi sopra
La sorpresa
Sally Hawkins in The Shape of Water raggiunge nuove vette recitative.
Il mostro della mostra
Una famiglia: Irritante, eccessivo, progressivamente deplorevole. La delusione più cocente del festival.
Scena cult
La cover napoletana di Flashdance in Ammore e Malavita.
Scena scult
Gli ultimi 15-20 minuti di Una famiglia.
Antonio Cuomo
Top 5
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1 - The Shape of Water, che ci mostra un del Toro finalmente compiuto come ne Il labirinto del fauno.
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2 - Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Per lo script fenomenale e la straordinarie interpretazioni.
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3 - Madre!: per il coraggio di osare, pur rischiando di sbagliare, ma puntando a un prodotto ambizioso e stimolante.
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4 - Foxtrot, un film probabilmente imperfetto, ma denso di idee di messa in scena e momenti di surreale lirismo.
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5 - Ella & John - The Leisure Seeker, l'esordio americano di un Virzì capace di emozionare grazie alla sua coppia di magistrali protagonisti.
Film italiano
Ammore e Malavita, instant cult di questa edizione per i tanti momenti imperdibili e lo sguardo, di originale e ironica autorialità, sulla Napoli che si è imposta all'attenzione del grande pubblico di recente.
La sorpresa
Ammore e Malavita. Ancora lui, perché è migliore di quanto ci aspettassimo. E non ci aspettavamo poco!
Il mostro della mostra
Una famiglia, perché racconta male un tema delicato che avrebbe meritato altro approfondimento.
Scena cult
Il cammello che attraverso, placido e sereno, il passaggio a livello di Foxtrot.
Scena scult
Una Penelope Cruz urlante dietro il vetro antiproiettile che la protegge dai colpi dei sicari in Loving Pablo.
Valentina D'Amico
Top 5
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1 - Ammore e Malavita: un film che ti fa uscire dalla sala felice.
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2 - Tre manifesti a Ebbing, Missouri: scritto, diretto e recitato alla perfezione. Bella storia, originale, ironica con una Frances McDormand superlativa.
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3 - The Shape of Water: il miglior film di Guillermo del Toro da un bel po'. Fiaba suggestiva immersa in una messa in scena sontuosa.
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4 - Madre!: cinema potente e visionario. Aronofsky forgia la sua parabola ecologica con una serie di metafore imponenti. Ha diviso i cuori facendo discutere per giorni, di sicuro non è passato inosservato.
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5 - Suburbicon: George Clooney torna a dirigere con convinzione una cinica parabola. Il tocco dei fratelli Coen c'è e si vede tutto.
Film italiano
Ammore e Malavita (come sopra)
La sorpresa
Le polemiche sorte intorno a Madre! e le musiche di Ammore e malavita che continuano a risuonare al Lido da giorni.
Il mostro della mostra
The Private Life of a Modern Woman: autoreferenziale e supponente
Scena cult
L'incontro tra Ciro e Fatima in ospedale sulle note di Flashdance in Ammore e malavita
Scena scult
Il cilicio di Ethan Hawke in First Reformed e la scena in cui lui e Amanda Seyfried si librano in aria con dietro sfondi posticci.
Giuseppe Grossi
Top 5
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1 - Tre manifesti a Ebbing, Missouri: scrittura sopraffina, personaggi in divenire e l'America più sporca e polverosa che scopre di che pasta sono fatti il Perdono, la Giustizia e l'Amore.
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2 - Mektoub, My Love: Canto Uno: il cinema che ha fame di vita. Il cinema vissuto attraverso gli occhi curiosi ma sempre innocenti di un giovane alle prese con i tumulti della sua età inquieta.
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3 - Foxtrot: Ci sono guerre che si combattono insieme e altre che si vivono da soli. Tra soldati e padri di famiglia, ecco una meravigliosa rielaborazione dei peggiori traumi di uomini e popoli.
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4 - The Shape of Water: Una fiaba liquida che riporta a galla il talento visionario e il tocco magico di Del Toro. Assieme all'amore per la diversità e per quell'ancora di salvezza chiamata "cinema".
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5 - Ella & John - The Leisure Seeker - Un viaggio on the road delicato e malinconico. A confermare la maturità di un autore coerente come Paolo Virzì.
Film italiano
Ammore e Malavita: Criminalità neomelodica raccontata con ironia, attraverso un utilizzo divertente e intelligente degli stereotipi sulla città di Napoli.
La sorpresa
Il talentuoso Noah Jupe visto in Suburbicon. Segnatevi questo nome: tra qualche anno diventerà Spider-Man.
Il mostro della mostra
Loving Pablo: un biopic fiacco, banale, per niente "stupefacente" e con una Penelope Cruz ai minimi storici
Scena cult
Ovviamente l'adattamento partenopeo di What a feeling nelle corsie d'ospedale canterine di Ammore e Malavita.
Scena scult
La sparatoria di Loving Pablo con una Penelope Cruz urlante
Luca Liguori
Top 5
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1 - Mektoub, My Love: Canto Uno: dopo La vita di Adele, Kechiche torna a raccontarci la gioventù, gli amori e i desideri con una naturalezza che non ha eguali nel mondo del cinema.
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2 - Tre manifesti a Ebbing, Missouri: una sceneggiatura pressoché perfetta, un cast eccezionale guidato da una Frances McDormand gigantesca ed una tensione crescente che ne fa un film indimenticabile.
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3 - Foxtrot: un film imperfetto che contiene però forse alcune delle immagini più potenti dell'intero festival. Una seconda opera tanto attesa e tanto difficile che non è mai banale.
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4 - The Shape of Water: non sono mai stato un grande fan di Del Toro, eppure questo suo nuovo lavoro mi ha veramente conquistato per la sua poesia. Ma anche per l'ironia e la cura dei dettagli. Personaggi bellissimi e una Sally Hawkins di cui è impossibile non innamorarsi.
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5 - Madre!: ha diviso la Mostra e ha, ingiustamente, preso più fischi che applausi. Eppure dovrebbe essere evidente a tutti la maestria di Aronofsky che in due ore davvero ci catapulta dentro un film densissimo e complesso, che chiede allo spettatore di riflettere e decodificare ogni singola, splendida immagine.
Film italiano
Ammore e Malavita dei Manetti è un film divertente ed originale che ti lascia con una gran voglia di rivederlo. E ricantarlo.
La sorpresa
Jim & Andy: The Great Beyond. The Story of Jim Carrey, Andy Kaufman and Tony Clifton: un documentario bellissimo ed emozionante che ci racconta un Jim Carrey completamente pazzo, ma anche dal gran cuore e dalla grande sensibilità.
Il mostro della mostra
Dove cadono le ombre: opera prima tutta italiana di Valentina Pedicini, che sarebbe anche coraggiosa e lodevole come idea, ma realizzata nel modo peggiore possibile.
Scena cult
Il discorso di una strepitosa Frances McDormand al prete in Tre manifesti a Ebbing, Missouri.
Scena scult
La "levitazione" di Ethan Hawke e Amanda Seyfried in Fist Reformed di Paul Schrader.
Stefano Lo Verme
Top 5
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1 - Mektoub, My Love: Canto Uno: l'intenso, avvolgente, trascinante "racconto d'estate" di Abdellatif Kechiche è il film più immersivo del Festival di Venezia 2017, e anche il mio personale Leone d'Oro del cuore.
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2 - Lean on Pete: il regista inglese Andrew Haigh fa centro per la terza volta consecutiva con un racconto di formazione on the road intenso e lancinante, che è riuscito a commuovermi fino alle lacrime anche grazie al bravissimo Charlie Plummer.
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3 - Tre manifesti a Ebbing, Missouri: dramma criminale, black comedy, ritratto satirico dell'America contemporanea, quello di Martin McDonagh è un film strepitoso che ci regala fra l'altro una delle migliori performance di Frances McDormand.
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4 - Suburbicon: e sempre a proposito di crime drama, di humor nero e di impietose notazioni sulla società americana, George Clooney si guadagna l'applauso grazie a un'irresistibile sceneggiatura dei fratelli Coen e a un cast in ottima forma.
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5 - The Shape of Water: tra fiaba romantica, atmosfere dark e affettuoso omaggio alla Hollywood classica, il nuovo film di Guillermo del Toro rappresenta una delle sue prove più affascinanti e convincenti.
Film italiano
Nico, 1988 : Susanna Nicchiarelli supera la difficile sfida del biopic costruendo un ritratto intimo e coinvolgente dell'icona del rock Nico, anche per merito della magistrale performance della protagonista Trine Dyrholm.
La sorpresa
Marvin: il film di Anne Fontaine è un coming of age duro ed emozionante nel raccontare la presa di coscienza di un giovane omosessuale attraverso l'arte e il teatro (con un bonus per la partecipazione di Isabelle Huppert... nel ruolo di se stessa!).
Il mostro della mostra
Quest'anno, per fortuna, sono riuscito a evitare film davvero pessimi, ma ho trovato Una famiglia di Sebastiano Riso un'opera decisamente poco riuscita, incapace di reggere il 'peso' del concorso ufficiale.
Scena cult
Il finale di Mektoub, My Love, con il giovane protagonista in riva al mare al tramonto, è una scena incantevole e malinconica che mi ha riportato alla mente Racconto d'estate di Eric Rohmer; una menzione speciale però va alla dolcissima sequenza musicale di You'll Never Know in The Shape of Water.
Scena scult
Il burrascoso confronto finale fra Javier Bardem e Penelope Cruz in Loving Pablo, così come il fallito agguato alla donna, mi hanno colpito per la recitazione insolitamente pessima della Cruz; ma per pescare una vera "scena scult", probabilmente basta prendere una sequenza a caso della seconda metà dello sconclusionatissimo Le Fidèle.
Luca Ottocento
Top 5
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1 - Foxtrot: l'opera seconda del regista israeliano Samuel Maoz, vincitore del Leone d'Oro nel 2009 con l'ottimo Lebanon, è eccelsa sul piano formale. Per quanto non perfettamente bilanciato, si tratta del film più audace e inventivo di Venezia 74.
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2 - Mektoub, My Love: Canto Uno: Kechiche confeziona un'opera a tratti ridondante, ma immersiva, sensoriale e seducente.
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3 - La Villa: intimo, potente e ottimamente scritto, il film di Robert Guédiguian è una delle più belle sorprese di questa edizione.
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4 - Ella & John - The Leisure Seeker: al suo primo lavoro americano, Paolo Virzì conferma la notevole capacità di emozionare fondendo con grande efficacia i registri del dramma e della commedia. Con un Donald Sutherland da applausi e un'ottima Helen Mirren.
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5 - The Shape of Water: Guillermo del Toro ha portato a Venezia quello che insieme a Il labirinto del fauno è il film migliore della sua carriera: equilibrato, misurato e dalle atmosfere assai suggestive. La prova di Sally Hawkins è straordinaria.
Film italiano
Nonostante sia girato negli Stati Uniti e si tratti di una co-produzione italo-americana, Ella & John di Paolo Virzì è l'opera nostrana complessivamente più riuscita vista al Lido. Per la motivazione, si veda la mia top 5.
La sorpresa
Ammore e Malavita dei Manetti Bros., musical ambientato nel mondo della camorra spassoso e pieno di trovate sorprendenti. Già da ora destinato a diventare un cult.
Il mostro della mostra
Non avendo avuto modo di vedere i film più bistrattati dalla critica come Una famiglia, Loving Pablo e Caniba, non riesco a esprimermi a riguardo. Il livello della Mostra in generale è stato buono, senza vette straordinarie né clamorosi fallimenti artistici.
Scena cult
Due scene musical di Ammore e malavita: quella iniziale in cui Carlo Buccirosso canta da dentro la bara al termine del suo funerale e quella in cui viene introdotta Scampia.
Scena scult
Il momento in cui Ethan Hawke, in First Reformed di Paul Schrader, si autoflagella improvvisamente davanti allo specchio con un cilicio di filo spinato.
Beatrice Pagan
Top 5
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1 - The Insult: il film di Ziad Doueiri riesce a coniugare in modo quasi perfetto una sceneggiatura intelligente, una trama particolarmente interessante dal punto di vista sociale e politico e con una regia attenta ed efficace, accompagnata da interpretazioni di livello e convincenti.
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2 - Tre manifesti a Ebbing, Missouri: progetto di altissima qualità tecnica e artistica già in profumo di Oscar
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3 - Foxtrot: splendido racconto di una famiglia in difficoltà che deve affrontare un evento tragico.
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4 - The Shape of Water: il fantasy romantico - e comunque impegnato - firmato da Guillermo del Toro, è un colpo di fulmine.
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5 - Angels Wear White: il durissimo lungometraggio di Vivian Qu affronta problematiche difficili con una rara sensibilità e col giusto approccio critico.
Film italiano
Ella & John - The Leisure Seeker: il film diretto da Paolo Virzì commuove ed emoziona, senza mai scivolare in facili sentimentalismi, sostenuto dalle interpretazioni di altissimo livello di Helen Mirren.
La sorpresa
Brutti e cattivi: scorretto, esilarante e pieno di sorprese, il film diretto da Cosimo Gomez porta in scena un gruppo di criminali solo apparentemente improbabili come protagonisti di una storia ricca di ritmo, divertimento e un pizzico di speranza.
Il mostro della mostra
Una famiglia: Micaela Ramazzotti e Patrick Bruel non possono fare nulla per risollevare un film dalla sceneggiatura estremamente debole e sopra le righe, dagli spunti interessanti e mai realmente sviluppati con attenzione, che delude ogni aspettativa.
Scena cult
La scena di Jim & Andy: The Great Beyond. The Story of Jim Carrey, Andy Kaufman and Tony Clifton in cui Jim Carrey, in un cortocircuito di finzione e verità, si presenta alla festa di Hugh Hefner dopo la sua presunta apparizione in versione Tony Clifton.
Scena scult
Javier Bardem che, in Madre!, giustifica il "sacrificio" del figlio.