Una macchina da premi. Il filippino Lav Diaz ottiene il riconoscimento più importante alla 73° edizione della Mostra del Cinema di Venezia con l'umanissimo The Woman Who Left, dramma di quasi quattro ore in bianco e nero che segna un altro importante capitolo della sua ricca produzione. Il Gran Premio della Giuria va, invece, a Tom Ford che, con Animali notturni, dimostra come la qualità di A Single Man non fosse un semplice casualità.
Tra ex aequo a due film diversissimi come il messicano The Untamed e il russo Paradise, premiati entrambi per la regia, e le Coppe Volpi che vanno alla star del musical La La Land Emma Stone e al collega argentino Oscar Martínez, protagonista di The Distinguished Citizen, il palmares si presenta eccezionalmente variegato e trova spazio anche un'opera controversa come il cannibal movie The Bad Batch che si porta a casa un premio speciale.
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Commentando la scelta di premiare Lav Diaz, il Presidente Sam Mendes dichiara: "In realtà abbiamo parlato di tuti i film con grande interesse. Non abbiamo pensato al futuro del film di Lav Diaz. La vittoria a un festival importante chiaramente è un incentivo alla distribuzione, ma questo non è il lavoro della Giuria". Riguardo al criticato The Bad Batch Mendes aggiunge: "Io ho ammirato molto lo spirito di The Bad Batch, ma non ero solo. A volte è bello vedere un film americano privo di compromessi e questa è la ragione per cui io sono molto soddisfatto di questo riconoscimento".
Mendes garantisce di aver preso in considerazione anche i film italiani presenti in competizione come ogni altro titolo privilegiando le pellicole ricche di immaginazione e prive di compromessi come il messicano The Untamed. A commentare la scelta è il giurato Lorenzo Vigas: "Vedendo The Untamed siamo stati mossi da qualcosa. E' un film che va oltre, sposta i confini dell'arte ed è per questo motivo che abbiamo deciso di dargli un riconoscimento. Avevamo un ex aequo a disposizione per regolamento ed eravamo entusiasti della regia di entrambe le pellicole perciò lo abbiamo ". Sam Mendes aggiunge: "Noi siamo stati felici di forzare le regole per dare il maggior numero di premi possibili. In questo festival ho visto film che mi hanno aiutato ad aprire gli occhi e a conoscere mondo diversi. Vorrei che il pubblico avesse le mie stesse opportunità vedendo questi film nelle sale".
Ecco le parole di Tom Ford, che si cimenta in un discorso di ringraziamento in italiano: "Per me il cinema non è una moda, è qualcosa di molto importante. Sono molto eccitato ad aver vinto questo premio. Adoro gli italiani e il cinema italiano. Ho vissuto qui a lungo nel passato e l'Italia è la mia seconda casa. Per me non è facile fare film, non credo che sia facile per nessuno. Anche se la moda è l'industria più complicata del mondo, il cinema non scherza. Viviamo in un mondo estremamente competitivo". Sul metodo di scelta delle storie da raccontare sul grande schermo, Ford aggiunge: "Deve essere affascinante, divertente, ma deve anche dire qualcosa di profondo. Ti deve restare dentro. Cerco qualcosa che mi colpisca, mi emozioni, ma che contenga anche un insegnamento per il pubblico"._
Amat Escalante, premiato per la regia di The Untamed, dichiara: "Ho girato il primo film nel 2005. Oggi il panorama è cambiato molto e anche il metodo di raccolta fondi. Sono felice di essere qui con il mio quarto film, sono orgoglioso del premio anche se non mi sento ambasciatore della cultura sudamericana. So che non tutti hanno compreso il mio film, ma mi piace l'idea che sia il pubblico a rispondere a domande apparentemente complesse".
L'altro ex aequo per la regia, Andrei Konchalovsky, aggiunge: "Ho realizzato Paradise per mettere in guardia dall'orrore che può ripetersi. Anzi, si sta ripetendo proprio oggi. Non voglio deludere nessuno, ma non credo che il cinema possa insegnare molto a meno che non arrivi nel momento giusto. Oggi i giovani non vogliono ricordare il passato perché trovano le risposte a tutto su internet. Personalmente qui a Venezia non guardo film. Non è il luogo giusto per guardarli per me, sembra di andare a cercare il film peggiore. La cosa più memorabile di Venezia è passeggiare sulla Giudecca guardando il tramonto e pensando che il film verrà mostrato al pubblico del festival dopo due giorni".
Tocca ad Ana Lily Amirpour, spinosa autrice di The Bad Batch, commentare la sua vittoria: "Il silenzio ha una parte importante nel mio film. Il silenzio è un suono. Il cinema è immagine, colori, movimento, sentimento. E' qualcosa di psichedelico. Riguardo alla scelta di premiarmi non so che dire. Non me lo aspettavo. Mi hanno detto di tornare quindi sospettavo qualcosa. Vi dirò una cosa, è un grande conforto pensare che non tutti vogliono sempre la stessa cosa da mangiare. Io non ve la darò, non voglio essere ripetitiva. Posso solo sperare che qualcuno voglia mangiare il mio cibo strano".
L'ultima parola spetta al trionfatore Lav Diaz il quale spiega che "la cultura filippina è disfunzionale. Mi concentro su personaggi umili perché rappresentano la nostra società. Il mio cinema è libero. Non mi faccio problemi di durata, non mi faccio limitare da nessun ostacolo temporale. Noi siamo esseri umani, testimoni di quello che accade ed è nostro dovere raccontarlo con ogni mezzo possibile".