Ore - 9.20 Avrei voluto iniziare questa nuova pagina del nostro diario dalla 71esima Mostra del Cinema di Venezia declamando il verso "soffia una bora omicida" - ma mi sembrava eccessivamente drammatico e non adeguato a questa giornata che, almeno sulla carta si preannuncia tranquilla. Non sono attese grandi star, in cartellone non sono previsti film di grande richiamo - anche se il film di Joshua Oppenheimer, The Look of Silence ha già conquistato e spiazzato coloro che l'hanno visto - e quindi tutto dovrebbe filare liscio senza troppi scossoni. E poi il fortissimo vento che soffia qui al Lido, è uno di quelli che al massimo fa volare i panni stesi in giardino, ma nulla più.
La giornata di ieri è stata piuttosto vorticosa, dopotutto il primo giorno di un Festival è sempre quello più caotico, sia perchè è uno di quelli che richiama più gente in zona e gestire un'affluenza di pubblico così vasta non è certamente facile per l'organizzazione - chiedetelo al ragazzo della security che ieri sera, davanti all'ingresso del red carpet non è riuscito ad arginare un gruppetto di signore attempate - tutte botox e paillettes - che al suo cortese "Potete aspettare un attimo qui?" si è sentito dire "Ma certo, noi aspettiamo, si figuri" e sono entrate senza indugi. Oggi la giornata, dicevamo, dovrebbe essere più tranquilla, ma ad un Festival - e in particolare a Venezia - tutto può accadere, quindi continuate a seguirci.
Prima di augurarvi buona giornata, vi lascio con qualche foto della casa in cui la nostra redazione è riunita per questo Festival. Ci risentiamo più tardi! :)
Ore - 12.27
Antonio ha visto uno dei film presentati in concorso oggi, l'iraniano Tales e lo ha trovato interessante "con le sue storie autonome che trovano una loro collocazione all'interno della struttura del film" - Per il resto nulla di particolare da aggiungere: una mattinata di lavoro tranquilla e operosa, tra news e videorecensioni, con una macchinetta di caffè tutta per noi. A proposito di videorecensioni, ecco quella del film di Kim Ki-duk, One on One.
Ore - 16.17
Siamo al secondo giorno di Festival, e ho come l'impressione che qualcuno si sia convinto di essere al Carnevale,invece che alla Mostra del Cinema. Già l'anno scorso tre giovanissime attrici si presentarono con delle maschere alla Eyes wide shut, e fini che scoppiarono a ridere davanti ai fotografi. Ieri è arrivato il piccolo, simpaticissimo dittatore di The President e oggi sul photocall di Reality c'era un topo grosso così.
Ore - 17.06
Anche Luca ha fatto ritorno alla base dopo aver visto Melbourne, un film iraniano diretto dall'esordiente Nima Javidi - che era presente in sala - e che apre ufficialmente la Settimana della Critica. Un film molto bello che per alcuni aspetti ricorda Una separazione - e tra l'altro nel cast del film figura anche Peyman Moaadi, che del film di Farhadi era protagonista e che oggi è a Venezia per presentare anche Tales, di cui abbiamo parlato prima. Dopo essere uscito dalla sala ancora suggestionato dallo scenario e temi del film, così diverso dai nostri film occidentali, Luca si è imbattuto nella bellissima Kate Mara - che lo ha riportato al nostro mondo, evidentemente. L'attrice di House of Cards era accompagnata da Lena Dunham, la star di Girls. Le due attrici sono a Venezia per presentare una serie di cortometraggi al femminile sponsorizzati da Miu Miu.
Ore - 22.22
Sono appena tornato dalla proiezione del documentario Giulio Andreotti - il cinema visto da vicino, che esplora il cinema italiano nell'immediato dopoguerra, un cinema che aveva bisogno di essere rilanciato - insieme al Paese - a costo di censure e di interventi discutibili. Il materiale alla base del documentario di Tatti Sanguineti è decisamente interessante - anche perchè non si parla di tagli su scene scabrose, ma di censure mirate al controllo del Paese - ma il modo in cui è organizzato risulta un po' dispersivo e pesante come un vecchio libro di storia. Al mio ritorno alla base Francesca e Luciana - che nella foto qui sotto sono alla loro scrivania tra microfoni, portatili e zanzare che non si vedono, ma ci sono - mi hanno caldamente consigliato di vedere In cantina, un altro documentario che invece esplora un tema curioso: il rapporto che gli austriaci hanno con le loro cantine. Sulla carta viene da pensare subito alla storia di Natascha Kampusch, la ragazza che fu sequestrata e tenuta segregata da un uomo per molti anni, ma mi è stato detto che in realtà il documentario di Ulrich Seidl è ancora più inquietante, "non puoi immaginare, è da pelle d'oca."
Possibile che 'sti austriaci abbiano più scheletri negli scantinati di quanti ne abbiano avuti Andreotti e la DC?
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