Il percorso artistico di Rob Lowe è davvero singolare: considerato sempre bello ma mai davvero bravo, dopo ruoli drammatici importanti come quelli nel primo adattamento televisivo de L'ombra dello scorpione di Stephen King, West Wing dalla penna di Aaron Sorkin e Brothers & Sisters nei panni del senatore McCallister, ha avuto una sorta di seconda vita televisiva grazie alle proprie doti comiche, che spesso scherzavano sul proprio aspetto, la cura per il proprio corpo trasposta nei suoi personaggi, tutte caratteristiche per cui era inizialmente diventato famoso. Da lì il successo nei panni dell'agente governativo Chris Traeger, sempre troppo ottimista, sportivo e salutista, new entry a fine seconda stagione apprezzatissima insieme ad Adam Scott che ha rilanciato la comedy NBC Parks and Recreation portandola a sette stagioni. Mentre continua ad interpretare il vigile del fuoco Owen Strand nel procedurale 9-1-1: Lone Star, dopo aver già incontrato il figlio John Owen Lowe nella comedy The Grinder, ora lo ritrova in Unstable, dal 30 marzo su Netflix che, come spiegheremo nella nostra recensione, riunisce padre e figlio davanti e dietro la macchina da presa per un racconto meta-familiare.
Comedy già vista, comedy nuova
Unstable si inserisce nel genere comedy sci-fi, o meglio nelle commedie ambientate in laboratori all'avanguardia, rimescolando caratteristiche e personaggi già visti in precedenza. Rob Lowe e John Owen Lowe hanno unito le forze a livello di scrittura insieme a Victor Fresco (Santa Clarita Diet) riportando l'atmosfera di una comedy di quest'ultimo, Better Off Ted - Scientificamente pazzi, di cui riprende moltissimi connotati: cast diviso tra star e emergenti, office comedy, scienza su cui scherzare a cui unire una famiglia disfunzionale, in questo caso lavorativa tanto quanto biologica, senza dimenticare l'elaborazione del lutto che è un argomento che va per la maggiore ultimamente in tv, a braccetto con il cambiamento climatico. Una comedy "figlia dell'algoritmo" potremmo dire a questo punto, e dei tempi che corrono, che racconta l'attualità attraverso la lente del laboratorio al centro della storia. Ma allo stesso tempo una comedy ritmata, divertente e pungente che funziona nell'equilibrio dei suoi (tanti) elementi, nel carisma e nella chimica anche dietro le quinte di padre e figlio e nella caratterizzazione dei personaggi unita a una comicità quasi completamente nonsense, figlia dell'ironia ABC e NBC di una decina d'anni fa di cui Lowe stesso è stato rappresentante in Parks and Rec.
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La cosa più importante è la famiglia
Ellis Dragon è il fondatore di un'azienda avanguardistica che sta facendo di tutto per ridurre il cambiamento climatico e le emissioni tossiche dall'industrializzazione umana. La compagnia però è in crisi da quando il suo creatore è rimasto vedovo, non riuscendo ad elaborare il lutto. Si è estraniato non solo dal posto di lavoro ma anche dal figlio Jackson, aspirante flautista che (soprav)vive a New York cercando di arrivare a fine mese. La sua vice Anna (Sian Clifford, che reitera il tipo di personaggio da Fleabag, l'inglese algida e apparentemente imperturbabile) per tentare di salvare non solo il proprio lavoro ma anche i rapporti con il consiglio d'amministrazione fa chiamare Jackson da una costa all'altra per provare a risollevare il padre, che ha perso la propria bussola umana e creativa. Da piccolo il ragazzo era appassionato di scienza, si è anche laureato come il padre ma poi, come spesso capita ai figli di "geni contemporanei", ha preferito scegliere una via artistica perché era estenuante dover sempre competere con l'ingombrante figura del genitore. Forse quello che è capitato nella realtà a Rob Lowe e John Owen Lowe, che alla fine hanno invece seguito la stessa strada collaborando addirittura insieme a questa comedy in una sorta di terapia meta-televisiva.
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Scienziati sopra le righe
Il sottotitolo italiano di Better Off Ted era Scientificamente pazzi e la follia va a braccetto con la genialità anche in Unstable, che fin dal titolo ci ricorda come parli di salute mentale in modo più consapevole e ragionato rispetto ad un tempo. Emblematica in tal senso è la figura dello psicoterapeuta fornito dall'azienda e interpretato da un sempre ottimo Fred Armisen (lo avrete visto più di recente sulla piattaforma nei panni di Zio Fester in Mercoledì). L'uomo si ritrova "rapito" da Ellis in stile The Patient per poi subire lui stesso la Sindrome di Stoccolma e diventare bisognoso del proprio "carceriere" e paziente/assistito, ribaltando i ruoli e le posizioni di "potere". I personaggi della comedy Netflix sono totalmente sopra le righe e si approcciano l'un l'altro con battute al fulmicotone e comicità nonsense, unite a una regia single camera estremamente dinamica. Tra scienziati che hanno difficoltà a interagire socialmente, inventori con le proprie idiosincrasie, gemelli sui generis a capo del board che ritengono Ellis una nemesi e gli dichiarano guerra, non manca nulla a questa comedy per raccontare un mondo geek e un'attualità che abbiamo ogni giorno di fronte agli occhi pur senza mostrare nulla di eclatante a livello di novità e con particolari peculiarità.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di Unstable ribadendo come si tratti di una comedy che non porta nulla di nuovo al genere ma mescola personaggi e caratteristiche già viste in vari (sotto)generi in modo riuscito. Al centro un'ottima chimica tra i veri padre e figlio della storia, affiancanti in modo vincente da star e interpreti emergenti che vanno a costruire personaggi-tipo in modo ritmato, nonsense ed equilibrato. Una comedy riuscita anche se non necessaria.
Perché ci piace
- Rob Lowe e John Owen Lowe funzionano dietro e davanti la macchina da presa.
- Buoni anche i comprimari, tra tutti Sian Clifford e Fred Armisen.
- La salute mentale nella scienza messa in scena insieme ad altre tematiche come l’ecologia.
- Il ritmo incalzante e le battute una dietro l’altra.
Cosa non va
- La comicità nonsense e i personaggi-tipo potrebbero non piacere a tutti.
- Si tratta di tutti elementi già visti anche se rimescolati in modo equilibrato e furbo.