Uno di noi, la recensione: un intenso neo-western con Kevin Costner

In Uno di noi il popolare attore, affiancato da Diane Lane, veste i panni di un ranchero che insieme alla moglie si mette sulle tracce della nuora - vedova del figlio - e del nipotino, alla mercé della famiglia del nuovo, violento, marito. Su Canale 5.

Un'immagine promozionale di Uno di noi

Montana, 1961. Lo sceriffo in pensione George Blackledge vive in un ranch con sua moglie Margaret, il figlio James, la nuora Lorna e il piccolo nipotino Jimmy. Un giorno, Margaret nota il cavallo di James far ritorno da solo e comprende che qualcosa non va: una sensazione amaramente corroborata dai fatti, in quanto quando George va a controllare rinviene il corpo senza vita di James, vittima di una caduta mortale mentre si trovava al galoppo.

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Uno di noi: Kevin Costner e Diane Lane in un'immagine

In Uno di noi trascorrono due anni e Lorna ha trovato un nuovo compagno, Donnie Weboy. Pur non amandolo, lo sposa nella speranza che la aiuta a crescere il figlioletto e la situazione viene accettata anche da George e Margaret, ignari del carattere non certo amabile del nuovo marito. Donnie è infatti un uomo violento e quando obbliga Lorna a trasferirsi con lei nella sua terra natale, in North Dakota, Margaret si convince - e convince anche George - che la cosa giusta da fare sia scoprire dove sia la nuova casa del piccolo e fare la conoscenza della sua acquisita famiglia, per verificare i suoi sospetti e nel caso fare qualcosa per evitare il peggio.

Uno di noi, tutti per uno

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Lesley Manville maliarda e spietata in Uno di noi

L'omonimo romanzo di Larry Watson, edito anche nel nostro Paese, è alla base di questo intenso e struggente neo-western che vede come protagonista l'eroe della frontiera per eccellenza, quel Kevin Costner da sempre simbolo del genere. Realizzato quattro anni prima della magnifica epopea di Horizon: An American Saga (2024) - che speriamo di vedere completata nella sua forma originaria - e tra una stagione di Yellowstone e l'altra, Uno di noi incarna alcuni topoi classici aggiornati in un'ispirata forma melodrammatica dal taglio moderno. Il ranch di famiglia, quella vita rurale in piccole comunità dove tutti conoscono tutti, un passato da ex-sceriffo: sin dall'inizio il background di George e di sua moglie Margaret viene affrontato con la giusta consapevolezza, prima di quella disgrazia quasi istantanea che pone le basi per la narrazione a venire.

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Fare la cosa giusta

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Kevin Costner e Diane Lane sono i protagonisti del film western

Uno sguardo introspettivo che lascia spazio a una tensione crescente, salvo risolversi in una resa dei conti finale che sembra richiamare nelle sue diramazioni le tragedie greche. L'opposizione ben presto chiara tra i due nuclei familiari, con i Weboy che ricalcano l'immaginario dei tipici bifolchi d'Oltreoceano che spesso la letteratura e il cinema hanno trasformato in villain respingenti e affascinanti al contempo, è l'elemento chiave di una terra senza legge, dove l'uomo retto è costretto suo malgrado a impugnare le armi per far rispettare la giustizia e salvare i più deboli. Una retorica molto americana che però non guasta per via del tono e delle atmosfere che sin da subito ricreano un contesto chiaro e preciso, tanto che lo spettatore già dopo qualche minuto ha idea di che personaggi aspettarsi e di come questi reagiranno ai sempre più tumultuosi eventi.

Questione di immaginario

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Uno di noi: Kevin Costner durante una scena del film

Non è un caso che il solo appoggio sul quale si ritrovano a poter contare sia la figura di un giovane nativo, estraniato dalla sua natura indiana per via di un sistema sociale che da piccolo lo ha sottratto alla sua comunità per crescerlo come un uomo bianco, sradicamento di peso che riflette la violenza anche morale di un Paese che non ha mai del tutto fatti i conti con i propri sbagli. Perché quello che esce dalle pagine del libro e dalla relativa messa in scena non è certo un ritratto idilliaco degli Stati Uniti, anzi amaro e disilluso. Ottimo il cast, con Diane Lane che ha lo stesso peso e importanza del personaggio di Costner e Lesley Manville che caratterizza al meglio una villain sui generis, capofamiglia di una mandria di sbandati rozzi e violenti. Emergono atmosfere crepuscolari, quasi memori di uno stile Mccarthyano adattato al grande pubblico, e le emozioni non mancano in una storia intima e personale che si trasforma in uno sguardo più acuto e ad ampio respiro sulle controversie di un Paese intero.

Conclusioni

George e sua moglie Margaret hanno dovuto affrontare la tragica perdita del figlio e a due anni da quel drammatico giorno rischiano anche di perdere per sempre il nipotino. La nuora e vedova Lorna si è infatti risposata nella speranza di dare un padre al piccolo, ignara che il suo nuovo marito sia un individuo violento, proveniente da una famiglia criminale. I nonni del bambino non avranno altra scelta che mettersi in viaggio per trovare una via d'uscita... Uno di noi è un affascinante neo-western che può contare sulle intense performance di un solido cast guidato da Kevin Costner e Diane Lane, dove melodramma e revenge-movie si abbracciano in un ibrido struggente e accattivante. Emozioni e tensione in egual misura, con il ritratto lucido e non edulcorato di un America moralmente ambigua, figlia di quelle armi che possono significare al contempo perdizione e salvezza.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • Kevin Costner, Diane Lane e il resto del cast convincono pienamente.
  • Atmosfere crepuscolari che uniscono tensione ed emozione.
  • Messa in scena solida che trasporta bene su schermo le atmosfere del libro.

Cosa non va

  • Un paio di forzature, indolori e più che perdonabili, qua e là.