Esistono persone con un raro talento, quello di ricordare ogni singolo istante della propria vita, i suoni, le immagini, perfino gli odori, per sempre impressi nella memoria. Carrie Wells è una di queste persone e vive la sua vita dedicandosi al volontariato dopo aver lasciato il dipartimento di polizia nove anni fa. In seguito a un omicidio avvenuto nel suo quartiere, Carrie decide di riprendere in mano le redini della sua vita e tornare in forza al dipartimento, dove usa la sua abilità e la sua straordinaria memoria per assicurare i criminali alla giustizia e per scoprire come mai, l'unico ricordo della sua vita che si dissolve nel buio, è l'omicidio di sua sorella, avvenuto quand'era bambina. Nel cast troviamo Poppy Montgomery e Dylan Walsh, che insieme ai creatori John Bellucci e Ed Redlich, hanno raccontato la storia che c'è dietro lo show, Unforgettable, che dal 1 Febbraio 2012 andrà in onda ogni mercoledì sera alle 21.00 su FoxCrime.
Ed Redlich: Voglio veramente ringraziare la CBS per aver avuto fede in noi. Questa è una sceneggiatura che abbiamo sviluppato due anni fa e non potrei essere più felice di così. Fare questo show, raccontare queste storie, l'evoluzione dei personaggi e lavorare con i miglior attori che avrei mai potuto trovare e con il mio vecchio amico John è stato fantastico. E' uno di quei progetti che si è realizzato splendidamente e dal momento che ci siamo seduti insieme al nostro direttore, Niels Oplev, è stato come mettere insieme un'unica mente, grande, brillante, intelligente, meravigliosa, creata dalle persone che hanno lavorato al progetto, che fin dal principio hanno fatto di tutto per realizzare un prodotto di cui essere fieri e che avrebbero voluto guardare. Così eccoci, qua, pronti a parlarne.
Ci sono voluti due anni per arrivare a trasmettere lo show. Quanto ha aiutato l'intervista di Marilu Henner a 60 Minutes? La gente ha iniziato a interessarsi di più a questo tipo di memoria? Ed Redlich: Si, è stata una coincidenza fortuita e incredibile. Avevo già lavorato con Poppy Montgomery in Senza Traccia ed ero pronto a ributtarmi nel genere procedurale. Poi Sarah Timberman, mia moglie e produttrice esecutiva insieme a Carl Beverly, ha trovato questa storia incredibile di J. Robert Lennon su questa donna e la sua memoria straordinaria, sulla sua vita e su come questo dono possa essere anche un peso. Dopo circa un anno abbiamo cominciato le ricerche e abbiamo scoperto che ci sono poche persone così, poi all'improvviso 60 Minutes ha fatto questo pezzo e ci ha aiutato tantissimo e parlare con Marilu Henner è stato di grande aiuto, è stata un'incredibile confluenza di fattori.

Il pilot, per la sua struttura narrativa, si basa molto sulla coincidenza di avere Carrie coinvolta per caso nelle indagini. Come farete a usare le sue abilità per i prossimi casi, quando lei non sarà una delle vicine della vittima? Ed Redlich: Questa è una bella domanda ed è una domanda con cui ci siamo confrontati. La verità è che Carrie Wells è un personaggio che vive e si muove nel mondo in modo diverso dal resto delle altre persone e percepisce la realtà diversamente, in modo unico. Quindi in tutte le scene del crimine su cui si recherà, avrà una percezione integrale di quei ricordi insieme a quelli di una vita intera. Quindi è questo quello che useremo, è quello che lei usa per trovare le risposte come detective.
Poppy Montgomery: Avete fatto un lavoro incredibile a inserire questo aspetto nelle sceneggiature.
John Bellucci: Negli scripts che vedrete ci sono situazioni in cui una scena del crimine magari viene completamente cancellata, ma Carrie ha avuto la possibilità di vederla, anche se solo per pochi momenti, quindi la sua memoria in un certo senso diventa la scena del crimine. Per indagare devono farlo attraverso i suoi occhi. Hanno trovato molti modi diversi di introdurre la memoria di Carrie nelle indagini e personalmente ne sono assolutamente scioccato.
Ed Redlich: Non volevamo ambientarlo in una piccola città, eravamo decisi per i Queens, New York City. Non volevamo usare una cittadina dove tutti conoscono tutti e dove tutti quelli che Poppy incontra finiscono ammazzati. Ma penso che qualsiasi detective vi dirà che durante il corso di un'indagine loro osservano tutto e a un certo punto, anche quello che non sembrava importante, assume una sua rilevanza. E grazie alla sua abilità lei riesce a fare delle connessioni che sono uniche.
John Bellucci: Sherlock Holmes ad esempio è un grandissimo detective, ma ha un modello differente, lui ha enormi capacità di osservazione. Tutti i detective le hanno, ma lui le ha ad un livello che diventa affascinante ed è parte della sua personalità. Noi volevamo inventare un tipo di detective che fosse altrettanto affascinante.
Poppy Montgomery: Si, la sua memoria viene sfruttata molto, è sempre presente e ho parlato a Marilu di questa cosa. Lei dice che lei ha la possibilità di 'guardare' superficialmente i suoi ricordi oppure di andare a fondo, ripescando nella memoria. Quindi penso che Carrie, molte volte, sta soltanto 'surfando' diciamo, fin quando non trova qualcosa di valido. Sta funzionando e il merito è delle sceneggiature che sono davvero incredibili.

Ed Redlich: E tanto per chiarire, considerato che stiamo scrivendo queste storie mentre stiamo qui a parlare, non è che usiamo qualcuno come Dylan solo come una spalla per il personaggio principale. E' un po' come con The Good Wife, è un procedurale ma è anche uno show aperto ad altre storie, che mostra la vita dei personaggi. Dylan è l'uomo con cui Carrie ha una storia in comune, si amavano e questo, il fatto che debbano lavorare insieme, è quello di cui vogliamo parlare. Tutti quanti amiamo grandi storie con il lieto fine, ma noi siamo interessati al percorso e penso che abbiamo la benedizione della CBS su come vogliamo gestirla. Una delle cose frustranti in Senza Traccia era che avevamo questo cast grandioso, ma eravamo un po' bloccati dallo stile dello show, dove spesso la guest star della settimana era il vero protagonista. Noi abbiamo detto fin dall'inizio che non era questo che volevamo fare. Abbiamo scelto una bravissima attrice, Annie Parisse, che recita nel ruolo della fidanzata di Dylan e fin dal pilot hanno delle scene da soli, da protagonisti.

Parlando con Marilu, o con altre persone che hanno questo dono, qual è l'emozione che ti colpisce di più? Pensi che sia un dono o una maledizione? Ti è capitato di pensare "vorrei avere lo stesso dono" o piuttosto "grazie a Dio non ce l'ho"? Poppy Montgomery: Dopo aver parlato con Marilu devo dire che è qualcosa di cui vorrei essere capace. Penso che dipenda da individuo a individuo, perchè lei ha una grande energia positiva in merito, è straordinaria e quando penso a me mi viene in mente che vorrei essere come lei, voglio dire, abbiamo pranzato insieme e io non mi ricordavo cosa indossavo, cosa avevo mangiato e lei mi fa "avevi un top, hai ordinato il salmone però poi non hai mangiato granchè, era lunedì ed eri in ritardo!" (ride). Ma poi rifletti sul fatto che ci sono altre persone che hanno le stese capacità e hanno una vita più difficile. Non so, è una domanda difficile a cui rispondere e mi sento indecisa, penso che mi piacerebbe avere un giorno per testarlo, per vedere com'è. Così poi potrei rispondere meglio!

Ed Redlich: Si, è una questione molto interessante. Da un punto di vista drammatico, scriverne è... John aveva questa immagine mentale quando abbiamo cominciato a scriverne, come di una chiatta rimorchiatrice che sta trascinando altre navi, fin tanto che va avanti è tutto ok, nel momento in cui si ferma viene circondata dalle altre navi. Penso che sia un po' lo stesso e devo dire una cosa su Poppy e sulla sua fantastica interpretazione di questo personaggio che deve vivere con questo dono, con tutto quello che comporta: dal primo momento in cui recita le prime righe dello script, capisci immediatamente chi è questa persona. Lei ha l'intelligenza e lo humor e la sensibilità necessarie. Così, quando ci veniva da chiederci "non è che in questo momento dell'episodio la stiamo vittimizzando troppo? E' credibile?" ogni dubbio veniva spazzato via dalla sua interpretazione. Lei E' questo personaggio. In ogni modo possibile in cui l'avremmo potuta immaginare.
Quindi oggi, per poter fare uno show che interessi un network, bisogna avere un protagonista con dei superpoteri? Senza Traccia è uno show 'normale', anche NCIS - Unità anticrimine e CSI: Scena del crimine lo sono, non hanno personaggi con il sesto senso. C'è bisogno di questo oggi? Ed Redlich: Questa è una domanda difficile. E' complicato rispondere perchè non è che siamo partiti con l'intenzione di voler vendere un procedurale alla CBS, siamo partiti da una storia che ci interessava. Ci siamo detti, cominciamo da qui, è un inizio interessante e poi vediamo cosa succede. Ed è successo che è cresciuto, è cresciuta la storia, i personaggi, e quale che sia la magia, la fortuna o il talento che permette ad una serie di andare in onda, noi l'abbiamo avuta e se riusciamo ad avere successo come gli altri, come Senza Traccia, allora saremo davvero fortunati.
Come fate a rendere un personaggio del genere appetibile? La vedremo mai sbagliare? John Bellucci: Lei è incredibile, nel senso di incredibilmente fantastica. Quello che amo di più in Carrie è che la Carrie che noi abbiamo è vera, viva, è come Marilu. In un certo senso lei è più cosciente in relazione alla realtà rispetto agli altri, più cosciente rispetto alla forza della vita, ai suoi eventi, a quello che capita nel mondo, con tutte le sue esperienze presenti in lei in ogni momento, le buone e le cattive, lei ha imparato ad accettare la vita con un certo grado di umorismo, un forte senso di ironia, il che ci dice tutto su di lei. E quando stiamo scrivendo è sempre presente, una sorta di sorriso che si nasconde dietro il modo in cui guarda le cose, un sorriso che la fa sopravvivere.
Ed Redlich: Abbiamo ambientato il pilot dopo nove anni che lei ha lasciato Syracuse e rotto i rapporti con il personaggio di Dylan e lo abbiamo fatto di proposito. E' arrivata ad un punto della sua vita in cui ha il controllo, in cui riesce a trovare ironia e umorismo. Di certo andremo a testare questa sua qualità adesso che ritorna ad essere un agnte, ma il suo umorismo è un fattore chiave nel personaggio.
John Bellucci: E' interessante l'ipotesi di vederla sbagliare, qualcosa da contemplare... chissà se lei si sentirebbe sollevata sapendo di aver sbagliato in qualcosa o meno...

A proposito della tecnologia, avete delle sfide fotografiche notevoli in questa serie. Quanto è difficile mostrare tutto in terza e prima persona simultaneamente? John Bellucci: Si, ci siamo buttati a capofitto in una situazione molto ambiziosa, volevamo escogitare un qualche genere di effetto speciale visivo e a dire la verità è un'idea che abbiamo avuto fin dall'inizio, mostrare com'è quando qualcuno ha una memoria così vasta che in pratica può ricordare ogni dettaglio e ricreare un ambiente. Così ci siamo inventati questa idea del motion control ed è abbastanza difficoltoso, ma con la pratica stiamo diventando sempre più bravi. Inoltre stiamo scoprendo diversi metodi per applicarlo. Abbiamo scoperto di poter essere più veloci e quindi di poter inserire delle sequenze più spettacolari.
Ed Redlich: Abbiamo questa fantastica videocamera computerizzata a cui possiamo regolare la velocità, è così che otteniamo quell'effetto. E' fantastico riuscire a tramutare in video qualcosa del genere. Neils, il nostro brillante regista, ha trovato questa soluzione per poter girare le scene.
John Bellucci: Ci vuole del tempo per decifrare come comporre la scena, credo che Neils abbia detto una volta che gli prosciuga il cervello, ci vuole un sacco di inventiva.
Poppy Montgomery: Sul set i segni sono molto specifici e qualche volta mi capita di non muovermi correttamene e Niels mi richiama subito all'ordine "hai appena camminato attraverso il tuo stomaco!" oppure "hai una mano che ti spunta dalla testa", questo è quello che loro vedono sul monitor se non colgo tutti i segni al millimetro, ma ne vale la pena. E' quasi come una danza, ma stiamo imparando in fretta.
[Si ringrazia l'ufficio stampa]