Recensione Resident Evil (2002)

Sarebbe troppo facile bollare questo Resident Evil come un classico pop-corn movie tutto azione e profondità zero - anche se, diciamola tutta, in fondo di questo si tratta.

Una Ripley tra gli zombie

Sarebbe troppo facile bollare questo Resident Evil come un classico pop-corn movie tutto azione e profondità zero - anche se, diciamola tutta, in fondo di questo si tratta; vale la pena di soffermarsi su questo film anche solo per alcuni aspetti, sicuramente marginali rispetto alla qualità artistica dell'opera, che sono comunque alla base dell'attuale panorama cinematografico mondiale e soprattutto delle sue logiche di mercato.

Di film tratti da videogames ne abbiamo visti diversi in questi ultimi anni e nella maggior parte dei casi si è trattato di esempi di cinema veramente scadente, con in più anche l'incapacità di accontentare i fan più sfegatati che nel film non riuscivano a ritrovare alcun aspetto del gioco, se non il titolo.
Resident Evil rappresenta in questo senso un passo in avanti, perché riproduce sullo schermo almeno parte dell'atmosfera cupa e misteriosa che ha reso tanto famosa la corrispondente saga videoludica, strizzando l'occhio ai cultori con citazioni e richiami, ma tentando allo stesso tempo di creare qualcosa di diverso e altrettanto funzionale.

Il risultato finale è poco più che sufficiente, e il tentativo di contaminare (mai termine fu più appropriato) il genere zombie con quello dei marines di Aliens - Scontro finale è coraggioso ma non del tutto riuscito, soprattutto a causa di una regia poco decisa e non certo all'altezza né del Romero dell'epoca d'oro né del giovane Cameron. Ma stiamo parlando pur sempre del Paul W.S. Anderson di Mortal Kombat e Punto di non ritorno, e non possiamo non notare un netto miglioramento in cui, sinceramente, non avremmo mai sperato.

La fotografia è claustrofobica quanto basta ed anche il trucco, fondamentale in un film popolato da zombie, è notevole e soprattutto ha il pregio di non essersi fossilizzato sugli standard del genere.
Gli attori non danno, ovviamente, il loro meglio ma questo era lecito aspettarselo visti i chiari problemi a livello di regia e script, nonostante questo spiccano per carisma e presenza scenica la splendida Milla Jovovich nella parte di una sexy e combattiva agente e Michelle Rodriguez che interpreta invece la sua controparte dura e militaresca, quasi una copia sbiadita della Vasquez del già citato Aliens.

Ora non rimane altro che aspettare l'imminente seguito, annunciato furbescamente dalla pur bella inquadratura finale.

Movieplayer.it

3.0/5