Sam, operatore aziendale per una società con sede a New York, si trova costretto a partire in fretta e furia per Los Angeles dopo aver appreso dalla fidanzata Hannah della morte del padre Jerry: una notizia arrivata quando lui stava conducendo delle febbrili trattative sul posto di lavoro. Ad ogni modo Sam non sembra troppo scioccato dalla scoperta, in quanto da tempo non aveva più un legame con quella scomoda figura genitoriale, e anzi cerca in ogni modo di rinviare la partenza.
Come vi raccontiamo nella recensione di Una famiglia all'improvviso, l'uomo arriva nella casa dove è nato e cresciuto dopo che si sono già tenute le esequie funebri, suscitando la rabbia della madre Lillian. Viene poi contattato dall'avvocato, nonché amico fraterno del defunto, Ike, il quale lo informa relativamente al discorso testamentario. Proprio lì gli viene consegnato un borsello contenente la cifra di 150 mila dollari in contanti, con un biglietto del padre che prega di consegnare quel denaro alla figlia Frankie e al nipote Josh, dei quali Sam ignorava totalmente l'esistenza: Jerry infatti aveva due famiglie e ora tutti i nodi stanno per venire al pettine...
Questo l'ho già visto
Una sceneggiatura più consapevolmente risaputa è difficile da trovare, con tutti i pro e contro del caso. Tutto appare infatti calcolato al minimo dettaglio nelle due ore di visione di questa catarsi melodrammatica a prova di grande pubblico, in grado di intercettare ampie fasce di platea proprio tramite quelle facili emozioni, affidate ad un cast eterogeneo e pulito al punto giusto. Un intrattenimento semplice quello di Una famiglia all'improvviso, film che non si prende mai rischi per restare su quei binari consolidati e sicuri, dove bisogna evitare possibili ambiguità ad ogni costo in favore di un racconto familista di stampo classico, dove tutte le pedine sono destinate a ricongiungersi in un lieto fine generale, pur con le dinamiche del racconto scatenate da un evento amaro quale può essere appunto la dipartita di una persona cara.
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Personaggi in cerca d'autore
Un protagonista nevrotico, una controparte femminile altrettanto problematica, l'immancabile bambino che funge da deus ex machina nelle occasioni prestabilite e una madre tormentata a conoscenza di un segreto nel proprio passato coniugale, in attesa di rivelarlo solo a tempo debito. Il nucleo di personaggi principali, con elementi secondari più o meno determinanti come la fidanzata di Olivia Wilde - ad un certo punto potenzialmente scomoda e infatti tagliata di netto nella parte centrale del film prima del ricongiungimento conclusivo - o il provvido avvocato, segue non a caso tutte le linee guida in maniera tanto impeccabile quanto prevedibile. Lo spettatore riuscirà sempre a intuire dove la storia procederà, in quanto di originale non vi è pressoché nulla, salvo qualche sporadico sussulto mai troppo convinto per suscitare un effettivo senso di spaesamento e sorpresa, e Una famiglia all'improvviso si inserisce in quel canone già approfondito da molte altre produzioni a tema.
Facce giuste al posto giusto
Il film segna l'esordio dietro la macchina da presa di Alex Kurtzman, sceneggiatore di blockbuster del calibro di The Island (2005), Transformers (2007) e molti altri ancora, che qualche anno più tardi firmerà il controverso e fallimentare reboot de La mummia (2017) con Tom Cruise. Qui il debuttante regista dimostra un certo mestiere, anche senza particolare inventiva, e ha avuto inoltre il vantaggio di poter contare su un cast delle grandi occasioni. Chris Pine, Elizabeth Banks e Michelle Pfeiffer nei ruoli chiave rendono infatti giustizia ai relativi alter ego e se la storia riesce a entrare nel cuore di chi guarda è soprattutto merito loro, in grado tramite il carisma di restituire un po' di vita e verosimiglianza a una vicenda altrimenti fin troppo schiava del suo assodato, voluto, schematismo.
Conclusioni
Tutto è studiato nel minimo dettaglio e questo toglie sincerità a un'operazione che punta forte sulle emozioni, trovando in ogni caso il modo di approcciarsi al grande pubblico proprio grazie alla sua familiarità - e il titolo italiano non è certo un caso. Le due ore di visione scorrono così innocue e prevedibili, piacevoli ma prive di effettivo interesse: Una famiglia all'improvviso è un'operazione consapevolmente scontata, "fatta con lo stampino" ad uso e consumo di un preciso target. Il solido cast permette di chiudere un occhio sulle velleità di una sceneggiatura che schiva ambiguità di sorta in favore di un lieto fine che più classico non si può, con tutti i pro e i contro del caso.
Perché ci piace
- Un buon cast capitanato Chris Pine, Elizabeth Banks e Michelle Pfeiffer.
- Un sentimentalismo a prova di grande pubblico...
Cosa non va
- ... con tutte le riserve che questo comporta nella sua scontatezza.
- La sceneggiatura non propone nulla di effettivamente originale e tutto è ampiamente prevedibile con largo anticipo.