Un premio per due
Eliezer Shkolnik, per una vita intera meticoloso ricercatore di studi talmudici all'Università Ebraica di Gerusalemme, ha ricevuto una preziosa menzione d'onore nel tomo più famoso del luminare suo mentore: una nota a piè di pagina. Il resto della sua carriera è stato oscuro e frustrante grazie allo smacco ricevuto da un rivale che ha vanificato gli studi di anni con un'unica, fortunosa scoperta, il tutto esacerbato dai successi di suo figlio Uriel, che ha seguito i suoi passi adottando metodi diversi, che Eliezer ritiene superficiali e ascientifici. Ma il giorno in cui arriva un'inattesa chiamata dal Ministero dell'educazione, che annuncia che il professor Shkolnik sta per essere onorato con il Premio d'Israele, ambitissimo riconoscimento al quale Eliezer è stato vanamente candidato per vent'anni, le cose sembrano finalmente prendere una piega diversa per l'anziano accademico.
Il film di Joseph Cedar contiene indubbiamente elementi diversi e intereressanti, sia dal punto di vista formale che contenutistico, e riesce, grazie a una narrazione agile, creativa e ben articolata, a ingentilire l'impatto dello spettatore con un mondo polveroso e ostico.
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Il risultato è un film a cui manca un po' di spessore: avremmo potuto trovare in Hearat Shulayim quella visione totale ed esistenziale dell'ebraismo che pervade un recente capolavoro come A Serious Man dei fratelli Joel e Ethan Coen, ma dobbiamo accontentarci di un approccio leggero e ironico alle idiosincrasie della figura del filologo, ed una certa originalità, graditissima, di prospettiva; valore aggiunto sono le interpretazioni, entrambe ricche di sfumature, di Shlomo Bar-Aba e Lior Ashkenazi.
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Movieplayer.it
3.0/5