Ugly Betty è sempre stato un prodotto intelligente, sotto diversi punti di vista: l'ambientazione e tutto ciò che vi gira intorno (la moda, l'editoria, la città di New York come scenario), la sceneggiatura fatta di dialoghi divertenti, sagaci ma mai scontati, la regia e l'attenzione per i dettagli. The Butterfly Effect, premiere della quarta stagione, conferma ancora una volta l'indiscutibile stile e la ricercatezza e ne abbiamo una prova sin dalla prima scena che, volendo velatamente citare la danza degli astri di 2001: Odissea nello spazio, racconta il sogno della nostra eroina Betty Suarez (America Ferrera): togliere finalmente l'apparecchio per i denti. Purtroppo però la realtà è ben diversa da come si vorrebbe e la protagonista è sempre la stessa, con il suo contagioso sorriso "metallico", gli occhiali e la frangetta, pronta ancora una volta a buttarsi a capofitto nelle avventure della redazione della prestigiosa rivista di moda Mode.
Il doppio episodio è stato scritto da Henry Alonso Myers (Day Break, CSI: Crime Scene Investigation) e Sheila R. Lawrence (Una mamma per amica), che hanno già una discreta esperienza alle spalle per quanto riguarda Ugly Betty, così come i registi John Terlesky (Grey's Anatomy, Boston Legal) e Victor Nelli Jr. (Tutti odiano Chris, My name is Earl), i quali hanno dunque saputo rispettare lo stile della serie, proponendoci spunti stilistici e narrativi molto interessanti, come la scelta di presentare alcune importanti novità attraverso un parallelismo tra il primo giorno di lavoro di Betty ed il primo giorno di scuola di Justin Suarez (Mark Indelicato), il nipote adolescente. Per entrambi i personaggi, infatti, sta per cominciare una fase significativa che, per la prima, riguarda la promozione ad associate features editor della rivista Mode e, per il secondo, vuol dire invece cominciare le superiori e farsi quindi dei nuovi amici. Per la famiglia Suarez, però, non è così semplice trovare degli alleati ed infatti entrambi rimangono delusi dal loro atteso primo giorno.
Alla redazione di Mode ritroviamo le immancabili presenze di sempre: Wilhelmina Slater (Vanessa Williams) sorprendentemente non è stata licenziata dai capi Claire Meade (Judith Light) e Calvin Hartley (David Rasche) e quindi continua la sua professione di editor in chief proseguendo con la sua efficace politica del terrore; Marc (Michael Urie) e Amanda (Becki Newton) condiscono ogni situazione con battute esilaranti e trovate geniali, ne sono un esempio le foto scattate agl'incredibili outfits di Betty poi pubblicate sul blog Betty Daily Disaster; Daniel Meade (Eric Mabius) è ancora sconvolto dalla perdita della moglie Molly e cerca aiuto in Betty, la quale sacrifica il suo lavoro per stargli accanto.
A proposito di rapporto tra madre e figlio, anche Hilda (Ana Ortiz) ha il suo bel da fare con Justin che oramai è un adolescente bisognoso di affermare la propria identità e alle prese con i nuovi compagni di scuola, i quali non sembrano rispettare i suoi gusti in fatto di musica e look; ma chi meglio di Marc può capire il suo disagio? Justin troverà infatti nel collega della zia un buon amico e confidente.
Betty deve portare avanti la sua missione: crearsi degli alleati (e lo fa cucinando per i colleghi degli ottimi muffin), aiutare l'ex capo e amico in crisi Daniel, riavvicinarsi almeno dal punto di vista professionale a Matt e trovare il modo per poter dare il suo contributo alla stesura dell'articolo.
L'iniziale idea di Betty di trattare il problema della malaria negli stati africani viene, stranamente, ben vista da Wilhelmina che decide di affidare l'intera realizzazione del pezzo alla nostra eroina, la quale non manca certo d'iniziativa e di creatività e, infatti, riesce a conciliare il delicato tema con la moda, pensando di realizzare il servizio fotografico presso la sede centrale delle Nazioni Unite a New York, coinvolgendo inoltre un importante designer per la creazione degli abiti. Il tutto viene però ostacolato da varie vicissitudini legate all'incompetenza dello staff e all'ingombrante presenza di Daniel che intralcia il lavoro di Betty, fino a metterla in cattiva luce davanti al boss Wilhelmina. La protagonista deve incassare la sconfitta, accettando l'esonero dall'articolo. Questa scelta si rivela molto interessante in quanto, innanzi tutto, vuole dare rilievo alla morale secondo la quale non sempre c'è un lieto fine; inoltre, cosa ancora più importante, l'avvenimento permette alla protagonista di riflettere su sé stessa e sulla sua immagine. In questi anni ci siamo abituati agli stravaganti completi, al kitsch, ai colori sgargianti a tal punto da riconoscerli come un marchio di fabbrica, come un elemento in grado di connotare il personaggio, ma è vero anche che si cresce e si cambia e, se pur in maniera moderata, Betty si rende conto che è giunto il momento di effettuare un piccolo restyling: non più frangetta e occhiali ovali ma una nuova montatura e vestiti dal taglio più trendy, in grado di dare alla nostra un aspetto sicuramente più interessante (anche se la pacchianissima collana con la B e altri immancabili fronzoli sono rimasti). Quindi cambio di abito e di stile, ma anche modo di fare e di lavorare, cercando di diventare amica dei nemici e di farlo però con l'ottimismo di sempre.Abbiamo dunque visto che gli ingredienti per una nuova stagione di successo sono presenti e che molte novità ci attendono nei prossimi episodi. Il piacere di seguire Ugly Betty è insito nel fatto che, nonostante tutto, lo schema viene rispettato; il mix perfetto è dato dalla commistione tra la parte più patinata legata al mondo della moda e dell'editoria che fa di questo ambiente una specie di religione e la parte legata invece ai rapporti umani, agli affetti, senza dimenticare gl'intrighi degni di una perfetta telenovela e il lato sagacemente comico che strizza l'occhio alle sitcom. Insomma, i presupposti sono buoni e siamo sicuri che Betty saprà offrirci nuovi appassionanti spunti.