Si è svolto da poco quello che molti consideravano l'evento mondano dell'anno: parliamo ovviamente del matrimonio dell'attrice Katie Holmes con l'uomo più potente di Hollywood, l'icona del cinema Tom Cruise. La cerimonia si è svolta in un antico castello medievale in quel di Bracciano, grazioso paesino alle porte di Roma praticamente militarizzato in occasione dell'evento. Katie indossava un elegante abito bianco realizzato dall'amico e stilista di fiducia Giorgio Armani. A vederla in tutta la sua sfolgorante bellezza di donna nel fiore degli anni, raggiante e teneramente abbracciata al neosposo, ad alcuni di noi sarà senz'altro balenata in mente la scena di un telefilm entrato a far parte dell'immaginario di molti adolescenti: nella suddetta sequenza, Katie e l'attore James Van Der Beek vestono i panni di due amici sedicenni che chiacchierano tranquillamente, stesi su un letto in una stanza completamente tappezzata di locandine dei film di Spielberg.
Da questa scena prende le mosse Dawson's Creek, un telefilm che, andato in onda per la prima volta nel 1997, ha avuto un incredibile successo di ascolti negli Usa e in Europa, ed è terminato, nella commozione generale, dopo sei stagioni. L'ultimo episodio, della durata di due ore, si intitolava significativamente All Good Things Must Come To An End, che tradotto significa "Tutte le cose belle prima o poi devono finire". In effetti è andata proprio così, eppure in qualche modo gli attori protagonisti della serie non hanno mai smesso di incarnare, agli occhi dei fan, i quattro ragazzi di un paesino di provincia come Capeside, alle prese con le angosce e le delusioni tipiche dell'adolescenza.
Ma andiamo con ordine. Nel 1995, lo sceneggiatore emergente Kevin Williamson venne contattato da Paul Stupin, un dirigente della Fox, il quale gli propose di scrivere il pilot di una serie tv. Stupin era infatti rimasto colpito dopo aver letto il copione di Scream, un film horror scritto da Williamson che aveva come protagonisti un gruppo di teenagers tra ironia, suspense e battute cinefile. Il film, uscito nelle sale nel 1996, divenne subito campione di incassi. Incoraggiato da Stupin, Williamson si mise al lavoro, distillando in un episodio l'essenza di film e serie tv che l'avevano influenzato (specialmente My So-Called Life) e raccontando persone ed eventi della sua adolescenza vissuta ad Oriental, sperduto paesino del North Carolina.
Nacque così Dawson's Creek, che tuttavia venne rifiutato dalla Fox per poi suscitare l'interesse della sua diretta concorrente, la Warner Bros, che ne avrebbe fatto in breve tempo il proprio show di punta. La serie ebbe infatti un enorme riscontro di pubblico, suscitando anche infuocate polemiche da parte di critici e comitati di genitori (in particolare l'agguerrito Parents Television Council), i quali non tolleravano che in un telefilm trovassero spazio schiette riflessioni su sesso, tradimenti, omosessualità e quant'altro.
A questo punto, vale la pena riassumere brevemente i temi principali del telefilm: Dawson's Creek (espressione difficilmente traducibile che in italiano potrebbe significare "il fiumicello di Dawson", dal piccolo corso d'acqua sulle cui rive sorge la casa del protagonista della serie), ruota attorno alle vite di Dawson Leery (James Van Der Beek), Joey Potter (Katie Holmes), Pacey Witter (Joshua Jackson) e Jen Lindley (Michelle Williams), quattro giovani che vivono la loro adolescenza a Capeside, una ridente cittadina situata lungo la costa del Massachusetts (ma la vera location delle riprese è Wilmington, un paesino del North Carolina meta, da anni, di autentici pellegrinaggi da parte dei fan della serie). Se Jen Lindley è in qualche modo la "forestiera" del gruppo, essendo una ricca e un po' sbandata ragazzina di New York venuta ad abitare con la nonna per rimettere la testa a posto e farla finita con le pericolose abitudini della sua vita newyorchese, gli altri tre personaggi si conoscono fin dall'infanzia. Dawson e Pacey sono infatti cresciuti insieme, gironzolando per Capeside ed escogitando migliaia di trucchi per sfuggire alla noia della sonnacchiosa cittadina di provincia. Il primo è un giovane idealista e sensibile, la cui più grande aspirazione è diventare un regista in modo da poter eguagliare, un giorno, il suo mito di sempre, Steven Spielberg. Pacey è invece un eterno ribelle, il cui spirito avventuroso ed anticonformista non viene capito dai suoi familiari che tendono perciò a emarginarlo, specialmente il padre, uomo dai modi rozzi e inflessibili che lo ha sempre trattato con eccessiva durezza, e il fratello poliziotto, costantemente impegnato a denigrare i fallimenti di Pacey, ma anche pronto, nei momenti difficili, a offrirgli una spalla su cui piangere. Dawson e Pacey si troveranno spesso a condividere esperienze importanti, ma la loro amicizia verrà messa a dura prova quando si scopriranno inamorati della stessa ragazza, Joey Potter. Joey abita sull'altro lato del "fiume di Dawson", ed è legata a quest'ultimo da una tenera amicizia che ha tutte le caratteristiche di una vera e propria affinità elettiva. Tormentata da un'infanzia non facile, cresciuta in un contesto familiare disagiato (la madre morta di cancro quando era ancora una bambina e il padre in carcere per traffico di droga), Joey ha avuto come unico conforto l'amicizia di Dawson, che andava a trovare tutti i giorni attraversando il fiumicello su una piccola barca e arrampicandosi fino alla finestra della sua stanza.
Attorno ai quattro ragazzi di Capeside gravita poi un microcosmo di personaggi che giocheranno, nel bene e nel male, un ruolo fondamentale nelle loro vite: c'è Andy McPhee, una ragazza fragile ed emotiva con cui Pacey instaurerà una sofferta relazione sentimentale; c'è Jack, il fratello di Andy, un ragazzo sensibile e introverso che dopo mille dubbi e incertezze troverà finalmente il coraggio di dichiarare al mondo la propria omosessualità (e cosa curiosa, la messa in onda dell'episodio del suo outing coinciderà con un altro outing, quello del creatore della serie Kevin Williamson); c'è Abby, ragazza tanto attraente quanto perfida che si accompagnerà inizialmente a Jen ma che in seguito escogiterà diabolici complotti ai danni dei quattro protagonisti, Jen compresa. Insomma, nel corso delle sei lunghe stagioni che compongono la serie abbiamo l'opportunità di assistere alla progressiva maturazione interiore dei quattro amici di Capeside, maturità che sarà ovviamente conquistata al prezzo di sofferenze e inquietudini ardue da superare. Li vedremo condividere le piccole gioie della quotidianità, e insieme lottare per affermare sé stessi e i propri sogni, in primis quello di andar via da Capeside e frequentare il college (esperienza questa che costituirà il soggetto delle ultime due stagioni della serie).
A questo punto, non si può spiegare il successo di Dawson's Creek senza tirare in ballo il suo predecessore, quel Beverly Hills 90210 che aveva spopolato nei primi anni '90, ma che non aveva mai tentato una vera introspezione dei suoi personaggi, limitandosi invece a mostrarci adolescenti ricchi che si abbandonavano ai vizi più estremi per vincere la noia delle loro vite anestetizzate dal lusso. In questo, Dawson's Creek segnò una svolta epocale, con cui tutti i telefilm ad esso posteriori hanno dovuto fare i conti. Qui si raccontava infatti una gioventù più "comune", alle prese con piccoli e grandi problemi, celebrati con una semplicità e una schiettezza da diario privato. Il creatore Kevin Williamson si è ispirato come abbiamo già accennato, a persone che ha conosciuto nella realtà, e Joey Potter (probabilmente l'anima dell'intero telefilm, come conferma il fatto che è l'unico personaggio ad apparire in ognuno dei 128 episodi) altri non è che la sua amica d'infanzia Frannie Norwood, che tutti i giorni aveva l'abitudine di scavalcare il davanzale della sua finestra per intrattenersi in lunghe chiacchierate su amore, amicizia e quant'altro. Questa scelta di verità è espressa dalla stessa ambientazione del telefilm: Capeside è lo specchio della vasta provincia americana, sta lì a testimoniare di tutte le Albany, Rockford, Janesville e Appleton che noi non vediamo, ma che sono piene di giovani alle prese con famiglie che non credono in loro, con la voglia di ribellarsi a una vita in cui non si trovano, a una routine che li inchioda al solito lavoro nel videonoleggio del paese o nel bed & breakfast di famiglia.
Un'altra caratteristica di DC è che si tratta di un telefilm "parlato", in cui i dialoghi hanno un ruolo determinante. Una delle critiche più frequenti all'operato di Williamson è stata quella di mettere in bocca a degli adolescenti parole e pensieri troppo complessi per la loro età. Spesso, i protagonisti di DC sembrano trascorrere il tempo psicanalizzandosi a vicenda, indagando le loro emozioni in un modo forse inverosimile per dei sedicenni. Si può obiettare che si tratta pur sempre di una fiction, e che lo scopo di questa strategia è raccontare i giovani nelle loro emozioni più intime, dando rilievo a momenti come la "prima cotta", la "prima volta", "le prima delusione d'amore". Ed è qui che DC vince, è questo ciò che gli ha permesso di commuovere e avvincere, per quasi sette anni, milioni di ragazzi e ragazze. Ha avuto la capacità di trasformare una graziosa cittadina con casette dalle facciate dipinte di bianco e morbidi prati che corrono fino al fiume in un luogo universale, e i quattro amici di Capeside in eroi fragili e poetici, che non avevano paura di aprirsi e raccontarsi, e che per questo si sono conquistati nelle vite dei loro fan un ruolo che normalmente spetta soltanto agli amici più fidati.
E' questa la forza di Dawson's Creek, e se è vero, purtroppo, che tutte le cose buone prima o poi devono finire, è anche vero che le emozioni più vere - e quelle che Joey, Dawson, Pacey e Jen ci hanno regalato lo sono - si ricordano per sempre.