Dal 12 novembre arriva in Italia su Paramount+ e Nickelodeon Transformers: Earthspark nuova branca animata del franchise di successo dedicato ai giocattoli della Hasbro. Dopo i primi due episodi, dal 21 novembre sul canale 605 di Sky l'appuntamento sarà dal lunedì al venerdì alle ore 20:00. Una family action comedy animata per tutta la famiglia, che vuole celebrare tematiche attuali come l'inclusione e la diversità. Prima c'erano gli Autobot e i Decepticon, ora i Transformers stanno per conoscere i Terran, i primi robot Transformers nati sulla Terra. Il nuovo gruppo è destinato a sconvolgere gli equilibri, anzi a rimodellarli e ricostruirli, per un futuro migliore, anche nei combattimenti. Al centro della storia la famiglia Malto, appena arrivata in una cittadina dell'entroterra statunitense da Philadelphia, che farà la conoscenza dei Terran e li prenderà con sé. Da quel momento nascerà una stramba e adorabile alleanza tra la famiglia umana Malto e i leggendari Autobot, uniti in una grande missione contro i perfidi Decepticons. Per l'occasione abbiamo incontrato i creatori e produttori esecutivi Ant Ward e Dale Malinowski su Zoom, ecco cosa ci hanno raccontato su Transformers: Earthspark e perché non dovreste perdervela in attesa del nuovo film nel 2023 (un'operazione simile ma diversa a quanto fatto da Jurrassic World con Jurassic World: Nuove Avventure).
Un sogno diventato realtà
Mai l'avrebbero detto Ant Ward e Dale Malinowski che da adulti avrebbero giocato coi giocattoli Hasbro per lavoro: "Da piccolo i Transformers sono stati tra i miei franchise preferiti. Adoravo avere i modellini, giocarci, adoravo i personaggi. Sono gli unici giocattoli che ho continuato a collezionare nella mia vita. Non appena ho saputo che Nickelodeon e Hasbro avevano fatto una partnership per una serie sui Transformers, ho fatto di tutto per entrare nel progetto, e sono emozionato di esserci riuscito". Gli fa eco Malinowski: "Nemmeno nei miei sogni più reconditi avrei immaginato di portare in vita creativamente una nuova branca del franchise di Transformers. Quando mi hanno chiamato per dirmi che saremmo entrati in produzione con Hasbro e Nickelodeon ero convinto avessero sbagliato numero. Ero scioccato a dire poco". Non sono mancate comunque le sfide, come lavorare durante la pandemia: "Una sfida era quella creativa di essere all'altezza dell'eredità del franchise. L'altra quella produttiva, dal Covid e dalla pandemia fino ad oggi". Continua Dale Malinowski: "Siamo diventati bravissimi col problem solving" ci ha detto ridendo.
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Inclusione e diversità
A proposito delle tematiche della serie, di cui parlavamo prima, i Transformers nello show sono i primi nativi del Pianeta Terra e sono chiamati Terran. Hanno due etnie in sé in un certo senso. È una scelta molto interessante per parlare dell'incontro tra culture. Dice Malinowski: "Era assolutamente nelle nostre intenzioni di storyteller. I Terran ci sembravano un perfetto 'punto di incontro' in questo senso. Per temi come l'accettazione, la crescita, ciò che sei non definisce necessariamente chi sei. Non solo i Terran, ma anche gli altri personaggi della serie sono dei pesci fuor d'acqua. Gli Autobot e i Distructor non provengono dalla Terra, sono sostanzialmente degli immigrati da Cybertron. La stessa famiglia Malto non viene dalla città dove attualmente risiede, si è appena trasferita da Philadelphia e ha un retaggio culturale differente. Devono tutti imparare a convivere insieme". Conclude Ward: "Inoltre i Terrans non si identificano né come umani né come cybetroniani. Devono trovare il proprio posto e la propria storia".
I Terran sono accattivanti anche nei nomi, Twitch e Trash, e nella composizione meccanica. "I nomi sono nati pensando alle loro personalità. Pensavamo ai loro nomi e alle loro versioni transformer allo stesso tempo. Come si muovono, come parlano, qual è il loro suono, come camminano, come si comporterebbero in una scena d'azione. Quindi Twitch essendo competitivo, veloce, scattante, ci ricordava un drone, che non è mai stato parte del franchise dei Transformers. Inoltre Twitch mi ricordava quando il mio smartphone diventa un controller per videogame. Anche se oggi quel termine significa altro nella cultura videoludica". Continua Malinowski: "Trash invece è una sorta di jolly, di bambino ribelle, di moto da corsa. Non ha quattro ruote e se le avesse non sarebbero tutte a terra nello stesso momento. È ispirato alla cultura degli skateboarder, con cui sono cresciuto. Da lì è nato il nome di Trash".
Nel serial la famiglia Malto sembra un modo per parlare di due differenti generazioni e del loro approccio diverso ai Transformers, e anche di due differenti generazioni di Bots allo stesso tempo, i Terrans da una parte e Bumblebee e Optimus Prime dall'altra. Dice Ant Ward: "La famiglia Malto è il cuore dello show. Da grandi fan del franchise sapevamo di non voler raccontare nuovamente la stessa storia. Volevamo mettere al centro una famiglia umana e con cui si poteva relazionarsi facilmente e che ci fossero tutti questi avvenimenti sci-fi intorno a loro. Il desiderio di avere dei robot come migliori amici era l'obiettivo". Gli fa nuovamente eco Dale Malinowski: "Il divario generazionale tra i due gruppi che hai evidenziato è stata una scelta creativa di cui abbiamo parlato durante lo sviluppo dello show. Poiché più punti di vista riesci a portare su un determinato tema, argomento, idea in ogni episodio, più interessanti saranno il conflitto organico e le dinamiche tra i personaggi con cui stai giocando. Ci è sembrato che avere umani adulti e bambini, i Terran che sono robot giovani, Bumblebee che è il ponte tra loro e la propria eredità fossero la soluzione per avere tanti punti di vista che potessero interagire in modo molto diverso alle situazioni in cui avremmo messo i personaggi".
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Il legame con il franchise di Transformers
A proposito di Optimus Prime e Bumblebee, sono le costanti nei film per mantenere un collegamento nella saga. Sembra così anche in Transformers: Earthspark: "Era un modo per legarla ai film ma allo stesso tempo darle una storia indipendente e nuova. Sapevamo di volerli nuovamente al centro del franchise. Li amiamo molto come tanti fan là fuori. Inoltre era interessante perché Bumblebee era stato trattato come robot più giovane in passato, quindi ci sembrava la scelta ideale come mentore per i nuovi arrivati. In modo che insegnasse loro la parte di lignaggio cybertroniana, mentre la famiglia Malto gli avrebbe insegnato la parte terrestre. Come essere parenti e far parte della famiglia. Optimus Prime poi è all'apice di tutti, sopra Bumblebee e gli altri". Continua poi Ward: "È stato molto divertente esplorare questo lato di Bumblebee. Di solito è lo scout della situazione, l'eroe, quindi vederlo in una sorta di 'versione babysitter' è stimolante. Deve capire il suo nuovo ruolo, vorrebbe partire in quarta ma ha nuove responsabilità. Chiude Malinowski: "È stato un modo per portarlo fuori dalla sua confort zone rispetto al passato e approfondire maggiormente il personaggio". E una possibile stagione 2? Sarà collegata col film in arrivo nel 2023? Ce lo dice Ant Ward: "Speriamo nella conferma per una seconda stagione, abbiamo sempre nuove idee e sappiamo dove vorremmo portare questi personaggi in futuro ma crediamo che Transformers: Rise of the Beasts sarà più a sé stante".