Titina, in sala dal 14 settembre grazie a BIM Distribuzione, è un film di animazione che racconta una storia vera dal punto di vista di un cane. Non un cane qualsiasi però: Titina era infatti la cagnolina jack russell terrier di Umberto Nobile, ingegnere aeronautico che, nel 1926, insieme all'esploratore norvegese Roald Amundsen, arrivò al Polo nord a bordo del dirigibile Norge.
Presentato a Giffoni 2023, il film ha vinto il Premio di Eccellenza ai Tokyo Anime Award ed è stato giudicato Miglior Film al Zlín Film Festival 2023. Produzione norvegese e belga, Titina è diretto da Kajsa Næss, anche co-sceneggiatrice insieme a Per Schreiner. Abbiamo incontrato la regista proprio al festival campano.
Nella nostra intervista, Kajsa Næss ci spiega perché ha scelto di portare sul grande schermo questa storia: "È importante anche in Norvegia, ma non tanto quanto le altre sul Polo nord che conosciamo. Pensavo di sapere tutto sull'esploratore norvegese Roald Amundsen, ma poi, per caso, ho scoperto questa storia. Non avevo mai saputo di dirigibili al Polo nord. Né di Umberto Nobile e Titina. Mi è sembrata fantastica, divertente. Ma anche molto triste ed emozionante. Quindi mi sembrava un buon modo per raccontare diversamente la storia del Polo. Non mi interessava fare un film su un eroe esploratore".
Titina: intervista alla regista Kajsa Næss
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Titina: una storia vera
Cosa l'ha affascinata della parte italiana della storia?
Le differenze su come si vive al Polo. Gli italiani hanno portato un dirigibile, ogni tipo di oggetto e anche un piccolo cane. Noi non avremmo mai portato un cagnolino al Polo nord! In Norvegia avremmo portato cani da lavoro, da mangiare in caso di necessità. Sono lì per salvarti. Queste grandi differenze sono divertenti. Roald Amundsen e Umberto Nobile si somigliano: sono entrambi molto ambiziosi, hanno idee folli, sono bravi in ciò che fanno. Ma il finale è piuttosto triste: vediamo dove li ha portati la loro ambizione. Umberto Nobile ha convissuto con questa storia fino a 90 anni.
Com'è raccontare una storia dal punto di vista di un cane?
Abbiamo cercato di pensare a Titina come se fosse un bambino. Ma per me era importante che il cane non fosse l'eroe della storia, che salva tutti, guida la macchina o cose del genere. Volevamo che fosse un cane qualsiasi, che facesse cose da cani. Fa da contraltare a questi uomini pomposi, che litigano su chi sia il migliore sul dirigibile. Lei invece sta lì a mangiare e dormire. Volevamo che fosse l'unico personaggio a vedere davvero la natura: è lei che va sul ghiaccio, mentre gli altri sono impegnati a fare fotografie. Dà un senso di gioco alla storia: ci fa vedere gli adulti da un punto di vista diverso.
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Titina si trova tra scienza e avventura con uno sguardo puro. Cosa rappresenta per lei?
Rappresenta le persone normali. Sono una grande fan dei film di Jacques Tati, in cui il signor Hulot ha un cappello e una giacca buffi e sembra quello strano, ma in realtà è lui la persona normale: sono tutti gli altri personaggi attorno che fanno cose strane. Lavorano, ballano, fanno cose moderne, mentre lui è una persona normale. È stato la mia ispirazione per il personaggio: Titina è lo sguardo comune in questa avventura folle. E poi il rapporto che Umberto Nobile aveva con Titina è commovente: la portava ovunque. Ci sono delle foto in cui è in Giappone, a New York: è andata alla Casa Bianca e al Metropolitan! Era molto famosa. Ci innamoriamo di questi personaggi: vogliamo vederli vincere, essere felici. Rappresenta l'innocenza.
Cosa può dire dell'amicizia tra l'esploratore e lo scienziato?
Nella vita reale erano in competizione. C'era una faida tra Norvegia e Italia. Che ha portato alla seconda spedizione di Nobile. Per me era importante mostrare l'umanità di entrambi i personaggi. E far vedere che forse un po' si volevano bene, si ammiravano. Probabilmente avevano bisogno l'uno dell'altro: l'epoca dei dirigibili stava finendo, la gente ormai usava gli aerei, mentre Amundsen era anziano, desiderava da tutta la vita andare al Polo nord, ma non ci era mai riuscito. Ci aveva provato diverse volte. Questa era la sua ultima occasione, quindi aveva bisogno di Nobile. Tra loro c'era un rapporto di amore e odio. I personaggi non sono soltanto una cosa, non sono solo eroi o cattivi: spesso sono un po' di entrambi.
Titina: il trailer
Titina e il futuro dell'animazione
L'animazione cosa aggiunge a questa storia? Perché era il modo migliore per raccontarla?
Il film è basato su una storia vera, ma l'animazione ci permette di essere più liberi. Che mi piace molto. E amo molto anche poter dare un mio stile: ho potuto mostrare Titina in situazioni particolari, come mentre balla o sogna. Non deve essere per forza realistica: l'animazione permette di enfatizzare certe cose, rendere più grandi dettagli piccoli. La storia del dirigibile è perfetta per l'animazione.
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Quest'anno Guillermo Del Toro ha vinto l'Oscar per il miglior film animato con Pinocchio e nel suo discorso ha detto che si arrabbia molto quando dicono che l'animazione è un genere. È d'accordo?
Sì: noi che facciamo animazione odiamo questa cosa! Titina è un film di animazione in 2D, quindi ha un aspetto vecchio stile. I più grandi pensano che possa essere difficile per i bambini perché è piatto, non è in 3D, mentre poi sempre gli adulti magari non vogliono vederlo perché pensano sia per bambini. Hanno tutte queste idee se sia adatto a loro o no invece di scoprire una bella storia. Che è la cosa più importante: la storia, non l'aspetto.
Amo l'animazione disegnata a mano, non col computer: come possiamo salvarla? Oggi i film fatti da grandi studi di animazione hanno personaggi dal design tutto uguale, sembrano sempre gli stessi.
L'animazione 2D non sparirà: ci sono sempre alti e bassi in modo ciclico. Se pensiamo al 3D come uno strumento, ci sono tanti film asiatici che mescolano 2D e 3D ma mantengono l'aspetto di un film in 2D. Vedo animazione di tutto il mondo e quella europea è molto legata al 2D: sta crescendo sempre di più, realizzando storie più interessanti. Molti degli studios più grandi fanno storie sia per bambini che per adulti. Quindi non penso che sparirà: rimarrà con noi a lungo.