Il ritorno di The Walking Dead con l'episodio speciale Una morte certa è stato un momento a lungo atteso dai fan della serie AMC, in onda in Italia su Fox. Dalla sospensione avvenuta la scorsa primavera a un passo dal finale, per l'impossibilità di ultimare il lavoro sull'episodio conclusivo, la situazione è cambiata: il finale non è più tale e sarà seguito da ulteriori sei episodi che faranno da ponte verso una stagione 11 da 24 episodi che chiuderà definitivamente la serie.
Una certezza però è rimasta in tutto questo tempo, la stessa che ci ha accompagnati sin dalle primissime stagioni della serie tratta da fumetto di Robert Kirkman: Daryl Dixon, il personaggio interpretato da Norman Reedus e creato appositamente per la serie, quello che ha conquistato tutti gli spettatori e che ha avuto l'evoluzione più bella e interessante anno dopo anno. Ne abbiamo parlato proprio con il suo interprete, per analizzare il cammino del suo Daryl, oltre che per commentare quanto accade nell'episodio speciale di The Walking Dead 10 e quanto sta accadendo nella nostra incerta quotidianità.
L'evoluzione di Daryl
Daryl è il personaggio di The Walking Dead che ha avuto l'evoluzione più bella nel corso della serie. Tu come la descriveresti?
Norman Reedus: È una persona di gran cuore, ma è come un adolescente insoddisfatto che pensa che tutti lo odino. Da quel punto di vista abbiamo iniziato la serie, ma sai una cosa? Si rafforza qualcuno dandogli una voce e credo che la situazione e le persone con cui è intrappolato in essa gliel'abbiamo data, l'ha fatto emergere. Ha problemi di intimità con tutti, ma credo che si trovi meglio con i più giovani perché si considera intellettualmente come un ragazzino. Però è arrivato a un punto in cui le persone si affidano a lui e non può fare casini. Per questo sono orgoglioso di lui, anche se ha ancora qualche esplosione di rabbia qua e là.
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Guardando indietro all'evoluzione di cui hai parlato, hai un momento preferito di Daryl nelle dieci stagioni?
Oh wow! Ne ho molti, ma mi piace particolarmente la sequenza di scene che porta all'addio di Rick. Mi piace il rapporto con lui, che è stato più volte cieco di rabbia nel corso della serie ma mai come alla morte di Carl. Si è allontanato per occuparsi di diverse cose, ha spezzato il suo rapporto con Daryl e non lo ascoltava, intrappolati in un buco gigante da cui si sono dovuti aiutare per uscirne. Mi piacciono i discorsi che gli ha fatto Daryl e la consapevolezza sul volto di Rick che non si era reso conto di quel che stava facendo, il loro tornare a capirsi lentamente per collaborare di nuovo. Penso che per tutto quello abbiamo preparato alla perfezione l'addio di Rick, perché è stato per Darryl il fratello che Merle non è stato. È stato mezzo anno di riprese in cui io e Andrew Lincoln abbiamo provato tantissimo, parlando, facendoci telefonate notturne e di prima mattina prima di lavorare. Mi piace quando c'è questo tipo di collaborazione, quando si viene trattati con rispetto, mentre non mi piace quando qualcuno ci dice dove stare e cosa fare. Quando hai personaggi in una serie del genere, finisce per sapere di loro molto più di chiunque altro ed è giusto che le voci degli interpreti siano ascoltate. Quello è stato un gran momento per me e Andy.
Come descriveresti il rapporto tra Carol e Daryl e come pensi che si svilupperà andando avanti?
È come camminare su una linea sottile, come sul filo del rasoio. Abbiamo passato gran parte della scorsa stagione con me a inseguirla, lei a mentirmi ancora e ancora, e io a perdonarla. La cosa assurda è come questo si sovrapponga alla vita reale, perché a volte mi trovo a essere furioso con Melissa e non so perché, ma la cosa importante è che si sostengono a vicenda e continueranno a farlo, anche se in questo momento il loro rapporto è messo alla prova.
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Sei stanco di lavorare con gli zombie e del tuo personaggio? Ti piacerebbe fare qualcosa di diverso?
A volte non vedo l'ora di tornare nei panni di Daryl e sono stato contento anche dell'annuncio dello spin-off, vorrei veramente che fosse una serie diversa, una serie di speranza, una cosa come Billy Jack o Kung Fu. Ho sempre amato show del genere, perché segui questi personaggi in viaggio, che vanno di città in città, non per fare qualcosa di specifico ma per vedere chi c'è da quelle parti e si ritrovano invischiati in qualcosa. Ma prima di ripartire riescono a incidere, a cambiare la percezione della gente del posto. Solo essendo se stessi. Una volta Micky Rourke mi ha parlato di uno show che amava da bambino, in cui c'era questo personaggio sulla sua moto che faceva qualcosa del genere, viaggiava di città in città ed era ammirato. Vorrei che la nuova serie fosse così. Mi hanno chiesto tempo fa come immaginassi la fine della serie. Io vedo tutti morti e io che dico a Melissa "sali sulla moto" e partiamo per vedere chi è rimasto, perché ci deve essere qualcun altro là fuori. Se sono stanco di interpretare Daryl? No, non lo sono, ma magari potrei cambiare un po' le cose, tagliarmi i capelli...
Ti sembra ci sia un parallelo tra gli zombie e il virus, ovvero la situazione che stiamo vivendo?
No, direi di no, perché quando c'è gente che non indossa la mascherina e sembra fregarsene, non credo che farebbe altrettanto in un mondo di zombie. Non gli andrebbero vicino a dirgli ciao convinti che non li morderebbe. È molto diverso! Ma vorrei che la pandemia fosse gestita come noi affrontiamo il pericolo in The Walking Dead: lavoriamo tutti insieme. Sono convinto che se avessimo fatto tutti la cosa giusta e se continuassimo a farlo, ne saremmo già usciti. Nel mondo della serie non abbiamo altra scelta che collaborare per sopravvivere, quindi non vedo il collegamento.
In The Walking Dead abbiamo visto alcuni dei momenti più scioccanti della televisione. Dobbiamo prepararci a qualche addio importante nel prossimo futuro?
Sì ci sono sempre personaggi che muoiono e ce n'è anche uno nell'episodio speciale. Più di uno in realtà, ma uno è colpa mia. Ma non deve necessariamente esserci una morte importante per creare uno momento scioccante, c'è una scena in cui Daryl salva Negan che è sicuramente un colpo ed è una sorpresa, perché lui ha salvato Daryl in precedenza con lo shotgut ed è una specie di favore restituito. Un equilibrio ristabilito. Ma stiamo parlando di The Walking Dead, certo che dovete aspettarvi altre morti e altri shock!
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Secondo te qual è la forza dello show, cosa ne ha decretato il successo?
Credo che sia perché racconta di persone che non sarebbero mai andate d'accordo se non ci fosse stata l'apocalisse, perché racconta di persone che vengono da percorsi di vita diversi, con idee diverse, che si ritrovano a operare insieme per sopravvivere. Nel far questo, si deve scegliere per chi e cosa combatti e come lo farei. C'è chi scappa, qualcuno si nasconde, quando urla e c'è chi combatte. Quelli che piantano i piedi saldamente al suolo e impongono se stessi sono i miei preferiti. Ma quello che affascina è vederli insieme e risolvere la situazione.
Che ne pensi del ritorno di Maggie nella serie?
Credo che sia fantastico. Lei è sempre stata una parte importante della serie, perché rappresenta un gruppo ben definito di personaggi. Ne ha passate di tutti i colori, con quello che è successo a Glenn e Hershel, ora ha il piccolo e c'è sin dall'inizio e ha visto alcuni dei momenti peggiori. C'è un legame forte tra il suo personaggio e molti di noi che sono nella serie da tanto tempo, un legame che difficilmente puoi ottenere inserendo nuovi personaggi. Mi fa molto piacere, l'adoro ed è fantastica!
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Se potessi scegliere il modo in cui Daryl morirà, quale vorresti che fosse?
Non voglio che muoia, di che stiamo parlando? Lo dico dalla prima o seconda stagione che non voglio che Daryl muoia, mi piacerebbe che potesse andar via, essere qualcosa come Il texano dagli occhi di ghiaccio, che sia ricordato come una leggenda. No, non voglio che muoia, sono così legato a questo personaggio che non posso nemmeno pensare che possa morire. Ci ho dedicato così tanto tempo, così tanta fatica, sudore e lacrime, che non posso pensarci. No, non voglio che Daryl muoia, mai e poi mai!