Shawn Ryan ha saputo reinventarsi sullo streaming dopo aver riscritto le regole del poliziesco seriale con The Shield. Parallelamente Netflix ha saputo sfruttare ed ampliare la sezione dedicata ai procedurali del proprio catalogo sempre più generalista. Nel frattempo Gabriel Basso doveva trovare un ruolo da protagonista dopo essersi fatto già notare in The Big C.
È nata così The Night Agent diventata in poche settimane una delle serie più viste della piattaforma e uno dei suoi maggiori successi commerciali, tanto da portare all'arrivo di un secondo ciclo e aver ordinato anche un terzo, già entrato in produzione.
The Night Agent 2: dall'altra parte della cornetta
La seconda stagione della serie Netflix mette subito in chiaro come nei nove mesi trascorsi le cose siano cambiate. In primis per il personaggio titolare, Peter Sutherland (Basso), ora diventato a tutti gli effetti un night agent e al suo primo incarico effettivo insieme alla partner e mentore Alice (è sempre un piacere ritrovare Brittany Snow). Peccato che la missione a Bangkok sia un disastro e si riveli solo un tassello di un puzzle molto più ampio, che sembra avere ramificazioni fino al cuore della night action e del governo americano. Ancora una volta.
Una scena simbolica racconta questo passaggio di testimone: questa volta sarà Peter a chiamare il ragazzo nel seminterrato della Casa Bianca e incaricato di rispondere al telefono per risolvere i problemi degli agenti sul campo. Catherine (Amanda Warren), la sua nuova responsabile, non è per niente convinta perché lo ritiene troppo istintivo e troppo poco preparato, nonché mandato sul campo troppo presto. Lui deve dimostrarle che può fidarsi di lui ma allo stesso tempo deve capire se può farlo a propria volta: dopo Diane Farr, nulla è più certo, a parte la solidarietà della presidente (Kari Matchett).
Non c'è Peter senza Rose nella serie Netflix
La forza di The Night Agent 2 non sta solo nel carisma del protagonista - oramai Gabriel Basso si è ufficialmente fatto le ossa, e i muscoli, su questo ruolo e continua a mantenere il serial sulle proprie spalle robuste. Ma anche nel suo rapporto con Rose (Luciane Buchanan). I personaggi principali del serial in realtà sono due e non potrebbero esistere l'uno senza l'altra. Ciò che hanno passato nel ciclo inaugurale possono comprenderlo solo vicendevolmente e farsi forza tra di loro per affrontare la nuova cospirazione in atto.
Questo perché, dopo essersi salutati teoricamente per sempre, sono costretti a ritrovarsi quando una telefonata cambia tutto. In quei nove mesi anche la vita di Rose è cambiata: va in terapia ed è una "semplice" capo programmatrice per un'azienda, migliorando il codice del loro programma Adverse: ha preferito non avere le responsabilità e la pressione di una società sulle proprie spalle, nonostante fosse il suo sogno. Che è il contrario di ciò che ha fatto Peter. È come se entrambi avessero fatto un passo nella direzione opposta per non dover ripensare a ciò che era successo. Per riuscire ad andare avanti, dovranno ritrovarsi. Dovranno capire se sono più a loro agio in alto alla piramide di comando o all'interno dell'ingranaggio.
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Una serie action che non lascia un attimo di tregua
Varie pedine vengono presentate nella prima metà che acquisteranno un significato ed inizieranno a muoversi sulla scacchiera nella seconda parte: potrebbero essere meno approfondite e sviluppate, ma in fondo è il dinamico duo che deve emergere. Quello in cui ci immergiamo è una sorta di secondo capitolo di un romanzo di formazione in cui i protagonisti devono capire il proprio posto nel mondo e se fare il salto dall'altra parte possa essere avventato o azzeccato, sempre partendo dal romanzo omonimo di Matthew Quirk.
Quella di The Night Agent è una storia di fiducia: di quanto sia labile guadagnarla e allo stesso tempo. Questo vale anche per gli altri personaggi, a partire da Catherine, sibillina e respingente, e un'informatrice di nome Nour che potrebbe fare la differenza. Da non sottovalutare la riflessione sul disturbo da stress post-traumatico, spesso preso sottogamba tra le spie. La regia fa leva sulla componente action, nuda e cruda, condita da una fotografia dalle tinte scure, confermando il tono adrenalinico della serie. Fino all'ultimo respiro.
Conclusioni
The Night Agent non brilla per gestione della coralità e dei personaggi secondari ma, concentrandosi sulla forza del rapporto tra i due protagonisti, propone un secondo capitolo ancora avvincente, grazie al ritmo cadenzato della cospirazione governativa in atto, anche se quest'ultima potrebbe sembrare ripetitiva e con qualche episodio di troppo. Un coming of age action che parla di lealtà, oltre che del capire il proprio posto in una gerarchia: siamo più efficaci come leader o come sottoposti? Cosa ci fa sentire più noi stessi?
Perché ci piace
- Peter e Rose. Senza di lei e il loro rapporto la serie non sarebbe la stessa.
- I temi della fiducia e del PTSD.
- La regia che non lascia tregua.
- La nuova cospirazione messa sul piatto...
Cosa non va
- ...che potrebbe suonare un po' ridondante.
- Dieci episodi sono di nuovo forse un po' troppi, allungando il brodo.
- La gestione dei personaggi secondari e delle loro storyline.