Gli ultimi fuochi del concorso cannense stanno dividendo la critica. Tra le pellicole più discusse vi è l'estetizzante The Neon Demon, incursione nell'horror firmata da Nicolas Winding Refn. La pellicola vede protagonista una magnetica Elle Fanning nei panni di una sedicenne di provincia giunta a Los Angeles per fare la modella. La sua esperienza lavorativa si trasformerà ben presto in un incubo di sangue, sesso e necrofilia. Interrogato sulla motivazione che lo ha spinto a realizzare una pellicola che è una riflessione filosofica sulla bellezza, Refn risponde candidamente: "Ognuno dà la caccia alla bellezza. E' inutile negarlo. Malgrado la razionalizzazione di questa pulsione e l'evoluzione della società, tutti siamo ossessionati dalla bellezza e per chi come me non è nato bello è dura andare avanti in questo mondo. E' una società orribile".
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A incarnare questo ideale di bellezza pura, sporcata dalle perversioni della grande città, troviamo la divina Elle Fanning, sempre più brava e sempre più coraggiosa nella scelta dei ruoli. Il regista confessa: "The Neon Demon non avrebbe funzionato senza una protagonista come Elle. Avevo bisogno di una delle migliori attrici perché il ruolo era complicato, doveva essere bellissima e doveva sedici anni. Quando abbiamo iniziato a girare Elle aveva 16 anni e ora, invece di essere al ballo di fine anno, è qui a Cannes".
Elle Fanning, la più bella e la più brava
Con quel misto di timidezza e arroganza che lo contraddistingue, Nicolas Winding Refn risponde con la massima serietà alle domande che gli vengono rivolte sul film, ma a tratti sembra prendersi gioco dei giornalisti. Scherzando ammette: "Ingaggiare Elle mi ha permesso di vivere il sogno perverso che ho di avere una ragazzina sedicenne dentro di me che si vuole esprimere. Volevo fare un film horror senza horror. Quando Elle è entrata nel salotto di casa mia ho esclamato: "Oh mio dio, ma tu sei me. Facciamo un film insieme".
Divertita dalle stragavanze di Refn e dal suo linguaggio piuttosto colorito, la Fanning confessa di essere "una fan di Nicolas. Adoro Drive, l'ho visto un milione di volte. Volevo lavorare con lui da un sacco di tempo. Ero stupita quando ho sentito che lui stava girando un film ambientato nel mondo della moda. Mi sembrava qualcosa lontano dalla sua poetica, ma volevo farne parte a tutti i costi". Per quanto riguarda la preparazione richiesta per calarsi nei panni di Jesse, l'attrice spiega: "Jesse ha sedici anni, anche io all'inizio delle riprese avevo sedici anni perciò sono perfettamente consapevole di cosa passi per la testa di una ragazza di quell'età, una ragazza che come me passa dalla provincia alla grande città. Nicolas mi ha consigliato di guardare alcuni classici, Suspiria, Rosemary's baby, La valle delle bambole e soprattutto Lungo la valle delle bambole. Il resto è venuto da sé. Il fatto di girare in origine cronologico mi ha permesso di sviluppare il mio personaggio a poco a poco".
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La bellezza è la sola cosa che conta
Pur non essendo un esperto di moda, Nicolas Winding Refn ammette di aver scelto questo ambiente perché lo sbilanciamento nei confronti dell'apparenza è al tempo stesso raccapricciante e affascinante. "Hollywood è una moderna città del mago di Oz. La moda, il teatro, il cinema, la musica, la pittura, tutte le arti che vi vengono in mente hanno qualcosa in comune, conducono tutte a Hollywood. Stavolta, però, non stavo facendo un film su un artista, ma volevo indagare sulla bellezza. Su cosa si provi a sperimentarsi bella. Io ho fatto quest'esperienza attraverso Elle. Abbiamo intrapreso un percorso insieme attraverso i pericoli erotici di Hollywood". Riguardo alla battuta che tanto ha colpito i critici, "Beauty isn't everything. Is the only thing", Refn spiega di aver improvvisato tutti i dialoghi in prima persona. "Questa frase è nata da me. E' terrificante pensare che il mondo sia ossessionato solo dalla bellezza. Ho due figlie e son preoccupato per loro, ma questa è la realtà."
Pensando a The Neon Demon, Elle Fanning ammette: "Questo è il ruolo più cupo che abbia mai fatto. Ho girato il mio primo film a due anni, perciò conosco bene questo mondo, ma non l'ho mai sofferto. Sento di essere stata libera tutta la mia vita. Sono nata in Georgia, sono ancora una ragazza di campagna che è andata nella grande città, In quest'industria vedi un sacco di cose strane, eccessi, party, festival, ma il modo di proteggersi c'è. Io sto per diplomarmi in una scuola superiore normalissima, vivo con i miei genitori. Bisogna separare ciò che accade sul set dal quotidiano".
Digitale v analogico: l'artificio e la vita vera
Nel rileggere il suo film di fronte ai media, Nicolas Winding Refn ne dà una chiave di interpretazione molto intrigante: "Il digitale rappresenta in un certo senso la morte. Ciò che vedi non è reale, è artificiale, quindi morto. Morte e bellezza, questo è anche il senso del film. Svela il processo nel creare un universo artificiale che rappresenta il futuro. Non torneremo indietro in questa rivoluzione digitale, andremo sempre avanti. Questa è una metafora sul vero senso del film". Il regista, poi, loda le star assenti a Cannes, Keanu Reeves ("averlo con un coltello nella gola di qualcun altro è eccitante. Lui è fantastico, è un re, è stato un onore averlo nel film") e Jena Malone, protagonista di una scena di necrofilia estrema che Refn descrive nei minimi dettagli, per poi soffermarsi sul compositore delle musiche, il fedele Cliff Martinez. "Io e Cliff abbiamo fatto tre film insieme. Quando finisco di girare so che certe scene funzioneranno meglio con le musiche di Cliff, lui porta il mio lavoro a un livello superiore. I nostri film sono dominati dalla musica, credo che la nostra sia una grande partnership. Sento la sua musica nella mia testa anche quando non so ancora come sarà".
In un discorso appassionato, il regista incita poi a non aver paura di essere estremi e rifugge le mezze misure: "L'arte non è sul bene o sul male. Questi tempi sono finiti. Il film è un esperienza, la creatività non può prescindere dalla reazione, che è l'essenza di un'esperienza. Se non reagite perché perdete il vostro tempo qui guardando film? E' sciocco, fate qualcos'altro, vivete la vostra creatività. Guardare un film deve essere scioccante, vi toglierò tutte le certezze che avete e vi darò altro. Non accettate compromessi, perché la vita prima o poi ve lo farà pagare". Il fiume in piena Refn si irrigidisce solo quando gli viene rammentato il collega Lars von Trier: "Se siamo in competizione? Lars prende un sacco di droghe. Questa è la risposta. Non fatemici pensare, l'ultima volta che l'ho visto ci ha provato con mia moglie..."