The Good Wife: il commento all'episodio We, the Juries

Un episodio riuscito che offre i suoi momenti di maggiore effetto nei subplot, che vedono finalmente in azione il personaggio interpretato da Melissa George, Marilyn Garbanza, e in cui si ricongiunge il tandem Kalinda-Cary.

Il plot

Un caso che Alicia e Cary avevano seguito quando erano ancora alla Lockhart/ Gardner approda in tribunale, e i due clienti, una coppia costituita da una bella bionda e da un professore di mezza età, scelgono l'una di rimanere con la LG, l'altro di passare alla Florrick/ Agos. La richiesta di separare i processi, però, è stata presentata fuori tempo massimo. Nel frattempo, Marylin lavora alle sue ricerche sul caso dell'urna contenente voti contraffatti ritratta in un video che una giornalista renderà pubblico a breve, e Kalinda cerca di convincere Cary a perdonarla.

Cosa ci è piaciuto di questo episodio

Victor Garber. E' sempre un piacere rivedere il papà di Sidney Bristow (eroina di Alias per chi non lo sapesse), e questo nuovo giudice, almeno alle prime battute dell'episodio, sembra emanare equilibrio mentale e rigore professionale; proprio quando stiamo per dedurre di essere di fronte al primo giudice di The Good Wife privo di nevrosi e stramberie (ovviamente in our opinion), eccolo prendere una decisione evidentemente catastrofica per risolvere il problema di due imputati - la donna cliente della Lockhart/ Gardner, l'uomo della Florrick/ Agos - che chiedono processi separati perché hanno rappresentanze diverse dopo la scissione degli studi legali. Il nostro giudice pensa bene di "economizzare" tenendo un unico processo con due giurie, il che conduce a un'insopporbabile giostra con giurati che si litigano i posti migliori e la camera di consiglio, avvocati che cacciano e richiamano le rispettive giurie, equivoci, lamentele e intoppi à go-go. Non il caso più appassionante, né probabilmente il più farraginoso, che abbiamo visto in scena nel legal drama CBS, ma certamente una delle procedure più dinamiche e divertenti, in barba alle tensioni tra i quattro avvocati. E poi Victor Garber che si arrabbia con Alicia, quasi fosse la sua indisciplinata figlia-agente segreto, è una delizia per tutte noi donne afflitte dalle proverbiali daddy issues.

Io & Marilyn. E' ancora un po' poco per farci apprezzare il personaggio interpretato da Melissa George (per altro anche lei proveniente da Alias), che è stato gestito dagli sceneggiatori di The Good Wife, nell'arco di questa per molti versi fenomenale quinta stagione, in maniera per lo meno discutibile: ma è qualcosa. Marilyn Garbanza non è solo labbra a canotto e smokey eyes, e non serve solo a propinare fastidiosi e inattendibili cliché sulla gravidanza. Hurrah! La George se la cava bene in We, the Juries, alle prese finalmente con materiale di un certo spessore: a Marilyn tocca infatti scardinare le reticenze dello staff del Governatore per indagare sul video che prova brogli elettorali che possono essere attribuiti al staff di Peter Florrick. Lo fa con tenacia, dimostrando di essere competente e seria, e finendo per consegnare una bella patata bollente in mano al povero Eli Gold.

Peter vs. Will. E' l'attrito fra loro la ragione effettiva dell'impasse dell'indagine di Marilyn. I due uomini di Alicia Florrick, lo sappiamo bene, non si sono mai visti di buon occhio, e qui arrivano molto vicino all'esplosione. Will minaccia di fatto di rovinare Peter se questi lo "autorizza" a rilasciare informazioni protette da segreto professionale; il silenzio di Will, però, significa anche che non è possibile fare chiarezza sull'estraneità del Governatore dal tentativo di truccare le elezioni. D'altro canto, ci sono buone possibilità che il video sia giunto alla reporter proprio passando per il computer di un certo Will Gardner. Il risultato è una scena irresistibile in cui Josh Charles e Chris Noth, livorosi e battaglieri, fanno mostra del meglio e del peggio del maschio alfa, ma fanno anche sorgere qualche perplessità sulla nostra Santa Alicia, tuttora divisa tra due uomini di così dubbia moralità.

Fix it. Pur relegata a second chair nel processo dal saggio Cary, che vuole evitare un altro duello con Will (e Diane, ultimamente un po' sottoutilizzata, fa lo stesso per il team LG) Alicia non si lascia parcheggiare in panchina; ma a metterla in difficoltà non è il caso, ma, tanto per cambiare, l'ex amante e il marito. Will le mette i bastoni fra le ruote mentendo spudoratamente al giudice, e Peter, con il pasticcio dei voti contraffatti, rischia non solo di danneggiarla professionalmente, ma di coinvolgere anche il figlio Zach, ovvero la persona che la notte delle elezioni si accorse dell'urna con i sigilli rotti. Santa Alicia incassa finché può, ma alla fine, dopo la sua "deposizione" con Marilyn, torna sui suoi passi per dare una bella strigliata al consorte: così Julianna Margulies, sempre più brava e sempre più bella, annichilisce Chris Noth con la secca e perentoria richiesta di una soluzione immediata.

Kalinda & Cary. Da uno show corale come quello dei King è normale aspettarsi che qualcuno dei personaggi sia confinato in secondo piano per qualche tempo. Cary Agos, però, ha sofferto di grave mancanza di ossigeno per l'intera quinta stagione, e avevamo quasi dimenticato quanto ci piace. E apprezziamo anche che il suo "ritorno" coincida con il tentativo di Kalinda di riappacificarsi con lui (per quanto sorprenda che la detective non faccia invece alcun passo del genere nei confronti di Alicia, ma forse nei suoi confronti non si ritiene responsabile della rottura, dopotutto è solo andata a letto con suo marito, sarà mica l'unica!). Kalinda libera da Damian e da Jenna, e per di più superata in astuzia dal suo ex "compagno di giochi"! Così si fa.

Cosa, invece, non ci ha convinto I contrabbandieri innamorati. Questo case of the week ha diverse debolezze, quasi tutte dovute ai tempi stretti causati dalla consistenza dei due ottimi subplot, ma la peggiore sono i due imputati: ovvio che siano volutamente male assortiti, che la loro storia sia ambigua (non interessa ai loro legali se trasportavano davvero della droga), ma il problema non è la mancanza di simpatia nei loro confronti, è che viene voglia di cambiare canale quando i due piccioncini sono in scena. Evidentemente troppo impegnati a reclutare guest star (in ruoli secondari abbiamo Tom Skerritt e Ashley Williams oltre al già citato giudice Garber) i responsabili del casting hanno messo un piede in fallo.

Arrivederci a marzo. The Good Wife va in pausa fino a marzo, ecco. Il nostro è un network show e probabilmente si è ritenuto che potesse soffrire della competizione delle Olimpiadi invernali, che si svolgeranno a Soči, in Russia, per buona parte del mese di febbraio e senza alcun riguardo per i nostri sentimenti.

Note a margine

Non è chiaro dallo scambio di battute tra Will e Peter, visto l'atteggiamento poco conciliante del primo che rinfaccia al secondo la promessa non mantenuta della nomina a giudice per Diane Lockhart, e forse molti non lo ricorderanno, ma Will in questo caso non sta mentendo, aveva effettivamente detto a Peter - nell'episodio finale della quarta stagione, What's in the Box? - che c'erano 30.000 voti falsi conteggiati a suo favore e che lui era in possesso di un video che lo provava.

What's next?

La bomba sta per scoppiare nei quartieri del Governatore; con Marilyn che si chiama fuori, Will pronto a sconfessare Peter, toccherà probabilmente al povero Eli togliere le castagne dal fuoco per salvare il suo capo...

Movieplayer.it

4.0/5