Abbiamo incontrato Antoine Fuqua a Locarno, in occasione del passaggio di The Equalizer 2 in Piazza Grande. Di fronte all'accoglienza calorosa rivolta all'action thriller Fuqua, notoriamente avverso ai sequel, ci ha confessato perché per la saga di Robert McCall ha deciso di fare un'eccezione, accettando di dirigere il suo primo sequel. Il motivo? "La sceneggiatura era molto bella, era un film indipendente, slegato dal primo The Equalizer. Denzel Washington ama interpretare Robert McCall, e per fare il film lo studio ha sborsato un sacco di soldi". Proprio la sinergia tra l'energico Fuqua e il talentuoso Washington è la chiave di volta del franchise che in futuro potrebbe vedere un terzo capitolo. "Io e Denzel ci fidiamo l'uno dell'altro, ci capiamo al volo. Sappiamo che un film deve funzionare, amiamo esplorare nuove strade".
In The Equalizer 2 - Senza perdono, Denzel Washington torna nei panni dell'ex agente Robert McCall che adesso ha intrapreso una nuova carriera: fa l'autista, ma segretamente aiuta le persone che si trovano in difficoltà. Al cambiamento nel plot corrisponde un diverso look visivo, il sequel è immerso nella luce del giorno e ci mostra angoli di Boston finora inesplorati. "Nel primo film Robert McCall viveva isolato dalla società, il look del film rispecchiava questa solitudine. Adesso ha cambiato lavoro, fa l'autista, è più integrato, vive alla luce del sole anche se è ancora invisibile e questo gli permette di intervenire per aiutare le persone. Il suo è un viaggio verso casa, come insegna Joseph Campbell. Il ponte che attraversa durante la tempesta lo conduce verso casa e anche il look del film va in questa direzione".
Leggi anche: Recensione The Equalizer 2: Denzel Washington angelo vendicatore in un sequel che non brilla
Gli action movies metafora del mondo?
Il fisico imponente denuncia la passione di Antoine Fuqua per il fitness. Oltre a essere un esperto di Hollywood, il regista ama curare il corpo al pari della mente e questo connubio lo ritroviamo in un personaggio come Robert McCall, le cui doti di abile lottatore si celano dietro una parvenza da pacato signore di mezza età appassionato di libri. "Le persone pensano che se sei una persona violenta o fisica sei un mostro" spiega Fuqua. "Chi vive nella violenza, invece, cerca vie di fuga; la lettura è il modo per conoscere altre prospettive di vita. Sono cresciuto in un ambiente violento, ma la lettura mi ha aiutato a evolvermi, a intravedere un orizzonte migliore. Conoscere persone diverse e culture diverse ti permette di diventare una persona migliore, ti aiuta a trovare il senso della vita".
Senso che, per Robert McCall, sta nella scelta di aiutare il prossimo. Anche al di fuori della legge. Antoine Fuqua concorda che questa visione possa essere ritenuta immorale e ammonisce: "Robert McCall è un uomo tormentato, non ama la violenza, ma visto il suo passato è l'unico modo che ha per aiutare le persone. Cerca di fare la cosa giusta e l'unico mezzo è con la violenza". Combattimenti, spari e uccisioni sono, inoltre, un ingrediente essenziale dell'action thriller che fornisce una efficace metafora del presente. Il regista ci invita, però, a non creare troppe sovrastrutture specificando che se c'è metafora c'è, nel suo caso, è involontaria. "The Equalizer è ispirato a una serie di romanzi, non ho pensato a costruire un personaggio che è una metafora del mondo. A volte i registi lo fanno consciamente, da piccolo ho visto Il cavaliere della Valle Solitaria, un film che mi ha commosso e appassionato, stessa cosa per i I magnifici sette. A volte i film rispecchiano il presente, ma non è ciò che cerco. Il padrino, Scarface o Apocalypse Now vi sembrano action movie? Eppure, per via della violenza che contengono, vengono definiti così. Un action movie è tale perché le persone non hanno la pazienza di seguire lo sviluppo dell'azione, ma io non credo a queste etichette. Cerco un equilibro tra azione e approfondimento."
Leggi anche: Denzel Washington: 10 ruoli che ce lo hanno fatto amare
A Hollywood comandano gli incassi
Antoine Fuqua ammette di avere un debole per le storie che parlano di persone sotto pressione, sensazione che vive lui stesso sul lavoro man mano che i budget aumentano e con essi le aspettative. A oggi The Equalizer 2 ha incassato oltre 100 milioni di dollari, un risultato che dovrebbe far dormire Fuqua sonni tranquilli, ma a quanto pare non è così: "In realtà non dormo più da tempo. Prima dell'uscita sentivo i finanziatori parlare di numeri e sudavo. Nella nostra industria un film deve incassare, è un mestiere infame, non possiamo concentrarci solo sulla qualità, ma anche sperare nei guadagni. La violenza di The Equalizer è più intima rispetto a Mission: Impossible, mi piace la saga con Tom Cruise, ma il mio lavoro è diverso".
The Equalizer 2 è girato con lenti anamorfiche. Parlando del passaggio dalla pellicola al digitale, Antoine Fuqua racconta come ha creato le spettacolari sequenze dell'uragano posto a fine film: "Mi sono tenuto la tempesta per la fine, ho ripreso la tempesta nella stagione fredda in riprese ampie e modificandola poi con effetti speciali. Abbiamo usato una macchina con serbatoi per sparare onde contro gli edifici. Poi abbiamo usato il digitale nelle riprese grandangolari, ma non nelle riprese tra gli edifici, che potevo controllare. È stato molto divertente per me, meno per Denzel. Però preferisco le vecchie lenti anamorfiche alle nuove". A Locarno Antoine Fuqua ha mancato per pochi giorni l'amico Ethan Hawke, anche lui ospite del festival, ma l'occasione gli ha permesso di raccontare un aneddoto su Training Day: "I produttori non volevano Ethan Hawke, lo vedevano come un caratterista, non come una star, ma io l'avevo incontrato durante la promozione di Hamlet 2000 e credevo in lui. Per i provini ho convocato 12 attori da accostare a Denzel, ma nessuno mi convinceva. Allora ho richiamato Ethan che stava per prendere un aereo, gli ho messo in mano un copione e hanno provato. Alla fine Denzel se n'è andato arrabbiato dicendo che dovevamo prendere lui invece di perdere tempo".
Prima di salutarci, è d'obbligo una domanda sui progetti futuri, ma Fuqua non si sbilancia e parlando del remake di Scarface confessa: "È ancora tutto da vedere". Di fronte al possibile ritorno di Denzel Washington come protagonista, però, scoppia a ridere: "Basta Denzel, altrimenti si stancherà di me!"